Il tema della prossima Giornata Mondiale della Pace
Il tema scelto quest’anno per la 49ª Giornata Mondiale della Pace ha a che fare con l’indifferenza. Un termine, questo, che nei giorni scorsi ha generato qualche malumore nei rapporti tra la Santa Sede e alcune aggregazioni politiche, riguardo all’accoglienza dei profughi in Italia. «L’indifferenza nei confronti delle piaghe del nostro tempo – si legge nella nota della Sala Stampa Vaticana – è una delle cause principali della mancanza di pace nel mondo. L’indifferenza oggi è spesso legata a diverse forme di individualismo che producono isolamento, ignoranza, egoismo e, dunque, disimpegno».
Tra gli obiettivi auspicati per la prossima Giornata Mondiale della Pace, «Vinci l’indifferenza e conquista la pace», l’invito rivolto alle famiglie, gli insegnanti, tutti i formatori, gli operatori culturali e dei media, gli intellettuali e gli artisti a,d offrire un loro contributo. «La pace va conquistata: non è un bene che si ottiene senza sforzi, senza conversione, senza creatività e confronto. Si tratta – precisa la nota della Sala Stampa – di sensibilizzare e formare al senso di responsabilità riguardo a gravissime questioni che affliggono la famiglia umana, quali il fondamentalismo e i suoi massacri, le persecuzioni a causa della fede e dell’etnia, le violazioni della libertà e dei diritti dei popoli, lo sfruttamento e la schiavizzazione delle persone, la corruzione e il crimine organizzato, le guerre e il dramma dei rifugiati e dei migranti forzati».
Indetta per la prima volta da Paolo VI, la Giornata Mondiale della Pace si celebra ogni anno il primo gennaio. Il Messaggio che il Pontefice solitamente invia alle cancellerie di tutto il mondo, traccia anche la linea diplomatica della Santa Sede per l’anno che si apre. Tracce diplomatiche che per via istituzionale vengono generalmente accolte, ma poi nella pratica puntualmente disattese o timidamente accolte in qualche marginale sfumatura.
«La pace – conclude la nota – è possibile lì dove il diritto di ogni essere umano è riconosciuto e rispettato, secondo libertà e secondo giustizia. Il Messaggio del 2016 vuole essere uno strumento dal quale partire perché tutti gli uomini di buona volontà, in particolare coloro i quali operano nell’istruzione, nella cultura e nei media, agiscano ciascuno secondo le proprie possibilità e le proprie migliori aspirazioni per costruire insieme un mondo più consapevole e misericordioso, e quindi più libero e giusto».