Santa Teresa d’Avila: un messaggio attuale per i giovani
E’ stato trasmesso a fine novembre, dalla televisione spagnola, ‘Teresa’, un film che attualizza la storia di santa Teresa d’Avila ai nostri giorni, incrociandone le vicende biografiche con quelle di una adolescente alle prese con una situazione difficile, diretto da Jorge Dorato e coprodotto per Tve e La Cometa Tv.
Il film narra la vita di Santa Teresa d’Avila dall’ingresso nel Carmelo fino alla fondazione del primo convento a San Josè. E nel capitolo 8 del libro della sua vita la santa così descrive l’orazione, che serve per raggiungere la perfezione:
“Per [non] essermi appoggiata a questa salda colonna dell’orazione, trascorsi quasi vent’anni in questo mare tempestoso sempre cadendo e rialzandomi; ma rialzandomi male, perché tornavo a cadere. Conducevo una vita così lontana dalla perfezione che non facevo quasi più conto dei peccati veniali e, quanto ai mortali, anche se li temevo, non li temevo come avrei dovuto, perché non rifuggivo dai pericoli.
Posso dire che tale vita è una delle più penose che mi sembra si possano immaginare, perché non godevo di Dio, né gioivo del mondo. Quando mi trovavo fra i piaceri mondani, mi dava pena il ricordo di ciò che dovevo a Dio; quando stavo con Dio mi turbavano le affezioni del mondo. Era una lotta così penosa che non so come potei sopportarla anche solo un mese, nonché tanti anni.
Ciò nonostante, vedo chiaramente la grande misericordia che il Signore mi usò dandomi il coraggio, poiché mantenevo rapporti con il mondo, di praticare l’orazione. Dico il coraggio, perché io non so in quale cosa, di quante ne esistono quaggiù, sia necessario un coraggio maggiore di quello che comporta tradire il proprio Re, sapere che egli ne è al corrente e non allontanarsi dal suo cospetto.
Infatti, anche se siamo sempre al cospetto di Dio, a me sembra che in modo speciale vi si trovino quelli che praticano l’orazione, perché sentono che egli li guarda, mentre gli altri possono restare più giorni senza mai ricordarsi che Dio li vede”.
Per approfondire questo tema abbiamo incontrato mons. Roberto Tarquini, specialista in Teologia Spirituale della Diocesi di Terni – Narni – Amelia, chiedendogli di spiegare quali sono i passi da compiere per una via verso l’orazione:
“Il cammino dell’orazione è un dialogo che dobbiamo aprire con il Signore. Se noi decidiamo di far procedere la nostra anima verso Dio ci sono da fare alcuni passi. Il primo passo consiste nella predisposizione alla Sua presenza per essere consapevoli che il Signore ci attende e noi possiamo accoglierlo come un ospite importante nella nostra anima.
Il secondo passo da compiere è quello di farci aiutare nei momenti di aridità da una lettura; il terzo passo si chiama ‘orazione affettiva’, cioè lasciare che il cuore esprima i sentimenti profondi dell’anima al Signore, magari dopo aver letto un brano del Vangelo ed esserci immedesimati nei protagonisti della lettura; il quarto passo è il raccoglimento, che è la capacità che abbiamo nel rientrare in noi stessi e di scendere nel fondo della nostra anima per ascoltare la voce di Dio che parla nel silenzio del cuore”.
Perché santa Teresa privilegiava l’orazione?
“Santa Teresa afferma che l’orazione è il modo migliore per diventare familiari di Dio. Per lei l’orazione è essenzialmente un rapporto a ‘tu per tu’, un assolo con il Signore: questo ci rende intimi di Dio!”
Quindi l’orazione è anche un ‘ricambio’ amoroso?
“Certo, l’amore deve essere contraccambiato; non può esistere un amore a senso unico, c’è sempre una corrispondenza: è la risposta alla proposta di amore che si fa”.
Quanto ha influito in santa Teresa la lettura dei romanzi cortesi in questa perfezione nell’orazione?
“Chi volesse conoscere meglio la mentalità e lo stile di santa Teresa, che è quella di una donna del XVI secolo, deve leggere i romanzi di cavalleria del Medioevo, perché lei era un’appassionata lettrice di questi romanzi dell’ ‘amor cortese’, quali Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta… Quindi chi vuol capire la mentalità di quel tempo deve assolutamente accostare questi romanzi medievali”.