Santa Teresa d’ Avila, concluse le celebrazioni a 500 anni dalla nascita
«Signore dell’anima mia, tu, quando pellegrinavi quaggiù sulla terra non disprezzasti le donne, ma anzi le favoristi sempre con molta benevolenza e trovasti in loro tanto amore, persino maggior fede che negli uomini. Nel mondo le onoravi. Possibile che non riusciamo a fare qualcosa di valido per te in pubblico, che non osiamo dire apertamente alcune verità?… Vedo però profilarsi dei tempi in cui non c’è più ragione di sottovalutare animi virtuosi e forti, per il solo fatto che appartengono a delle donne».
E’ Santa Teresa d’Avila che profeticamente scrive, nel Cinquecento, queste parole: si è recentemente concluso il cinquecentenario della nascita e mi piace ricordare questa donna eccezionale, un genio femminile che ha innovato il Carmelo nonostante le dure opposizioni che incontrò, di cui espressione emblematica è il giudizio del nunzio pontificio: “Femmina inquieta, errante, disobbediente e ribelle che, sotto il titolo di devozione, inventava male dottrine, andando fuori di clausura contro l’ordine del concilio tridentino e dei prelati, insegnando come maestra contro quello che san Paolo ha raccomandato ordinando alle donne di non insegnare”. (Vita II, XXXI)
Ma Teresa, oggi Dottore della Chiesa, insegnò, con le sue opere e con i suoi scritti, e questo nel XVI secolo, quello di Lutero e del Concilio di Trento, dell’Inquisizione, della Riforma e della Controriforma.
Profetica anche nell’opzione per i poveri con affermazioni per il suo tempo rivoluzionarie: “alcune persone che possiedono quello di cui hanno bisogno e molti denari nello scrigno, guardandosi dal commettere peccati gravi, credono di aver fatto tutto. Godono dei loro averi, fanno di quando in quando un’elemosina, senza pensare che quei beni non sono di loro proprietà. Il Signore li ha loro concessi semplicemente come a suoi amministratori, perché li distribuissero ai poveri: gli dovranno rendere conto del tempo che tengono il denaro loro avanzato nello scrigno, interrompendone e ritardandone l’elargizione ai poveri, i quali forse, in quel momento, stanno nel bisogno”. Nuovi passi su tracce antiche, quelle di Gesù Cristo, e oggi, di Papa Francesco e di Mons. Bertolone, che nella sua ultima lettera pastorale afferma che dobbiamo lasciarci evangelizzare proprio dai poveri!
I testi mistici di Teresa sono tra i più poetici che siano mai stati scritti: una vera parusia di Dio nel femminile, che si articola attorno a tre poli: la comprensione dell’Incarnazione, dell’ Umanità di Gesù Cristo, e di ciò che comporta come risposta; la sua scoperta del centro dell’anima, del “castello interiore”, come residenza di Dio; e la preghiera come orazione, tanto preziosa per noi, tentati come siamo dal grande rumore e dal grande impegno del mondo, di cedere alla frenesia della vita e di perdere i veri tesori della nostra anima .