Un viaggio denso di significati in Polonia. Soprattutto per ciò che avveniva nel resto del mondo
Resoconto di una quattro giorni che forse ha cambiato qualcosa nel pianeta. Papa Francesco era partito da Roma nel primo pomeriggio di mercoledì 27 luglio, dai 30 gradi capitolini all’ombra, si è ritrovato dopo due ore a Cracovia con 10 gradi in meno, ma con grande pathos per vivere la Giornata mondiale della gioventù (Gmg). Giorni intensi che hanno messo a dura prova il Santo Padre, ma anche la sicurezza, in tutte le manifestazioni al quale ha partecipato.
Sono stati contati 19 agenti intorno a lui, soprattutto da parte del governo polacco che ha rafforzato i controlli dopo i fatti di Nizza e Rouen, cingendo Sua Santità in una cintura impenetrabile. Ne hanno fatte le spese due rabbini, quello della Polonia Schudrich e l’argentino amico del Papa Skorka, bloccati dalla polizia nonostante avessero i pass autorizzativi.
Quasi un milione di persone ha inneggiato a Papa Francesco nel pomeriggio di giovedì 28 nel Parco Jordan a Blonia in Cracovia, nonostante la pioggia insistente e il freddo, quella moltitudine di giovani provenienti da tutta Europa, ma anche dal Canada, dagli Stati Uniti e da Paesi del Sudamerica, irradiavano con i loro canti una felicità nascosta, inusuale per questi tempi.
Nella mattinata di giovedì Papa Francesco, giunto presso il Monastero di Jasna Gora, ha pregato nella Cappella della Madonna Nera (il quadro ligneo con il volto della Madre di Dio fu sfregiato nei secoli passati da alcuni miscredenti). Quì, durante la celebrazione della messa, il Pontefice è inciampato, scivolando a terra è caduto mentre aveva tra le mani l’incensiere e si stava avvicinando al quadro della Madonna per venerarla. Bergoglio si è rialzato subito accompagnato dai sacerdoti presenti.
Ritornando all’incontro con i giovani a Blonia, lasciando il discorso scritto, ha chiesto a gran voce ai giovani: «Le cose si possono cambiare nel mondo?» Un “sì” pronunciato in tutte le lingue è stata la risposta. Francesco ha voluto ribadire ai ragazzi che per coloro che seminano morte e distruzione «le cose possono cambiare. Siamo pronti all’ascolto di coloro che non comprendiamo e di quelli che vengono da altre culture, altri popoli». Il Papa è giunto all’incontro con i giovani utilizzando un tram elettrico, con i colori vaticani bianco-giallo, sul quale erano presenti anche molti ragazzi con handicap che lo attorniavano. Gli italiani presenti a questa Gmg sono stati oltre 90.000 arrivati con treni, pullman, aereo, molti anche a piedi.
Venerdì Papa Francesco ha visitato il campo di sterminio nazista di Auschwitz. Rimarranno le immagini di lui che è entrato a piedi, in un silenzio irreale, e nella Piazza dell’Appello, luogo dove avvenivano le impiccagioni, ha sostato in preghiera per poi giungere alla cella “della fame” soffermandosi a lungo nel luogo ove morì San Massimiliano Kolbe. Figura di martire della carità, il francescano Padre Kolbe fu deportato nel 1941 nel campo di sterminio, destinato nel blocco 14 a lavori umilianti, come il trasporto dei corpi verso il forno crematorio. Offrì la sua vita in cambio di un prigioniero, padre di famiglia. Fu quindi relegato con altri ebrei in una piccola cella, morirono tutti in pochi giorni di fame e sete e padre Kolbe, ancora vivo dopo 14 giorni, fu ucciso con una iniezione di acido fenico pronunciando all’aguzzino le parole «tu non hai capito nulla della vita perché noi siamo qui per amare»; era il 14 agosto del 1941. Ricorre quest’anno il 75° anniversario del martirio.
Sabato è stato dedicato agli incontri con i sacerdoti, le religiose, i consacrati e i seminaristi, poi nel pomeriggio la veglia di preghiera con i giovani nel Campus Misericordiae di Krakow, ove la mattina di domenica 31 ha dapprima visitato due strutture costruite dalla Caritas per accogliervi poveri ed anziani in difficoltà, ha benedetto i locali ove è presente una statua della Madonna di Loreto. Subito dopo ha celebrato la messa dinanzi ad una folla di oltre un milione e mezzo di giovani. Nell’omelia ha detto: «fidatevi del ricordo di Dio: la sua memoria non è un “disco rigido” che registra e archivia i nostri dati, la sua memoria è un cuore tenero di compassione. Proviamo anche noi a custodire la memoria di Dio e il bene che abbiamo ricevuto in questi giorni».
Una Gmg nella quale il Santo Padre, nelle sue riflessioni, ha voluto indicare che «in questo mondo in guerra per sconfiggere la violenza ci vuole fraternità e fratellanza, comunione e famiglia. Come sempre è più facile costruire ponti che muri». A margine di questa Gmg c’è da registrare che una delegazione dei media polacchi ha regalato a Padre Lombardi – che con questo viaggio conclude il suo decennale incarico come “portavoce vaticano” – un cappello di feltro dei Monti Tatra con conchiglie e penna identico a quello regalato a Papa Francesco nonché uno zaino del pellegrino. Padre Lombardi è arrivato in Polonia con il suo successore designato alla direzione della Sala stampa Vaticana, Greg Burke.