Il Papa: Gesù è la mano tesa di Dio all’ uomo accecato dall’orgoglio

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Vieni a salvarci, il grido dell’uomo di ogni tempo che sente di non farcela da solo a superare difficoltà e pericoli. Gli auguri del Papa per il giorno di Natale seguono la riflessione della messa della notte. L’uomo da solo non può farcela e cade nelle disperazione quando si inorgoglisce e pensa di non aver bisogno di nessuno. Affacciandosi come vuole la tradizione, a mezzogiorno, alla loggia centrale della Basilica vaticana il Papa ha detto che l’uomo “ha bisogno di mettere la sua mano in una mano più grande e più forte, una mano che dall’alto si tenda verso di lui.” La mano di Dio è Cristo, una mano tesa “all’umanità, per farla uscire dalle sabbie mobili del peccato e metterla in piedi sulla roccia, la salda roccia della sua Verità e del suo Amore .” Il Salvatore è stato inviato per “salvarci soprattutto dal male profondo, radicato nell’uomo e nella storia: quel male che è la separazione da Dio, l’orgoglio presuntuoso di fare da sé, di mettersi in concorrenza con Dio e sostituirsi a Lui, di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di essere il padrone della vita e della morte.”

E’ la risposta di Dio al nostro grido di aiuto e “Dio nutre per noi un amore così forte, da non poter rimanere in Se stesso, da uscire da Se stesso e venire in noi, condividendo fino in fondo la nostra condizione.” Una solidarietà divina, dice il Papa “Solo il Dio che è amore- dice Benedetto XVI- e l’amore che è Dio poteva scegliere di salvarci attraverso questa via, che è certamente la più lunga, ma è quella che rispetta la verità sua e nostra: la via della riconciliazione, del dialogo, della collaborazione.” Poi il Papa fa il consueto giro del mondo per essere “voce di chi non ha voce.” Dal Corno d’Africa dove si soffre fame e e carestia al Sud-Est asiatico “particolarmente della Thailandia e delle Filippine, che sono ancora in gravi situazioni di disagio a causa delle recenti inondazioni.” E poi le guerre “che ancora oggi insanguinano il Pianeta”. Il Papa chiede “pace e stabilità” per la Terra che Dio “ha scelto per venire nel mondo, incoraggiando la ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi. Faccia cessare le violenze in Siria, dove tanto sangue è già stato versato. Favorisca la piena riconciliazione e la stabilità in Iraq ed in Afghanistan.

Doni un rinnovato vigore nell’edificazione del bene comune a tutte le componenti della società nei Paesi nord africani e mediorientali. La nascita del Salvatore sostenga le prospettive di dialogo e di collaborazione in Myanmar, nella ricerca di soluzioni condivise. Il Natale del Redentore garantisca stabilità politica ai Paesi della Regione africana dei Grandi Laghi ed assista l’impegno degli abitanti del Sud Sudan per la tutela dei diritti di tutti i cittadini.” Lo sguardo verso Lui che “ha portato al mondo un messaggio universale di riconciliazione e di pace. Apriamogli il nostro cuore, accogliamolo nella nostra vita.”

Poi il Papa ha proseguito con gli auguri in 60 lingue diverse. In particolare in italiano il Papa ha detto:”La nascita di Cristo Salvatore e l’accoglienza gioiosa del suo Vangelo di salvezza rinnovino i cuori dei credenti, portino pace nelle famiglie, consolazione ai sofferenti e aiutino gli abitanti dell’intero Paese a crescere nella reciproca fiducia per costruire insieme un futuro di speranza, più fraterno e solidale.”

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