Il mondo ortodosso ha riconosciuto la Santa Casa di Loreto

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Sabato 5 marzo a Loreto è stata vissuta una giornata storica, che ha segnato un ulteriore tassello, unendo ancor più il mondo latino cattolico con quello orientale bizantino, ed un ulteriore ‘arricchimento reciproco dei valori spirituali e culturali’:

nella città mariana marchigiana, in occasione del settimo centenario della fondazione dell’attuale basilica pontificia, autorità ortodosse delle Chiese di Albania, Georgia, Grecia, Romania, Russia e Serbia si sono riunite in preghiera presso la Santa Casa insieme alla delegazione pontificia e ai rappresentanti della Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta. Promotore dell’evento è stato il principe Alessio Angelo Comneno di Tessaglia, presidente dell’Accademia angelico costantiniana: “Intendiamo promuovere un ponte tra i due mondi, quello latino cattolico e quello orientale bizantino, e un reciproco arricchimento dei valori spirituali e culturali”.

Al convegno hanno partecipato i rappresentanti delle 7 città gemellate con Loreto: Altötting (Germania), Częstochowa (Polonia), Fátima (Portogallo), Nazaret (Israele), Daroun Harissa (Libano), Istra (Russia) e Tukums (Lettonia). La preghiera (paràklisis) rivolta alla Madonna Theotokos, è stata condotta dal metropolita Gennadios Zervos, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta ed esarca dell’Europa meridionale, alla presenza del delegato pontificio per il santuario lauretano, mons. Giovanni Tonucci, alla presenza delle autorità civili italiane, armene, russe e greche, provenienti in particolare dalle città di Arta, nell’Epiro, di Pili e Trikala, in Tessaglia, e delle rappresentanze diplomatiche presso la Santa Sede di Italia, Grecia, Romania e Federazione Russa.

L’evento ha segnato il riconoscimento ufficiale della più antica reliquia mariana da parte del mondo ortodosso a seguito degli studi condotti da padre Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione universale della Santa Casa di Loreto, e dal ricercatore storico greco Haris Koudounas, dell’Accademia angelico costantiniana di Roma.

Secondo il comunicato diffuso da quest’ultima, organizzatrice dell’evento, sarebbe ora definitivamente accertato che la casa abitata dalla famiglia della Vergine Maria a Nazaret, dove venne annunciata la nascita miracolosa di Gesù, fu traslata nel 1294 a Loreto dalla famiglia degli Angelo-Comneno Ducas, imperatori di Bisanzio e successivamente despoti di Epiro e Tessaglia. Prima di giungere nelle Marche, la Santa Casa fu custodita dal despota Giovanni Angelo-Comneno, a Pili, in Tessaglia, presso la basilica Porta Panagia, eretta a questo scopo e tuttora esistente.

A tal proposito il metropolita Gennadios Zervos, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta, del patriarcato ecumenico, ha affermato: “Questa tappa gloriosa salva un grandissimo e importantissimo capitolo della storia bizantina. Domina la Panaghia, la Madre di tutti. La santissima Theotokos a Loreto, dove una parte della sua abitazione esiste da secoli, unisce i due meravigliosi mondi latino e bizantino. La sua figura salva la storia e la civiltà in cui tutta l’Europa deve passare, muoversi e compiere fatti utili e prosperi per tutto il mondo…

Questa Casa fa conoscere tutti i messaggi dell’unità, della pace, della speranza e dell’amore per tutta l’umanità. Noi dobbiamo pregare e sentire fortemente nel nostro cuore che forse il più grande peccato dell’umanità è la divisione della Chiesa, le nostre divisioni che Dio non vuole. E Dio soffre, il nostro Salvatore, perché non abbiamo ancora realizzato il Suo testamento, che è la Sua volontà: che tutti siano una cosa sola”.

Mons. Tonucci ha definito l’incontro importante, in quanto “le sorelle Chiese orientali vantano dei vincoli storici con la Santa Casa di Loreto per le vicende che hanno determinato il trasferimento delle sante pietre dall’Oriente alle coste occidentali dell’Adriatico. E’ quindi del tutto opportuno e provvidenziale che questo incontro, di studio e preghiera, sia avvenuto nella basilica della Santa Casa, in uno spirito di fede e di fraternità”.

L’incontro religioso è stato preceduto da un seminario internazionale intitolato ‘La via degli angeli’, suddiviso in due parti: nella prima è stato illustrato il nuovo studio storico-scientifico relativo al trasporto delle reliquie della Santa Casa di Loreto da Porta Panagia di Pili, in Tessaglia, realizzato dalla famiglia degli Angelo Comneno; nella seconda parte è stato sviluppato il tema dello sviluppo del turismo culturale-religioso nell’area del Mediterraneo, in quanto questo importante riconoscimento potrà dare un consistente impulso al turismo religioso tra le due sponde dell’Adriatico, ma anche in Armenia, in Georgia e nell’Italia meridionale (dalla Puglia alla Sicilia).

Nelle sue pubblicazioni storiche padre Santarelli ha scritto: “La dimora terrena di Maria a Nazareth era costituita da due parti: da una Grotta scavata nella roccia, tuttora venerata nella basilica dell’Annunciazione a Nazareth, e da una camera in muratura antistante, composta da tre pareti di pietre poste a chiusura della grotta… Murate tra le pietre della Santa Casa sono state trovate cinque croci di stoffa rossa di crociati o, più probabilmente, di cavalieri di un ordine militare che nel medioevo difendevano i luoghi santi e le reliquie.

Vi sono stati trovati anche alcuni resti di un uovo di struzzo, il quale subito richiama la Palestina e una simbologia riferentesi al mistero dell’Incarnazione. La Santa Casa inoltre, per la sua struttura e per il materiale in pietra non reperibile in zona, è un manufatto estraneo alla cultura e agli usi edilizi marchigiani. D’altra parte i raffronti tecnici della Santa Casa con la grotta di Nazareth hanno messo in luce la coesistenza e la contiguità delle due parti.

A conferma della tradizione è di grande importanza un recente studio sul modo in cui sono lavorate le pietre, cioè secondo l’uso dei Nabatei, diffuso nella Galilea ai tempi di Gesù. Di grande interesse risultano anche numerosi graffiti incisi sulle pietre della Santa Casa, giudicati dagli esperti di chiara origine giudeo-cristiana e assai simili a quelli riscontrati a Nazareth”.

E nella sua ricerca storica il prof. Koudounas ha analizzato un’epigrafe greca, in cui era scritto ‘la casa o parte della casa è stata salvata’: “E’probabile che in quel periodo (1288-1291) avvenne lo spostamento delle Sante Pietre. La presenza delle ritrovate monete del ducato di Atene a Loreto, testimonia un eventuale passaggio attraverso il ducato. Il ritrovamento delle monete del ducato di Atene a Loreto sta a dimostrare che le sacre pietre sono transitate per il ducato, dopo essere arrivate via mare dal porto di Acri (Palestina)”.

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