Papa Francesco alle suore: lavorare secondo carisma

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A Roma si è svolta la XX Assemblea Plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), che ha riunito 854 religiose, responsabili di Congregazioni femminili di vita apostolica, provenienti da 80 Nazioni, sul tema ‘Tessere la solidarietà globale per la vita… perché abbiano vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10,10)’ per celebrare il mezzo secolo di vita dell’Unione nell’anno del Giubileo.

Alcune sono giunte da aree di conflitto e guerra dove le persone sperimentano, quotidianamente, grande sofferenza e privazioni; altre da paesi dove essere cattoliche è visto da alcuni come una minaccia o un motivo per perseguitarle. Il momento centrale è stato sicuramente il colloquio con papa Francesco, a cui hanno posto alcune domande, di cui quella che è diventata il ‘punto nevralgico’ ha riguardato il ‘genio femminile’ all’interno della Chiesa, a cui ha risposto con un enunciato articolato che valuta ancor di più la presenza della donna all’interno di essa:

“Si deve andare oltre, perché per tanti aspetti dei processi decisionali non è necessaria l’ordinazione. Non è necessaria… Per esempio per i migranti: al dicastero per i migranti una donna potrebbe andare. E quando c’è necessità, adesso che i migranti entrano in un dicastero, della giurisdizione, sarà il Prefetto a dare questo permesso. Ma nell’ordinario può andare, nell’esecuzione del processo decisionale.

Per me è molto importante l’elaborazione delle decisioni: non soltanto l’esecuzione, ma anche l’elaborazione, e cioè che le donne, sia consacrate sia laiche, entrino nella riflessione del processo e nella discussione. Perché la donna guarda la vita con occhi propri e noi uomini non possiamo guardarla così. E’ il modo di vedere un problema, di vedere qualsiasi cosa, in una donna è diverso rispetto a quello che è per l’uomo. Devono essere complementari, e nelle consultazioni è importante che ci siano le donne”.

Un’altra interessante domanda riguardava le risorse finanziare necessarie per compiere la missione, al quale il papa ha risposto di trovare il proprio carisma e di vivere in povertà: “Si deve pregare e lavorare secondo il proprio carisma; e quando il carisma ti porta ad andare avanti con i rifugiati, con i poveri tu devi farlo, e ti diranno ‘comunista’: è il meno che ti diranno. Ma devi farlo. Perché il carisma ti porta a questo… E sì, è la croce. Di Gesù che cosa hanno detto? Chi era Belzebù, che aveva il potere di Belzebù. La calunnia, siate preparate… Essere perseguitati è l’ultima delle Beatitudini”.

Nei giorni precedenti la presidente dell’UISG, suor Carmen Sammut, aveva introdotto l’Assemblea plenaria con queste parole: “Ogni tre anni abbiamo l’occasione di incontrarci tra noi, membri della UISG, tutte insieme. Il nostro primo obiettivo è quello di conoscerci le une con le altre e conoscere dal di dentro i contesti e le situazioni che viviamo in tutti gli angoli del mondo. E’ per questo che incontrarci è così importante, avendo tempo di condividere nei gruppi linguistici…

Abbiamo un grosso potenziale, per il nostro numero e per essere immerse in tutte le diverse situazioni del nostro mondo attuale. Speriamo di essere capaci di riconoscere dove lo Spirito Santo ci sta conducendo e di scegliere orientamenti e azioni da intraprendere insieme in favore della vita del nostro pianeta, delle persone marginalizzate e di un impegno più condiviso e intercongregazionale come religiose”.

Suor Márian Ambrosio, membro della Congregazione delle Suore della Divina Provvidenza, ha invitato a ritrovare il dono della profezia: “La Vita Religiosa è la forza di un ‘come’. Sottolineiamo la parola: come. E’ il nostro modo di fare, è la maniera di seguire Gesù che conferisce significato al nostro essere Religiose di Vita Apostolica. Noi siamo, per la Chiesa e per la Società, la forza del come. La parola più forte, intensa, per esprimere questo concetto oggi è ‘profezia’…

Le profetesse e i profeti della Bibbia chiedono al popolo che comprenda il presente in termini di una azione futura di Dio. Le prime e i secondi erano persone orientate al futuro, scrutavano il futuro. Gridavano affinché il popolo cambiasse direzione, che agisse in vista del futuro. Le profezie insistono nel ripetere la frase ‘cose nuove’, qualcosa di nuovo, nuovo cielo, nuova era, cuore nuovo, nuovo spirito, nuova terra, una nuova Gerusalemme. La profezia è sempre portatrice di speranza”.

L’indiana suor Mary Sujita, appartenente alla Congregazione delle suore di Notre Dame,ha parlato della vicinanza ai poveri nelle periferie per riscaldare i loro cuori: “Quando avremo messo radici in Dio, saremo spinte dall’interno ad abbandonare le nostre aree di comodità per essere profetesse intrepide e guaritrici, la cui autentica presenza e testimonianza sfiderà i poteri oppressivi e seminatori di discordia della nostra società.

Lo spirito di libertà e lo spirito di amore sono le fondamenta su cui costruire una solidarietà globale per la pienezza di vita… Oggi ci sono all’incirca 27.000.000 persone sottoposte alla tratta, il numero più alto registrato nella storia! La tratta di uomini è la terza industria del crimine internazionale per dimensioni, dietro soltanto alle droghe illegali e al traffico d’armi. La ratta di donne e bambini per lo sfruttamento sessuale è l’impresa criminale in più rapida crescita nel mondo.

La disparità di genere e leggi discriminatorie intrappolano le donne nella povertà e non riescono a proteggerle dalla violenza, rendendole vulnerabili alla prostituzione e alla tratta. Da parecchi anni a questa parte numerose religiose sono entrate in questo impegnativo ministero e stanno cambiando le cose fra le persone oggetto di traffici…

Solidarietà significa sollecitudine verso le ingiustizie commesse contro il prossimo poiché non meno gravi dell’ingiustizia contro se stessi. La solidarietà genuina richiede una comprensione a livello cuore della nostra chiamata profetica e un impegno totale sul movimento di Gesù per l’integrale liberazione di ogni essere umano.

Richiede da noi, persone consacrate, un’azione comune, insieme a tutte le persone di buona volontà, per affrontare le cause fondamenti dell’ingiustizia e le fonti di violenza nel nostro mondo. Solidarietà genuina significa impegno con gente reale, soprattutto quella povera ed emarginata del nostro tempo”.

Suor Gabriella Bottani ha raccontato l’esperienza del progetto ‘Talitha Kum’: “La rete della vita consacrata contro la tratta di persone inizia a prendere forma dalla fine degli anni ‘90 del secolo scorso, quando il fenomeno della tratta di persone iniziava ad essere riconosciuto come una grave violazione dei diritti umani e la Commissione Giustizia e Pace della UISG decise di formare un gruppo di lavoro sulla tratta…

Lavorare in rete è una chiamata, rivolta a tutte noi da Cristo, una chiamata a tessere relazioni di solidarietà per contrastare questo crimine contro l’umanità. Di fronte all’arroganza e alla violenza del male dobbiamo unirci e sostenerci nel bene, rendendo visibile l’illimitato amore di Dio in Cristo Gesù. La chiamata viene dal dolore di questa nostra epoca, che chiede segni di vita e di speranza. Questo ci sfida e ci richiede di accogliere con umiltà e coraggio la grande ricchezza e la forza del bene, quando condiviso”.

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