Affido: la continuità degli affetti è legge

Condividi su...

Con il voto favorevole dei Deputati alla proposta di legge già approvata dal Senato che riguarda ‘il diritto alla continuità degli affetti’(di cui Korazym si era già occupato) si è segnato un passo in avanti importante nel nostro sistema di tutela, a garanzia del supremo interesse del minorenne.

D’ora in poi, al centro delle decisioni che riguardano il futuro dei tanti minorenni costretti ad uscire dalle proprie famiglie d’origine, spesso perché vittime di trascuratezza, maltrattamento o abuso, si porranno i legami e le relazioni affettive significative costruite, spesso faticosamente, nelle famiglie che li hanno accolti, cresciuti e aiutati.

Il garante per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, ha affermato che tale legge consente di mantenere le relazioni socio-affettive createsi nell’esperienza riparativa e protettiva dell’affido: “Nello specifico: se i bambini e gli adolescenti, mentre sono in affidamento, vengono dichiarati adottabili e le famiglie che al momento li accolgono sono disponibili e in possesso dei previsti requisiti di legge per l’adozione, potranno continuare a vivere in quelle stesse famiglie. Potranno comunque mantenere i rapporti con esse e frequentarle, nel caso in cui si decidesse per loro il rientro nella famiglia d’origine.

Ma in questa legge c’è ancora di più, c’è il diritto del minorenne di poter esprime il suo pensiero e quindi il dovere dei decisori, giudici ed operatori, di ascoltarlo prima di assumere qualsiasi decisione sul suo futuro, che sia il ritorno nella sua famiglia d’origine, l’adozione o un nuovo affidamento, e di tener conto del suo pensiero, proprio come previsto all’art. 12 della Convenzione sui diritti dell’infanzia”.

Quindi è una legge importante che rimette al centro il diritto dei bambini affidati ad avere una ‘continuità affettiva’. Infatti, sebbene la legge 149 del 2001 stabilisca in 24 mesi la durata massima dell’affido familiare (come misura necessariamente temporanea e finalizzata al ritorno nella famiglia naturale), circa un terzo degli oltre 13.000 bambini e ragazzi accolti in affido vi si trova da oltre 4 anni, il 25% da 24 a 48 mesi.

Carla Forcolin, fondatrice e presidente dell’associazione ‘La Gabbianella e altri animali’, ha espresso la propria soddisfazione: “E’ un traguardo che aspettavamo da 15 anni. Sulla continuità affettiva avevamo già lanciato due petizioni, la prima nel 2007 e la seconda nel 2010, con una raccolta di firme che aveva avuto grande riscontro, sia tra il pubblico sia tra gli esperti…

I buoni genitori affidatari lavorano per riconsegnare i bambini loro affidati alla famiglia d’origine, lavorano per ricucire le relazioni tra bimbi e genitori biologici, ma poi, fino a oggi, essi dovevano uscire di scena. E’ già una rivoluzione il fatto che, anche dopo il ritorno dei bambini nella famiglia d’origine, i rapporti tra piccoli e genitori affidatari debbano essere mantenuti. E’ la fine della lacerazione del bambino.

Naturalmente sulla carta, poi nella realtà la cosa dipenderà dalla qualità delle persone coinvolte nei rapporti con i minori. Se non riescono a mettersi d’accordo tra loro sull’affidamento condiviso madri e padri biologici, forse non riusciranno ad accordarsi nemmeno genitori biologici e genitori affidatari. Ma non è inutile dire che dovrebbero farlo e che gli affetti dei bambini non si devono interrompere.

Perché, così facendo, entra nella testa della gente un po’ alla volta un concetto difficilissimo e civilissimo: quello per cui i bambini sono persone con gli stessi diritti dei grandi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche la presidente di Genitori si Diventa, Anna Guerrieri: “Personalmente, temo che si stiano creando ‘minori con diritti minori’, ed è un peccato perché la legge mette davvero al centro il bambino e il suo interesse. Ci saranno bambini che potranno essere adottati dai loro affidatari perché si trovano nelle condizioni richieste dalla legge, ovvero quella di essere una coppia sposata da almeno tre anni. E ci saranno bambini che, pur avendo cementato degli affetti forti e ritrovato un equilibrio con un affidatario single, si vedranno negare questo diritto…

In questa nuova legge non si è mai parlato del diritto dell’adulto single all’adozione, ma del diritto del bambino a restare nella sua cornice di affetti. La disponibilità all’affido è un’enorme responsabilità, significa essere disposti a farsi carico di situazioni complicate e del dolore di uno o più bambini. Significa aiutarli a ricostruire una lenta resilienza e accompagnarli per un tempo indefinito, spesso diversi anni. Non penso proprio che questo possa rappresentare una scorciatoia”.

Anche Donata Nova Micucci, presidente nazionale dell’Anfaa, ha espresso apprezzamento per la legge sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare’ fortemente voluta dall’Anfaa e da tutte le altre associazioni operanti in questo settore nonché dal Coordinamento Nazionale Servizi Affidi:

“Rileviamo che questa legge non si limita ad affermare la possibilità che un minore affidato, se dichiarato adottabile, possa, a tutela del suo prioritario interesse, essere adottato dagli affidatari, ‘sussistendo i requisiti previsti dall’articolo 6’ della legge n. 184/1983, ma sottolinea anche la necessità di assicurare, sempre nel suo interesse, ‘la continuità delle positive relazioni socio-affettive consolidatesi durante l’affidamento’ con gli affidatari anche quando egli ‘fa ritorno nella famiglia d’origine o sia dato in affidamento ad un’altra famiglia o sia adottato da altra famiglia’”.

151.11.48.50