Papa Francesco: la misericordia e l’appello alla conversione per gli attentatori di Istanbul

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“Il nome di Dio è misericordia”. Lo ha detto Papa Francesco nel libro-conversazione con il giornalista Andrea Tornielli, citando Benedetto XVI, ed è diventato subito il titolo del libro. E lo ribadisce nell’udienza generale di oggi, quando comincia il ciclo delle catechesi sulla misericordia secondo la prospettiva biblica. Un monito che resta sotteso nell’appello preghiera che il Papa fa a seguito dell’attentato di Istanbul, che il 12 gennaio ha causato una decina di morti: “Dio converta il cuore dei violenti”.

Il ciclo di catechesi comincia dal principio, ovvero dall’Antico Testamento. Spiega il Papa: “Nella Sacra Scrittura il Signore è presentato come Dio misericordioso. È questo il suo nome, attraverso cui Egli ci rivela, per così dire, il suo volto e il suo cuore: il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà. Anche in altri testi ritroviamo questa formula, con qualche variante, ma sempre l’insistenza è posta sulla misericordia e sull’amore di Dio che non si stanca mai di perdonare”.

La parola misericordia – spiega il Papa – “evoca un atteggiamento di tenerezza come quello di una madre nei confronti del figlio”, anche perché “ il termine ebraico usato dalla Bibbia fa pensare alle viscere o anche al grembo materno, perciò l’immagine che suggerisce è quella di un Dio che si commuove e si intenerisce per noi come una madre quando prende in braccio il suo bambino, desiderosa solo di amare, proteggere, aiutare, pronta a donare tutto, anche sé stessa. Un amore che si può definire in senso buono viscerale”.

Per Papa Francesco, Dio è come il padre del figlio prodigo, che non ha “un amore di telenovela” perché “è l’amore che fa il primo passo, che non dipende dai meriti umani ma da un’immensa gratuità. Dio sa attendere, i suoi tempi non sono quelli impazienti degli uomini. È come il saggio agricoltore che sa aspettare, lascia tempo al buon seme di crescere, malgrado la zizzania”.

Insomma, sottolinea il Papa, “la fedeltà nella misericordia è proprio l’essenza di Dio”, e “Dio è totalmente e sempre affidabile, una presenza solida e stabile. È questa la certezza della nostra fede. E allora, in questo Giubileo della Misericordia, affidiamoci totalmente a Lui, e sperimentiamo la gioia di essere amati da questo Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore e nella fedeltà”.

Quindi, una preghiera per le vittime dell’attentato di Istanbul. “Vi invito a pregare per le vittime. Che il Signore, il Misericordioso – ha auspicato il Pontefice – dia pace eterna ai defunti, conforto ai familiari, fermezza solidale all’intera società, e converta i cuori dei violenti”.

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