Papa Francesco in Paraguay elogia la democrazia partecipativa

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Ieri papa Francesco è arrivato all’aeroporto internazionale ‘Silvio Pettirossi’ di Asunción in Paraguay, dove è stato accolto dal Presidente della Repubblica del Paese, Horacio Manuel Cartes Jara.

Nello scambio dei doni papa Francesco ha donato il quadro della ‘Mater Ecclesiae’: il quadro in mosaico è una copia dell’immagine musiva che San Giovanni Paolo II, nel 1981, dopo l’attentato del 13 maggio, volle far collocare su di una parete dei Palazzi Apostolici, visibile da Piazza San Pietro, a testimonianza e pegno della materna protezione celeste sul Papa e sulla Chiesa. Il prototipo del mosaico è a sua volta l’affresco raffigurante la ‘Madonna della Colonna’ antica e venerata immagine della Basilica Costantiniana e tuttora conservata nella Basilica di San Pietro con il titolo di ‘Mater Ecclesiae’.

A conclusione della giornata papa Francesco ha incontrato le Autorità civili e religiose il Corpo Diplomatico nel giardino del Palazzo, dove il presidente della Repubblica ha espresso molta gioia per la presenza del papa, perché questo popolo ha saputo preservare la fede e la famiglia: “La gente è il popolo di Dio… Cerchiamo di onorare Dio facendo sforzi per il bene comune”. Ha richiamato l’enciclica ‘Laudato sì’, che invita i popoli ad uno sviluppo sostenibile ed ad un nuovo modello di sviluppo: “La sfida che ci presenta la storia è fondamentale… Nel suo magistero ci ha insegnato che Dio è padre e l’autentico potere è il servizio”.

Nel suo discorso papa Francesco ha espresso gioia per questa visita salutando i presenti, ma soprattutto a chi ha preparato il viaggio: “Non è difficile sentirsi a casa in questa terra così accogliente. Il Paraguay è conosciuto come il cuore dell’America, e non solo per la sua posizione geografica, ma anche per il calore dell’ospitalità e la vicinanza delle sue genti”.

Poi ha percorso la storia dello Stato ospitante: “Fin dai suoi primi passi come nazione indipendente e fino a poco tempo fa, la storia del Paraguay ha conosciuto la sofferenza terribile della guerra, dello scontro fratricida, della mancanza di libertà e della violazione dei diritti umani. Quanto dolore e quanta morte! Ma sono ammirevoli la tenacia e lo spirito di reazione del popolo paraguayano per superare le tante avversità e continuare gli sforzi per costruire una nazione prospera e pacifica.

Qui, nel giardino di questo palazzo che è stato testimone della storia paraguaiana: da quando era solo la riva del fiume e lo usavano i guaranì, fino agli ultimi avvenimenti contemporanei, voglio rendere omaggio a quelle migliaia di semplici paraguaiani, i cui nomi non compariranno nei libri di storia, ma che sono stati e rimangono veri protagonisti della vita del loro popolo”.

Ha quindi reso omaggio al grande coraggio delle donne locali: “E voglio riconoscere con emozione e ammirazione il ruolo svolto dalla donna paraguaiana in quei momenti drammatici della storia. Sulle loro spalle di madri, mogli e vedove hanno portato il peso più grande, sono state in grado di portare avanti le loro famiglie e il loro Paese, infondendo nelle nuove generazioni la speranza di un domani migliore”.

Perciò ha esortato a non dimenticare la propria storia ed a costruire la pace: “Mai più guerra tra fratelli! Costruiamo sempre la pace! Anche una pace del giorno per giorno, una pace della vita quotidiana, a cui tutti partecipiamo evitando gesti arroganti, parole offensive, atteggiamenti prepotenti, e promuovendo invece la comprensione, il dialogo e la collaborazione” spronando a vivere sempre nella democrazia.

Quindi prendendo spunto dal motto presente nella Costituzione, ‘democrazia rappresentativa, partecipativa e pluralista’, ha ribadito che occorre essere vigili dalla ‘tentazione della democrazia formale’, quella che il documento di Aparecida ha definito ‘come quella che si accontentava di essere fondata sulla correttezza dei processi elettorali’:

“In tutti gli ambiti della società, ma soprattutto nell’attività pubblica, si deve potenziare il dialogo come mezzo privilegiato per favorire il bene comune, sulla base della cultura dell’incontro, del rispetto e del riconoscimento delle legittime differenze e delle opinioni degli altri”. Poi ha ricordato che in uno Stato che si prodiga per il bene comune i poveri hanno un posto importante nella costruzione della democrazia:

“Si stanno compiendo molti sforzi perché il Paraguay progredisca sulla via della crescita economica. Ci sono stati passi importanti nei campi dell’istruzione e della sanità. Non si fermi lo sforzo di tutti gli attori sociali, fino a quando non ci saranno più bambini senza accesso all’istruzione, famiglie senza casa, lavoratori senza un lavoro dignitoso, contadini senza una terra da coltivare e tante persone costrette a migrare verso un futuro incerto; finché non ci saranno più vittime della violenza, della corruzione o del narcotraffico.

Uno sviluppo economico che non tiene conto dei più deboli e sfortunati, non è vero sviluppo. La misura del modello economico deve essere la dignità integrale dell’essere umano, soprattutto quello più vulnerabile e indifeso”. Ed in questo lavoro democratico papa Francesco ha garantito la collaborazione per costruire “una società equa e inclusiva, nella quale si possa vivere insieme in pace e armonia”, affidando il Paese alla Vergine di Caacupé. L’incontro è stato chiuso da momenti musicali con musiche sacre locali della grande tradizione delle ‘Reducciones’.

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