Nello Scavo ci parla di papa Francesco
Il 13 marzo ricorre il terzo anniversario del pontificato di papa Francesco, eletto nel 2013: in questi anni papa Francesco, oltre ad un articolato magistero, ha saputo mostrare alla Chiesa e al mondo un modo nuovo di interpretare il suo ministero e la sua missione.
Per capire meglio il suo modo di ‘fare il papa’ abbiamo rivolto alcune domande a Nello Scavo, giornalista di Avvenire ed autore del libro-inchiesta ‘I nemici di Francesco’, e di altri libri di successo quali ‘La lista di Bergoglio’, tradotto in 15 lingue, ed ‘I sommersi e i salvati di Bergoglio’.
Nel prologo dell’ultimo libro ha scritto: “Bergoglio lo sa. Alcune volte ne ha parlato in privato. Altre lo ha lasciato intendere in pubblico. Dentro e fuori la Chiesa ci sono ostacoli, resistenze, lotte. I serpenti si annidano negli ambienti curiali come nei centri di potere internazionali. Il papa della misericordia è anche un papa avversato. Sugli oppositori interni già si scrivono pagine di cronaca e interi tomi. Ma è anche la trincea esterna al perimetro della Città del Vaticano, quella foriera di pericoli sempre nuovi e talvolta imprevedibili, che merita di essere esplorata”.
A lui abbiamo chiesto di spiegarci chi sono i nemici di papa Francesco: “Credo che i nemici di papa Francesco siano soprattutto quei portatori di interessi il cui profitto si basi sullo sfruttamento dei più deboli. Dai grandi poteri finanziari, ai produttori di armi, alle multinazionali che spremono i lavoratori (bambini compresi), per non dire dei boss dell’energia e dei trafficanti di esseri umani. Tutte queste categorie, e l’elenco non è esaustivo, hanno manifestato inquietudine per l’atteggiamento del papa, il quale ha avuto il coraggio di dire che il re è nudo, con questo avviando una reazione a catena su scala mondiale”.
Ma ci sono anche nemici ‘interni’?
“Naturalmente non mancano i nemici interni, ma quelli fanno parte del paesaggio che qualsiasi pontefice deve affrontare. Sia chiaro: non esiste alcuna mafia vaticana e neanche la fantasia perversa di un giallista mitomane potrebbe immaginarla. E’ vero che frustrazioni personali e difesa di privilegi e spazi di potere minacciati, se non del tutto eliminati, dall’opera di Francesco possano avere suscitato volontà di rivalsa che potrebbero essere alla base, ad esempio, della fuoriuscita di documenti.
Far passare l’idea di un papa volenteroso, ma in fondo incapace di risanare la curia, è quello che serve sia ai nemici interni che a quelli esterni. Un modo per screditarlo, in apparenza senza essere offensivi. Qualcosa del genere sta accadendo con l’imminente esortazione sulla famiglia. Prima ancora che il testo di papa Francesco venga diffuso, i soliti ‘bene informati’ ci fanno sapere che vi sarebbero state numerose richieste di correzioni al testo. Spifferi che hanno il solo scopo di preparare il terreno a un nuovo scontro con il pretesto della difesa della verità”.
Perché vogliono screditare il papa?
“Il diavolo, ripete spesso papa Bergoglio, entra sempre dal portafoglio. E non è solo un’immagine metaforica. Chiunque sente minacciato il proprio potere fondato sulla menzogna e sullo ‘status quo’ non può starsene a guardare mentre un Pontefice mette a repentaglio quegli interessi. E lo stesso vale per quella parte di Curia Romana che ha prosperato facendosi scudo di privilegi leciti ma, quantomeno, anacronistici”.
Dopo questi primi anni di pontificato, papa Francesco cosa chiede alla Chiesa?
“Né più né meno di quello che chiede il Vangelo. E il Giubileo della Misericordia altro non è che un appello a riscoprire la vocazione originaria dell’essere cristiani. Non ho titolo alcuno per esprimermi su questo. Ma certo la questione non lascia indifferenti neanche i cosiddetti ‘lontani’ dalla fede”.
Recentemente papa Francesco ha scritto una lettera a Socci: ha scombussolato i ‘piani’ di qualcuno?
“Ha dimostrato e ribadito che criticare il Papa, senza secondi fini, non è una bestemmia. E di certo, per quanto le distanze possano apparire talvolta incolmabili, c’è sempre spazio per dialogare. Inoltre, papa Francesco ha anche ribadito che non teme le critiche e che lui per primo è disponibile prima di tutto ad ascoltare”.
Perché il papa ha voluto questo Giubileo?
“Lo ha spiegato lui quando lo ha annunciato: ‘Ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: Siate misericordiosi come il Padre’. Una categoria, quella della Misericordia, che non sembra guidare i passi degli ostili a papa Francesco”.