Papa Francesco in Kenya: “La responsabilità di trasmettere la bellezza”
Nonostante i rischi di possibili attentati, che in questi giorni tengono con il fiato sospeso il mondo intero, Papa Francesco – con quella risolutezza che probabilmente solo lo Spirito Santo può ragionevolmente motivare ed infondere – è arrivato all’Aeroporto Internazionale “Jomo Kenyatta” di Nairobi, per iniziare l’undicesimo viaggio apostolico internazionale in terra africana. Ad accoglierlo vi sono il Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, le massime Autorità dello Stato, i Vescovi del Kenya, gruppi di fedeli, cori e danzatori e un gruppo di militari per il tradizionale saluto di stato.
Terminati i saluti di rito, Papa Francesco si trasferisce in automobile alla “State House” (residenza ufficiale del Presidente della Repubblica del Kenya) per la visita di cortesia al Presidente del Paese e un incontro privato nello Studio del Presidente; poi – al termine del colloquio – l’incontro con le altre Autorità del Kenya e con il Corpo Diplomatico. Sono presenti, inoltre, gli esponenti e le personalità del mondo della politica, dell’economia e della cultura.
Il Presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, nel suo discorso ufficiale, ringrazia il Pontefice per aver scelto il Kenya come prima tappa del suo viaggio apostolico, «il mio popolo – afferma il Presidente – l’accoglie con umiltà e gioia». «Vogliamo combattere la corruzione e difendere l’ambiente, in modo che il popolo non sia diviso. Gli eventi che viviamo in questo momento storico ci hanno dimostrato che dobbiamo fare di più per superare i conflitti. C’è un desiderio di dignità nelle persone e talvolta non è facile riconoscerlo. Ci troviamo con identità differenti, divisioni tra le etnie; dobbiamo creare una pace durevole, il dialogo tra le fedi». Poi un particolare riconoscimento alle attività missionarie e alla presenza della Chiesa in Kenya. «La Chiesa – afferma il Presidente Kenyatta – ha offerto il suo servizio nel campo dell’istruzione e ci ha dato la base per un’ampia rete di scuole cattoliche (8000) e 500 università gestite dalla chiesa e dai missionari. Il lavoro della chiesa tiene insieme questa nazione. Chi lavora insieme vince!».
Dopo il discorso del Presidente della Repubblica, Papa Francesco, rivolgendo il suo saluto ai presenti, manifesta la personale gratitudine per la calorosa accoglienza e il desiderio di essere in mezzo al popolo keniota, «il Kenya – sottolinea il Papa – è una Nazione giovane e vigorosa, una comunità con ricche diversità, che interpreta un ruolo significativo nella regione. La vostra esperienza nel plasmare una democrazia è condivisa in vari modi da molte altre Nazioni africane», soprattutto nella capacità di saper edificare le basi del rispetto vicendevole, del dialogo e della cooperazione multietnica.
«La vostra – prosegue il Papa – è anche una Nazione di giovani. In questi giorni, mi aspetto di incontrarne molti e di parlare con loro, al fine di incoraggiarne le speranze e le attese per il futuro. La gioventù è la risorsa più preziosa di ogni Paese. Proteggere i giovani, investire su di essi e offrire loro una mano è il modo migliore per poter assicurare un futuro degno della saggezza e dei valori spirituali cari ai loro anziani, valori che sono il cuore e l’anima di un popolo».
Le immense bellezze del Kenya, nelle sue montagne, i fiumi, i laghi, le foreste e le sue abbondanti risorse naturali sono una benedizione di Dio, «La gente del Kenya – dice Papa Francesco – apprezza grandemente questi tesori donati da Dio ed è conosciuta per la propria cultura della conservazione, che le rende onore. La grave crisi ambientale che ci sta dinnanzi esige una sempre maggiore sensibilità nei riguardi del rapporto tra gli esseri umani e la natura. Noi abbiamo una responsabilità nel trasmettere la bellezza della natura nella sua integrità alle future generazioni e abbiamo il dovere di amministrare in modo giusto i doni che abbiamo ricevuto. Tali valori sono profondamente radicati nell’anima africana. In un mondo che continua a sfruttare piuttosto che proteggere la casa comune, essi devono ispirare gli sforzi dei governanti a promuovere modelli responsabili di sviluppo economico».
Il Pontefice invita tutti a farsi carico dell’opera di riconciliazione e di pace, e a scommettere sul perseguimento del bene comune come obiettivo primario. «L’esperienza dimostra che la violenza, il conflitto e il terrorismo si alimentano con la paura, la sfiducia e la disperazione, che nascono dalla povertà e dalla frustrazione. In ultima analisi, la lotta contro questi nemici della pace e della prosperità dev’essere portata avanti da uomini e donne che, senza paura, credono nei grandi valori spirituali e politici che hanno ispirato la nascita della Nazione e ne danno coerente testimonianza».
Poi Papa Francesco rivolge un particolare invito alle autorità politiche del Kenya, «la promozione e la preservazione di questi grandi valori sono affidate in modo speciale a voi, che guidate la vita politica, culturale ed economica del vostro Paese. È questa una grande responsabilità, una vera e propria vocazione al servizio dell’intero popolo keniota». Infine, il Pontefice, chiede di mostrare «una genuina preoccupazione» per i bisogni dei poveri e dei giovani «e per una giusta distribuzione delle risorse umane e naturali con le quali il Creatore ha benedetto il vostro Paese».
Più volte interrotto da numerosi applausi, Papa Francesco si congeda da questo primo momento ufficiale della sua visita con un saluto in lingua locale: «Mungu abariki Kenya», Dio benedica il Kenya.
Foto: AFP