Papa Francesco: il religioso è gioioso e laborioso

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L’intensa e faticosa giornata di papa Francesco, sempre accolto da una folla festante nelle strade newyorkesi, si è conclusa, con la celebrazione dei Vespri nella cattedrale di Saint Patrick, piccolo gioiello neogotico incastonato tra i grattacieli.

La particolare situazione urbanistica nel cuore di Manhattan costituisce uno dei maggiori elementi di particolarità della chiesa, che per le forme architettoniche adottate sarebbe invece paragonabile ad innumerevoli altre chiese neogotiche in Europa. La facciata, sormontata da una cuspide triangolare, è stretta fra le due torri campanarie, che alla sommità della copertura raggiungono un’altezza di 99 metri. Al centro della facciata, in basso, si trova il portale bronzeo e, sopra di esso, trova luogo l’ampio rosone. Alla base dei due campanili vi sono altri due portali e, più in alto, due quadrifore. Le fiancate della cattedrale sono decorate da numerose guglie.

In questo gioiello papa Francesco, dopo aver abbracciato una bambina in carrozzina, è stato accolto dal card. Timothy Michael Dolan, che a nome della comunità cattolica locale lo ha ringraziato per questa visita: “Dal 1808, i newyorkesi, e persone provenienti da tutto il mondo, sono venuti nella Cattedrale di San Patrizio, dal 1878, a pregare, a piangere, a gioire, a sentire l’amore di Dio, la Sua grazia e misericordia”.

I vespri recitati hanno messo in evidenza la bontà di Dio e la gioia di ‘vedere il Volto del Signore’ e dopo la lettura della Prima lettera di san Pietro: ‘Siete ricolmi di gioia anche se ora dovete essere per un po’ di tempo afflitti da varie prove’ papa Francesco ha espresso il suo cordoglio ai ‘fratelli’ mussulmani per la tragedia avvenuta a La Mecca in cui sono morte 700 persone nella giornata del ‘sacrificio’; poi ha sottolineato che la vocazione del religioso/a è vivere nella gioia:

“Questa bella cattedrale di san Patrizio, costruita in molti anni con il sacrificio di tanti uomini e donne, può essere un simbolo dell’opera di generazioni di sacerdoti, di religiosi e di laici americani che hanno contribuito all’edificazione della Chiesa negli Stati Uniti”. Ha ricordato il ruolo fondamentale compiuto dalla Chiesa nel settore educativo a fianco delle famiglie:

“Solo nel campo dell’educazione, quanti sacerdoti e consacrati in questo Paese hanno avuto un ruolo centrale nell’aiutare i genitori a dare ai propri figli il cibo che li nutre per la vita! Molti lo fecero a costo di sacrifici straordinari e con carità eroica. Penso, ad esempio, a santa Elisabetta Anna Seton, che fondò la prima scuola cattolica gratuita per ragazze in America, o a san Giovanni Neumann, fondatore del primo sistema di educazione cattolica negli Stati Uniti”.

Il papa ha parlato espressamente del desiderio di pregare con i sacerdoti, i religiosi e le religiose, affinchè il loro compito educativo non abbia fine, nonostante i passati scandali: “Questa sera, cari fratelli e sorelle, sono venuto a pregare con voi perché la nostra vocazione continui a costruire il grande edificio del Regno di Dio in questo Paese.

So che voi, come corpo sacerdotale, di fronte al popolo di Dio, avete sofferto molto nel non lontano passato sopportando la vergogna a causa di tanti fratelli che hanno ferito e scandalizzato la Chiesa nei suoi figli più indifesi”. Consapevole di questa ‘grande tribolazione’, ma anche del ‘servizio’ educativo offerto al ‘popolo di Dio’, papa Francesco ha donato due riflessioni:

“La gioia di uomini e donne che amano Dio attrae altri ad essi; sacerdoti e consacrati chiamati a trovare e irradiare una permanente soddisfazione per la loro chiamata. La gioia sgorga da un cuore grato. E’ vero: abbiamo ricevuto molto, tante grazie, tante benedizioni, e ce ne rallegriamo. Ci farà bene ripercorrere la nostra vita con la grazia della memoria. Memoria della prima chiamata, memoria del cammino percorso, memoria di tante grazie ricevute…, e soprattutto memoria dell’incontro con Gesù Cristo in tanti momenti lungo il cammino”.

Quindi la gratitudine e lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo portano a ringraziare per le benedizioni ed ad uno spirito di laboriosità: “Un cuore grato è spontaneamente sospinto a servire il Signore e a intraprendere uno stile di vita operoso. Nel momento in cui ci rendiamo conto di quanto Dio ci ha dato, il cammino della rinuncia a se stessi per lavorare per Lui e per gli altri diventa una via privilegiata per rispondere al suo grande amore”.

Nel contempo papa Francesco li ha messi in guardia perché gioia e laboriosità possono essere soffocati da una voglia di mondanità: “E però, se siamo onesti, sappiamo quanto facilmente questo spirito di generoso lavoro e sacrificio personale può essere soffocato. Vi sono due modi perché ciò possa accadere e ambedue sono esempio della ‘spiritualità mondana’, che ci indebolisce nel nostro cammino di servizio e degrada lo stupore del primo incontro con Gesù Cristo”.

Ed il papa ha elencato una serie di trappole in cui è facile ‘cadere’: efficienza, funzionalità e successo esterno: “Non che queste cose non siano importanti! Ci è stata affidata una grande responsabilità e giustamente il Popolo di Dio si aspetta delle verifiche. Ma il vero valore del nostro apostolato viene misurato dal valore che esso ha agli occhi di Dio”.

Quindi il Papa ha affermato che il valutare le cose dalla prospettiva di Dio consente di ritornare alla conversione della chiamata e ha prospettato l’umiltà della croce che “mostra un modo diverso nel misurare il successo: a noi spetta seminare, e Dio vede i frutti delle nostre fatiche. Se talvolta le nostre fatiche e il nostro lavoro sembrano infrangersi e non portare frutto, noi seguiamo Gesù Cristo”.

Quindi li ha invitati ad essere sempre vicini alla gente: “Il riposo è una necessità, come lo sono i momenti di tempo libero e di ricarica personale, ma dobbiamo imparare come riposare in maniera che approfondisca il nostro desiderio di servire in modo generoso. La vicinanza ai poveri, ai rifugiati, ai migranti, agli malati, agli sfruttati, agli anziani che soffrono la solitudine, ai carcerati e a tanti altri poveri di Dio ci insegnerà un altro tipo di riposo, più cristiano e generoso”.

Di nuovo ha ribadito che la gratitudine e la laboriosità sono i due pilastri della vita spirituale, ringraziandoli per le attività a favore del popolo; un ringraziamento particolare lo ha rivolto alle religiose statunitense, in un genuino atto di ‘amore’:

“Che cosa sarebbe questa Chiesa senza di voi? Donne forti, lottatrici; con quello spirito di coraggio che vi pone in prima linea nell’annuncio del Vangelo. A voi, Religiose, sorelle e madri di questo popolo, voglio dire un grandissimo ‘grazie’… e dirvi anche che vi voglio molto bene”.

E, dopo l’applauso, ha chiesto di affidare alla Vergine Maria, durante il canto del Magnificat, tutte le attività che la Chiesa svolge nel Paese: “…uniamoci a Lei nel ringraziare il Signore per le grandi cose che ha fatto e per le grandi cose che continuerà a fare in noi e in quanti abbiamo il privilegio di servire”.

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