I giovani pregano davanti alla Sindone per il Sinodo

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L’arcivescovo di Torino e Custode pontificio della Sindone, mons. Cesare Nosiglia, ha presentato martedì 21 novembre 2017 l’iniziativa in preparazione al Sinodo mondiale dei giovani del prossimo ottobre. Infatti nell’ottobre 2018 si terrà a Roma il Sinodo dei vescovi sui giovani e le diocesi Piemonte e Valle d’Aosta hanno lanciato il pellegrinaggio che porterà i giovani a Roma:

il 9 e 10 agosto i giovani, provenienti dalle 17 diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta, si incontreranno alla Reggia di Venaria e raggiungeranno Torino; mentre nel pomeriggio e nella sera del 10 i giovani verranno accolti nella Cattedrale di Torino, dove avranno l’opportunità di fermarsi in preghiera di fronte alla Sindone; infine nella notte del 10 agosto il pellegrinaggio proseguirà verso Roma, dove incontreranno il Papa nella veglia di sabato 11 agosto e nella messa di domenica 12 agosto, insieme con tanti giovani italiani.

Nella presentazione dell’iniziativa mons. Nosiglia ha ripreso la sua lettera pastorale, dedicata ai giovani: “Nella mia lettera pastorale ‘Maestro dove abiti’ ho sviluppato i contenuti e obiettivi del Sinodo a partire dal primo capitolo del Vangelo di Giovanni dove il giovane discepolo amato dal Signore lo incontra insieme ad Andrea e stanno nella sua casa tutto il pomeriggio così da conoscerlo, parlare con lui e diventare suoi discepoli.

Poi una volta tornati a casa loro annunciano ai fratelli e amici quanto hanno sperimentato e li invitano a conoscere anche loro e a Incontrare Gesù riconosciuto come Messia e Salvatore. Questo discepolo amato è lo stesso che sotto la croce del Signore lo accompagnerà, unico tra gli altri discepoli, fino alla morte e ne constaterà poi la risurrezione. Dunque questo giovane discepolo è modello ed esempio per ogni giovane nel cercare e incontrare il Signore, stare con lui nella sua dimora e diventare così suo annunciatore presso amici e coetanei”.

Poi ha indicato il ruolo ‘pastorale’ della Sindone: “L’iniziativa che vedrà come protagonisti i giovani intende anche sottolineare il ruolo ‘pastorale’ della Sindone: le grandi ostensioni pubbliche come tema forte di pellegrinaggio, ma poi anche i momenti ‘dedicati’ come questo, in cui la pastorale sindonica si inserisce nel cammino presente della Chiesa, torinese e universale. Nello stesso contesto si colloca anche l’ostensione mondiale televisiva del 2013 dedicata ai malati e al mondo della sofferenza”.

Infine, richiamando il gesto di papa Francesco nella visita alla Sacra Sindone, ha affermato la fiducia nei giovani: “I giovani davanti alla Sindone sono un grande segno di speranza: per le nostre diocesi come per la città e i territori della Regione. Perché questo cammino verso Roma è un segnale di continuità della fede, nella devozione alla Sindone che significa anche continuità della nostra storia ‘cristiana’ in questa terra…

La Sindone ci mostra realisticamente l’impronta di Gesù Cristo crocifisso e risorto. I giovani sono chiamati a seguire tale impronta per tracciare un nuovo cammino della Chiesa e l’annuncio a tutti del Vangelo attraverso l’amore di Cristo, per ogni persona, che suscita percorsi di fede e di innovamento di sé, degli altri e dell’intera società”.

Il responsabile regionale della pastorale giovanile, don Luca Ramello, ha spiegato il motto di questa esperienza: ‘L’amore lascia il segno’: “Il motto evoca lo stile di discernimento richiesto dal Documento preparatorio del Sinodo. Infatti, come si legge nel Documento, ‘attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi. Come un tempo Samuele e Geremia, ci sono giovani che sanno scorgere quei segni del nostro tempo che lo Spirito addita.

Ascoltando le loro aspirazioni possiamo intravvedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere’. Esso si pone come un riferimento esplicito alla Sindone, quale impareggiabile ‘documento’ scritto con le ferite della crocifissione, in cui lo sguardo credente riconosce il segno lasciato dall’Amore di Gesù Cristo.

Come ebbe a dire Benedetto XVI davanti al Telo il 2 maggio 2010, ‘la Sindone è un’Icona scritta col sangue; sangue di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e ferito al costato destro. L’immagine impressa sulla Sindone è quella di un morto, ma il sangue parla della sua vita. Ogni traccia di sangue parla di amore e di vita’. Davvero l’Amore lascia il segno!”.

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