Per l’AFI la famiglia è il futuro: a colloquio con Maurizio Bernardi

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A giugno l’AFI (Associazione Famiglie Italiane) ha festeggiato il 25^ anniversario della sua fondazione e aveva come scopo di ‘rendere la famiglia consapevole della propria identità e del ruolo originale e originario che essa è chiamata a svolgere’. In buona sostanza di risvegliare la coscienza delle famiglie di essere ‘protagoniste’ della cosiddetta ‘politica familiare’ ed assumersi la responsabilità di trasformare la società.

Per ricordare la ricorrenza, celebrata con un convegno, abbiamo intervistato Maurizio Bernardi, ex presidente nazionale dell’AFI, assessore delegato al Progetto fattore Famiglia di Castelnuovo del Garda (VR) e fino al 2014 sindaco della città che a livello nazionale ha ottenuto importanti riconoscimenti per le politiche familiari adottate, grazie ad un progetto elaborato nel 2007: il Piano Integrato delle Politiche Familiari, aggiornato negli anni.

Il titolo del convegno era ‘Famiglia è.. il solo futuro’: perché?
“Questa espressione nasce all’interno dell’Afi nella convinzione che l’uomo è per sua natura essere sociale, relazionale, solidale che nasce, cresce e diventa persona solo se è pienamente inserito nella prima società dell’uomo stesso: la Famiglia.

La società di oggi, dominata dalla finanza e dal mercato, sembra cercare in tutte le maniere possibili e con una logica che non guarda al futuro, di smantellare le sane e durature istituzioni relazionali comunitarie, in primis la Famiglia, che rendono l’uomo dipendente (da sane relazioni) e indipendente al tempo stesso (dai ricatti dei soggetti padroni della società).

E’ chiaro allora che l’uomo che vorrebbe questa società è un individuo debole, non ‘protetto’ dalle relazioni familiari, dai legami generazionali, dalla rete di comunità e quindi più facile preda di mode e tendenze che lo rendono semplice membro di un gregge di suoi simili che rinunciano alla propria identità e alle proprie radici”.

Quale significato riveste il festeggiare 25 anni?
“L’Afi è numericamente una piccola associazione che nacque 25 anni fa dall’idea manifestata dalla ‘Familiaris Consortio’ che la famiglia ‘organizzata’ dovesse svolgere esplicitamente un ruolo socio-politico nella società ‘…diversamente le famiglie saranno le prime vittime di quei mali, che si sono limitate ad osservare con indifferenza’ (n 44 Familaris Consortio).

25 anni di vita sono un traguardo importante per una associazione che non nasce da un problema a forte impatto emotivo o da una logica lobbistica, ma si pone controcorrente a promuovere e difendere l’istituzione naturale dell’uomo perché ha colto, in tempi non sospetti l’emergenza culturale, sociale, economica derivante dalla deriva valoriale, da mode e costumi individualisti, dalle crisi economiche e sociali, dalla calo dei matrimoni e dal crollo delle nascite.

Ebbene ritrovarsi dopo 25 anni a poter dire che l’Afi e molte altre persone, quasi esclusivamente del mondo cattolico, già prevedevano le crisi che oggi stiamo vivendo, non è certo una soddisfazione, ma ci consente di continuare con maggiore forza e convinzione nell’azione promozione della Famiglia autentico soggetto di welfare generativo.

L’Afi si muove in ambiti diversi e su più livelli. A livello di associazione locale è molto autonoma e si confronta e opera direttamente sul proprio territorio, con azioni di vicinato, attività di formazione e di solidarietà spesso insieme ad altre associazioni e in collaborazione con le pubbliche amministrazioni locati.

A livello intermedio è spesso presente nei Forum Regionali delle Associazioni Familiari dove svolge attività di collegamento e proposta di buone politiche regionali. A livello nazionale è protagonista all’interno del Forum Nazionale delle più importanti iniziative che riguardano le leggi che maggiormente incidono sulla vita delle famiglie che, malgrado tutto, sono l’autentico motore di questa nostra nazione”.

Il Fattore Famiglia può essere uno strumento di equità fiscale? E’ facilmente applicabile?
“Una delle più importanti iniziative del Forum è proprio il Fattore Famiglia che è nato in seno all’Afi e che può essere vero strumento di equità fiscale in quanto inserisce una ‘No Tax Area’ modulata da una scala di equivalenza che tiene correttamente conto dei fattori che condizionano le disponibilità socio-economiche reali di ciascun nucleo familiare.

Il Fattore Famiglia è facilmente applicabile, comporta uno sforzo minimo di natura organizzativa e, per partire, necessita di un finanziamento assolutamente alla portata del bilancio statale. Le più recenti stime del Forum e delle Università che con esso collaborano dicono che l’importo netto necessario è di circa € 4.000.000.000 … meno di quanto stiamo spendendo per salvare qualche banca.

Il Fattore Famiglia inoltre si adatta benissimo anche a livello comunale per l’erogazione di agevolazioni di alcuni dei servizi che spesso i comuni già svolgono: retta dell’asilo nido, della scuola d’infanzia, del trasporto scolastico, erogazioni sociali. Alcuni comuni già applicano questo strumento e molti altri, in varie regioni italiane, stanno per completare l’iter burocratico per poterne iniziale l’applicazione”.

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