Il Papa tra il Messaggio per la Quaresima ed il Presidente iraniano Rouhani

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Il Messaggio per la Quaresima e l’udienza al Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Hassan Rouhani. Sono i due appuntamenti principali della giornata di Papa Francesco.

Il Papa invita a compiere opere di misericordia nell’Anno Santo straordinario ed in particolare nel tempo forte della Quaresima. L’uomo che si allontana da Dio si getta – in un delirio di onnipotenza – nelle braccia del demonio “che è la radice di ogni peccato. Tale delirio può assumere anche forme sociali e politiche, come hanno mostrato i totalitarismi del XX secolo, e come mostrano oggi le ideologie del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere Dio irrilevante e di ridurre l’uomo a massa da strumentalizzare. E possono attualmente mostrarlo anche le strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche, che chiudono loro le porte, rifiutandosi persino di vederli”.

La Quaresima dunque è tempo utile “per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante”.

A presentare il messaggio nella Sala Stampa Vaticana è stato il Cardinale Arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro.

Subito dopo le 11 nel Palazzo Apostolico invece il Papa ha ricevuto il Presidente iraniano Rouhani. Un colloquio privato di circa 40 minuti. “La ringrazio tanto per questa visita e spero nella pace” – ha detto il Papa a Rouhani. “Preghi per me, mi ha fatto un vero piacere e le auguro un buon lavoro”, la replica del leader di Teheran.

“Durante i cordiali colloqui – spiega una nota della Sala Stampa Vaticana – si sono evidenziati i valori spirituali comuni e si è poi fatto riferimento al buono stato dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Islamica dell’Iran, alla vita della Chiesa nel Paese e all’azione della Santa Sede in favore della promozione della dignità della persona umana e della libertà religiosa”.

Il Papa e Rouhani hanno poi discusso della “conclusione e applicazione dell’Accordo sul Nucleare e si è rilevato l’importante ruolo che l’Iran è chiamato a svolgere, insieme ad altri Paesi della Regione, per promuovere adeguate soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armi. Al riguardo, è stata ricordata l’importanza del dialogo interreligioso e la responsabilità delle comunità religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della pace”.

Quella di Rouhani è la seconda visita di un Presidente iraniano in Vaticano. La prima risale al 1999 quando l’allora leader, il moderato Khatami era stato ricevuto da Giovanni Paolo II.

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