In Argentina aumenta la povertà infantile
La Conferenza Episcopale Argentina ha pubblicato un documento sulle prossime elezioni presidenziali per sollecitare il governo a ‘creare le condizioni che assicurino lo svolgimento trasparente’.
Il vescovo di Comodoro Rivadavia, mons. Joaquín Gimeno Lahoz, in una intervista alla radio locale Radio del Mar ha commentato che l’obiettivo del documento è ricordare che “l’esercizio del voto esprime anche la nazione che vogliamo. Quello che tutti noi vogliamo è consolidare e sviluppare il sistema democratico nel nostro paese, ecco perché si parla di trasparenza, di un atteggiamento di rispetto e di dialogo sincero”.
La crisi colpisce soprattutto i bambini. Infatti la povertà infantile in Argentina colpisce il 40% dei minori fino ai 17 anni residenti nelle zone urbane, mentre il 9,5% è costretto a vivere in condizioni di indigenza, secondo un rapporto stilato dalla Uca, la Universidad Católica Argentina, il cosiddetto ‘Barometro del debito sociale dell’infanzia’, redatto con dati ottenuti fino al dicembre 2014. La popolazione di bambini e adolescenti poveri è ‘molto pronunciata’ nella cintura urbana di Buenos Aires, dove raggiunge il 48,8%.
Infatti nelle aree urbane ancora il 21,5% dei minori di 18 anni vive in condizioni di vulnerabilità per l’accesso all’alimentazione, mentre il 17,7% risiede in alloggi precari. In Argentina nascono 321 bimbi al giorno da mamme con meno di 20 anni, secondo una statistica ufficiale diffusa dal quotidiano Clarin. Questi neonati (oltre 117.000 all’anno) rappresentano il 15% del totale di 754.603 nati nell’intero Paese.
Inoltre, 3.261 neonati sono figli di bambine e adolescenti tra i 10 e i 14 anni, rimaste incinte, nell’80% dei casi, in seguito a violenze subite all’interno della propria famiglia. Tra le cause di questo fenomeno c’è la combinazione tra vari fattori: la povertà, le disuguaglianze di genere, la violenza e la mancanza di educazione.
Il responsabile della Commissione per la Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale Argentina, mons. Jorge Lozano, ha denunciato che ‘ci sono situazioni di malnutrizione infantile in varie parti del paese’ e ha accusato il governo di ‘manipolare le statistiche per non affrontare la realtà’. La malnutrizione non è un fenomeno nuovo, tuttavia è aumentato il numero di bambini esclusi dal controllo medico e quindi dai dati ufficiali.
La stampa nazionale ha accusato il governo di tacere perché anche lo scorso anno ci sono stati casi denunciati di morte per malnutrizione ma non riconosciuti come tali. Secondo dati ufficiali, a Salta ci sono circa 106.000 bambini sotto controllo nutrizionale, e di questi circa 1.900 sono sotto il livello normale. In un’intervista rilasciata al giornale ‘El Tribuno’ di Salta, mons. Lozano ha commentato:
“Questa situazione a volte diventa pubblica, ma altre volte resta nascosta, o sembrano morti avvenute per malattia, ma sono sempre morti legate alla povertà o alla mancanza di alimentazione… Al di là dei numeri, la malnutrizione infantile è un problema molto serio, perché in alcuni casi porta alla morte e in altri comporta uno svantaggio tremendo per tutta la vita, perché quando il corpo del bambino non riesce a svilupparsi nei primi anni, non potrà farlo più tardi”.
Inoltre le morti per malnutrizione sono state al centro di una dura analisi della Pastorale Sociale della Chiesa argentina: “Negli anni scorsi l’Argentina ha avuto una crescita economica significativa con la conseguente riduzione della povertà. Tuttavia, ci sono quelli che vengono chiamati noccioli duri della povertà”.
Si calcola che nella provincia di Salta siano oltre 15.000 i bambini con deficit di nutrizione. Qui il tasso di mortalità infantile è del 13,9 per mille rispetto all’11,1 dell’intero Paese. Anche il governatore dello stato di Salta, Urtubey, in un’intervista pubblicata dal quotidiano ‘Clarin’, ha affermato:
“Abbiamo avuto una riduzione storica del tasso di mortalità infantile. Ma naturalmente si tratta di un problema non risolto, che non è legato soltanto alla mancanza di cibo. Esiste ancora un’importante carenza delle infrastrutture socio-sanitarie. Abbiamo investito oltre 600.000.000 di pesos, ma la mortalità infantile è anche dovuta all’acqua di cattiva qualità e alla mancanza di adeguate reti di fognature”.
Malgrado le giustificazioni, la morte per denutrizione di un bambino in Argentina, che vanta di essere ‘il granaio del mondo’, indigna l’opinione pubblica che esige che la politica si adoperi nella soluzione della situazione con urgenza, moltiplicando ogni impegno in favore dei meno abbienti.
Su questa situazione ancora il presidente della Commissione Pastorale Sociale della Chiesa argentina ha scritto: “Il capitale economico deve essere orientato a generare posti di lavoro degni ed alla produzione, e non alla speculazione finanziaria… L’economia centrata solo sulla speculazione finanziaria debilita le relazioni, ritarda lo sviluppo dei popoli e compromette l’equità dell’ordine internazionale…
Urge in Argentina recuperare l’impegno per la verità, in tutte le sue dimensioni. Senza questo passo siamo destinati a incomprensioni ed ad un falso dialogo… Nessuna vita vale più di un’altra: bambino o adulto, maschio o femmina, lavoratore o imprenditore, ricco o povero. Ogni vita dovrebbe essere assistita dal concepimento alla morte naturale, in tutte le sue dimensioni”.