Udienze al Roaco, ai rappresentanti della Repubblica Ceca e al Presidente della Colombia. La giornata di Francesco
Papa Francesco ha incontrato i partecipanti alla plenaria della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (ROACO), quindi ha ricevuto in udienza la Delegazione dalla Repubblica Ceca, in occasione del 600.mo anniversario della morte di Jan Hus ed il Presidente della Colombia.
Nella giornata di oggi anche la notizia del rinvio a giudizio dell’ex nunzio Jozef Wesoloski, già agli arresti domiciliari in Vaticano dopo essere già stato ridotto allo stato laicale dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Tra i passaggi più forti di oggi di Papa Francesco, c’è il ricordo delle terre martoriate dell’Iraq. Occorre un “sussulto di coscienza del mondo”, che sembra si sia finalmente accorto della presenza millenaria dei cristiani in Iraq, e chiede “un ulteriore sforzo” per aiutarli, denunciando “ciò che calpesta la dignità dell’uomo”.
Parlando al Roaco, il Papa parla della situazione generale delle Chiese Orientali: “La terra di quelle regioni è solcata dai passi di quanti cercano rifugio e irrigata dal sangue di tanti uomini e donne, tra i quali numerosi cristiani perseguitati a causa della loro fede,” sottolinea il Papa. Che poi ricorda il recente viaggio in Iraq dei rappresentanti della ROACO, dice che hanno portato ai profughi “lo sguardo e la benedizione del Signore”, e al tempo stesso “sentivate che in quegli occhi che chiedevano aiuto e supplicavano la pace e il ritorno alle proprie case era proprio Gesù stesso che vi guardava, chiedendo quella carità che ci fa essere cristiani”.
Per il Papa “ogni opera di aiuto, per non cadere nell’efficientismo o in un assistenzialismo che non promuove le persone e i popoli, deve rinascere sempre da questa benedizione del Signore che ci giunge quando abbiamo il coraggio di guardare la realtà e i fratelli che abbiamo di fronte”.
Incontrando la delegazione della Repubblica Ceca, Francesco ha poi chiesto un rinnovato sforzo ecumenico. “Molte dispute del passato chiedono di essere rivisitate alla luce del nuovo contesto in cui viviamo, e accordi e convergenze saranno raggiunti se affronteremo le tradizionali questioni conflittuali con uno sguardo nuovo”.
L’incontro di oggi è avvenuto nel nome di Jan Hus a seicento anni dalla morte. Insieme ai rappresentati della Chiesa cecoslovacca hussita anche quelli della Chiesa evangelica dei Fratelli cechi, a Roma per celebrare, presso le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, una Liturgia di Riconciliazione in occasione del seicentesimo anniversario della morte del riformatore ceco. Il Papa ha ricordato che 1999, san Giovanni Paolo II ha espresso il suo “profondo rammarico per la crudele morte [a lui] inflitta”, e lo ha annoverato tra i riformatori della Chiesa. Uno studio da continuare senza condizionamenti di tipo ideologico, come ricordò Benedetto XVI a Praga nel 2009.
Con il Presidente colombiano Juan Manuel Santos, infine, Bergoglio ha parlato di pace, ipotizzando persino un viaggio apostolico se l’opera di riconciliazione nel Paese fosse portata a termine. Venti minuti di colloquio privato iniziato con una frase molto significativa del Papa: “ Lei è la persona per la quale prego di più, prego molto, molto per il processo di pace”.