Pace e lavoro, i temi nell’agenda di Papa Francesco oggi

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Pace e lavoro sono i temi nell’agenda di Papa Francesco per il 14 novembre. In tabella, una udienza al presidente dello Sri Lanka, nazione dove la guerra è finita e dove ancora non si è raggiunta la pace; e un partecipato incontro in Aula Paolo VI, con i gruppi del Progetto Policoro della Conferenza Episcopale Italiana, che da ormai venti anni si impegnano a creare reti tra giovani, istituzini e filiere produttive e che hanno creato migliaia di posti di lavoro.

Papa Francesco dice ai gruppi del progetto Policoro di avere “molto a cuore” il lavoro che fanno, anche perché hanno la volontà di “individuare risposte all’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita”.

Prima del Papa, è il Cardinal Angelo Bagnasco, presidente della CEI, a presentare il progetto, e sottolineare come è proprio grazie alla presenza istituzionale della CEI che si sono trovati interlocutori affidabili. Poi, alcuni giovani che si danno da fare nel Progetto Policoro raccontano la loro esperienza, e in che modo riescono a creare lavoro. È un progetto nato per il Sud, dopo la Conferenza Ecclesiale di Palermo del 1995, ma oggi tocca anche regioni più centrali come l’Abruzzo. Figura chiave del Progetto Policoro è quella dell’animatore di comunità, incaricato di fare da collegamento tra gli uffici diocesani, i giovani, le associazioni di volontariato e le istituzioni pubbliche e private. Sono più di 500 le nuove esperienze lavorative che il Progetto Policoro ha contribuito a far nascere, creando circa 4 mila posti di lavoro.

Papa Francesco sottolinea che “con la sua concreta attenzione al territorio e alla ricerca di soluzioni condivise, il Progetto Policoro ha dimostrato come la qualità del lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale esprima e faccia crescere sempre la dignità stessa della vita umana”.

Esorta il Papa: “Non perdiamo di vista l’esigenza di riaffermare questa dignità! (…) Ogni lavoratore ha il diritto di vederla tutelata” e in particolare i giovani che devono “coltivare la fiducia che i loro sforzi, il loro entusiasmo, l’investimento delle loro energie e delle loro risorse non saranno inutili”.

Papa Francesco: “Quanti giovani oggi sono vittime della disoccupazione!” Aggiunge il Papa a braccio: “Quando non c’è lavoro rischia la dignità, perché la mancanza di lavoro non solo non ti permette di portare il pane a casa, ma non ti fa sentire degno di guadagnarti la vita”. Poi prosegue, riferendosi ancora ai giovani: “Quanti di loro hanno ormai smesso di cercare lavoro, rassegnati a continui rifiuti o all’indifferenza di una società che premia i soliti privilegiati (benché non siano corrotti, aggiunge il Papa a braccio) e impedisce a chi merita di affermarsi.” Il lavoro non è un dono gentilmente concesso a pochi raccomandati: è un diritto per tutti!”

Il lavoro del Progetto, per il Papa, riguarda anche l’evangelizzazione, da portare avanti attraverso “il valore santificante del lavoro”.

Conclude il Papa a braccio: “Il vostro lavoro, io lo ho molto a cuore. Soffro quando vedo molta gioventù disoccupata. Pensata in Italia dai 25 anni in giù, quasi il 40 per cento è disoccupato. Cosa fa un giovane senza lavoro? Si ammala, deve andare dallo psichiatra, o cade nelle ‘addizioni’ (le dipendenze, ndr) o si suicida… le statistiche dei suicidi giovanili non sono pubblicate, si escamotaggiano (si tengono nascoste, ndr)… o (il giovane) cerca qualcosa che gli dia un ideale e fa il guerrigliero… ma pensate questi giovani sono la nostra carne, sono la carne di Cristo e per questo il nostro lavoro deve andare avanti per accompagnarli e soffrire in noi quella sofferenza nascosta, silenziosa, che mi angoscia tanto nel cuore”.

In mattinata, Papa Francesco ha incontrato Maithripala Sirisena, presidente dello Sri Lanka, che poi è stato in Segreteria di Stato a colloquio con il Cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato, e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” della Santa Sede. Incontri in cui il processo di pace e riconciliazione dello Sri Lanka hanno avuto di certo una parte preponderante.

Anche perché nei tavoli della riconciliazione è molto coinvolta la Chiesa cattolica. Nel 1956, la maggioranza cingalese dello Sri Lanka impose la propria lingua, e questo portò all’espulsione dei tamil degli incarichi pubblici e alla “fuga” della stessa minoranza in alcune province del Nord e dell’Est. Per decenni subirono discriminazioni, culminate nel massacro di circa 100 mila tamil nel 1983. Nacque poi la formazione delle tigri tamil, il Paese sprofondò in un conflitto anche molto cruento, finché nel 2009 il governo intervenne militarmente nelle province tamil. La guerra è finita, ma la pace è ancora lontana, e la Chiesa cattolica, composta da srilankesi sia di etnia tamil che cingalese, è impegnata in prima linea nell’opera di pacificazione.

È il motivo per cui la riconciliazione è il tema preponderante dell’incontro, come sottolinea il comunicato della Sala Stampa vaticana. I colloqui – si legge nel bollettino – sono iniziati “con un ricordo della Visita del Santo Padre nel mese di gennaio scorso” e “si sono soffermati su alcuni aspetti della storia recente del Paese e sul processo di pace e riconciliazione in corso, con l’auspicio che contribuisca a promuovere una salda armonia sociale. Inoltre, sono stati rilevati il contributo della Chiesa cattolica in vari settori della società e l’importanza del dialogo interreligioso”.
“Vi è stato anche uno scambio sul tema dell’ambiente ed una valutazione dei risultati della Conferenza sui cambiamenti climatici, appena conclusasi a Parigi”, conclude il comunicato.

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