La tenerezza di Dio nella ultima giornata del Papa a Filadelfia

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I detenuti, le vittime degli abusi sessuali, i vescovi, gente diversa, popolo di Dio che deve ricevere quella “tenerezza” di cui il Papa parla sempre. L’ultima giornata di Francesco a Filadelfia è divisa tra loro.

Ai detenuti di Curran-Fromhold Correctional il Papa dice che “Un società, una famiglia, che non sa soffrire i dolori dei suoi figli, che non li prende sul serio, che li tratta come cose “naturali” e li considera normali e prevedibili, è una società “condannata” a rimanere prigioniera di sé stessa, prigioniera di tutto ciò che la fa soffrire.”E siccome “vivere comporta “sporcare i nostri piedi” per le strade polverose della vita, della storia. Tutti abbiamo bisogno di essere purificati, di essere lavati.”  E  “Gesù ci invita a partecipare alla sua sorte, al suo stile. Ci insegna a guardare il mondo con i suoi occhi. Occhi che non si scandalizzano della polvere della strada, anzi, cerca di pulire e di sanare, cerca di rimediare. Ci invita a lavorare per creare nuove opportunità: per i detenuti, per i loro familiari, per i funzionari; un’opportunità per tutta la società.” La “cattedra” sulla quale il Papa si è seduto è stata fatta nei laboratori dell’ istituto e il Papa ringrazia tutti per averla fatta.

Poco prima ai vescovi riuniti per la Giornata della famiglia il Papa aveva ricordato che

“la famiglia per la Chiesa non è prima di tutto un motivo di preoccupazione, ma la felice conferma della benedizione di Dio al capolavoro della creazione”. E non dobbiamo dimenticare però “la profonda trasformazione del quadro epocale, che incide sulla cultura sociale – e ormai anche giuridica – dei legami familiari e che ci coinvolge tutti, credenti e non credenti. Il cristiano non è immune dai cambiamenti del suo tempo, e questo mondo concreto, con le sue molteplici problematiche e possibilità, è il luogo in cui dobbiamo vivere, credere e annunciare”.

Contro la “cultura dello scarto “ e il “consumismo religioso” il Papa ha detto ai vescovi che i giovani devono essere aiutati  “a cercare, accompagnare, sollevare, curare le ferite del nostro tempo. Guardare la realtà con gli occhi di chi sa di essere chiamato al movimento, alla conversione pastorale. Il mondo oggi ci chiede con insistenza questa conversione”.  E prima di incontrare i Vescovi, il Papa ha annunciato di aver incontrato alcune vittime dei preti pedofili. “Ho nel cuore il dolore dei minori abusati dai preti – ha ammesso il Pontefice – e  sono perseguitato da questa vergogna di chi aveva in carico questi piccoli e invece hanno provocato danni enormi. E anche Dio piange per questo. Gli abusi sessuali verso i minori non possono essere mantenuti segreti. Mi impegno alla gelosa vigilanza della Chiesa e prometto che i responsabili ne dovranno rendere conto”. “Le vittime – ha aggiunto il Pontefice – si sono trasformate in ministri di misericordia: dobbiamo a loro e alla loro famiglia gratitudine”.  La particolarità è che le 5 vittime non avevano tutti subito abusi da membri del clero, ma anche da educatori o in famiglia.

Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede spiega:“Si è allargata la prospettiva, è un approccio nuovo, che riguarda la necessità di creare un ambiente sano a tutti i livelli”.  Ognuno era accompagnato da un familiare o persona di sostegno uno era non credente, tre erano stati abusati da sacerdoti, e gli altri due da educatori cattolici o in famiglia.

Un incontro breve, che è durato in tutto circa 40 minuti, secondo padre Lombardi. Secondo il comunicato della Santa Sede, “il Papa si è intrattenuto con i visitatori ascoltando le loro testimonianze e rivolgendo loro alcune parole in comune e poi salutandoli singolarmente. Ha pregato con loro. Ha manifestato la sua partecipazione alla loro sofferenza, il suo dolore e vergogna in particolare nel caso delle ferite loro arrecate da membri del clero o collaboratori ecclesiali.”

Il Papa ha anche “rinnovato l’impegno suo e della Chiesa perché tutte le vittime siano ascoltate e trattate con giustizia, i colpevoli siano puniti e i crimini di abuso siano combattuti con una efficace opera di prevenzione nella Chiesa e nella società. Il Papa ha ringraziato le vittime per il loro contributo essenziale per ristabilire la verità e iniziare il cammino del risanamento.”

Una voglia di risanamento nella società che il Papa ha lasciato come indicazione anche nel saluto ai volontari e ai donatori dell’ evento do Filadelfia. Gli Stati Uniti – ha aggiunto ancora Papa Francesco – sono una “terra benedetta con enormi doni ed opportunità. Prego affinché siate buoni e generosi custodi delle risorse umane e materiali che vi sono state affidate”.

La fede negli Stati Uniti è viva: “non si esaurisca il vostro entusiasmo per Gesù, per la sua Chiesa, per le nostre famiglie e la più grande famiglia della società. Possano i giorni trascorsi assieme portare frutto che rimanga, e la generosità e l’attenzione per gli altri possano continuare! Come abbiamo ricevuto tanto da Dio – doni dati a noi gratuitamente e non per le nostre forze –, così cerchiamo in cambio di donare gratuitamente agli altri”.

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