Il Papa, la famiglia e la preghiera
La famiglia scuola di preghiera. Papa Francesco continua il suo ciclo di catechesi sulla famiglia, e si sofferma sul tempo della famiglia. Un tempo sconnesso, pieno, impegnato. Nel quale i genitori però sono chiamati anche a trovare il respiro della preghiera, a farne una parte quotidiana della giornata.
Oggi è l’udienza numero 100, secondo i dati della Casa Pontificia, e ci sono circa 10 mila presenze in piazza San Pietro. Il passo del Vangelo è quello di Marta e Maria, che racconta del valore dell’ospitalità, ma soprattutto della “parte migliore”, quella dell’ascolto della parola di Gesù. Per Papa Francesco è l’occasione di esortare le famiglie anche ad una sana pietà popolare. “C’è una cosa – dice – che ho molto a cuore: ci sono bambini che non hanno imparato a fare il segno della croce. Ma tu, mamma, papà, insegna il bambino a pregare, a fare il segno della croce. È un compito bello delle mamme e dei papà.”
E ancora: “È bello quando i genitori insegnano a mandare un bacio a Gesù o alla Madonna, in quel momento il luogo dei bambini si trasforma in preghiera. Lo Spirito Santo ha quel suo modo speciale di dire nei nostri cuori ‘Padre,’ proprio come lo diceva. Non lo possiamo mai trovare da soli.”
Perché – aggiunge il Papa – “possiamo moltiplicare le nostre parole, come fanno i pagani, o scrivere i nostri riti, come fanno i farisei. Ma un cuore abitato dall’affetto per Dio fa diventare preghiera anche un pensiero senza parole o un’invocazione davanti a una immagine sacra o un bacio mandato verso la Chiesa.”
È l’invito a fare di ogni attimo della giornata u momento di preghiera. “Spesso sentiamo dire: mi manca il tempo per pregare. Il dispiacere è sincero perché il cuore umano cerca sempre la preghiera, anche senza saperlo, e se non la trova non ha pace. Ma si deve coltivare un amore caldo per Dio, un amore affettivo. Va bene credere in Dio con tutto il cuore, va bene sperare che ci aiuti nelle difficoltà, va bene sentirsi in dovere di ringraziarlo. Ma vogliamo anche un po’ di bene al Signore? Il pensiero di Dio ci commuove? Ci stupisce? Ci intenerisce?”
Chiede, il Papa, se Gesù per noi è una carezza che ci tiene in vita o solo un giudice. Invita a meravigliarsi della bellezza di un Dio che “ci carezza con amore di padre,” anche se “poteva farsi riconoscere come essere supremo, dare i suoi comandamenti e aspettare i risultati. E invece Dio ha fatto infinitamente di più di questo. Ci accompagna nella strada della vita. Se l’affetto per Dio non ascende il fuoco, lo spirito della preghiera non riscalda il tempo.”
Ed è in famiglia che si impara lo spirito della preghiera, perché è in famiglia che si cerca spontaneamente l’amore di Dio. “ Il tempo della famiglia – dice il Papa – è sempre poco, non basta mai, ci sono tante cose da fare. Chi ha una famiglia impara presto a risolvere una equazione che neppure i grandi matematici sanno risolvere: dentro le 24 ore, ce ne fa stare il doppio. Ci sono mamme e papà che potrebbero vincere il Nobel per questo.”
In tutto questo tempo, si deve trovare spazio per la preghiera, dice il Papa. Che ripete il suo invito ad avere in casa il Vangelo, a leggerlo, a meditarlo con il Rosario. Perché – spiega – “il Vangelo letto e meditato in famiglia è come un padre buono che nutre il cuore di tutti, e alla mattina e alla sera e quando ci mettiamo a tavola impariamo a dire assieme una preghiera, con molta semplicità.” Un invito che il Papa riprende nei saluti finali: “Preghiamo insieme la mattina e la sera, così rimaniamo custoditi dall’amore di Dio.”
Il Papa ricorda ai pellegrini italiani che il 1 settembre si celebra la VII giornata di preghiera per la Cura del Creato. Sottolinea che “insieme ai fratelli ortodossi,” la Chiesa vuole proporre una soluzione “alla crisi ecologica” che colpisce tutto il mondo. La giornata è intesa come “un momento forte” anche per l’assuzione “di stili di vita coerente.” E per questo il Papa sarà con i membri della Curia alle 17 in Basilica Vaticana il 1 settembre, per una Liturgia della Parola cui invita a partecipare chiunque lo desideri, per pregare appunto per il creato.
Articolo pubblicato su www.acistampa.com