Il Papa e il miracolo della famiglia nonostante la povertà

Condividi su...

E’ “quasi un miracolo che, nella povertà, la famiglia continui a formarsi.” E’ un vero e proprio grido di allarme quello che Papa Francesco ha lanciato stamane nel corso dell’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata alle vulnerabilità delle famiglia: il Pontefice ha iniziato dalla povertà.

Il Papa ricorda le “tante famiglie che popolano le periferie delle megalopoli, ma anche alle zone rurali… Quanta miseria, quanto degrado! E poi, ad aggravare la situazione, in alcuni luoghi arriva anche la guerra. La guerra è sempre una cosa terribile. Essa inoltre colpisce specialmente le popolazioni civili, le famiglie, la guerra è la madre di tutte le povertà, una grande predatrice di vite, di anime, e degli affetti più sacri e più cari.”

Dinanzi alle famiglie in difficoltà – continua Francesco – dovremmo “inginocchiarci,” perché sono “una vera scuola di umanità che salva le società dalla barbarie. Che cosa ci rimane, infatti, se cediamo al ricatto di Cesare e Mammona, della violenza e del denaro, e rinunciamo anche agli affetti famigliari? Una nuova etica civile arriverà soltanto quando i responsabili della vita pubblica riorganizzeranno il legame sociale a partire dalla lotta alla spirale perversa tra famiglia e povertà, che ci porta nel baratro.”

La povertà – attacca Papa Bergoglio – “non è solo questione di pane. Parliamo di lavoro, istruzione, sanità. E’ importante capire bene questo. Rimaniamo sempre molto commossi quando vediamo le immagini di bambini denutriti e malati che ci vengono mostrate in tante parti del mondo. Nello stesso tempo, ci commuove anche molto lo sguardo sfavillante di molti bambini, privi di tutto, che stanno in scuole fatte di niente, quando mostrano con orgoglio la loro matita e il loro quaderno. E come guardano con amore il loro maestro o la loro maestra! Davvero i bambini lo sanno che l’uomo non vive di solo pane! La mancanza o la perdita del lavoro, o la sua forte precarietà, incidono pesantemente sulla vita familiare, mettendo a dura prova le relazioni. A questi fattori materiali si aggiunge il danno causato alla famiglia da pseudo-modelli, diffusi dai mass-media basati sul consumismo e il culto dell’apparire, che influenzano i ceti sociali più poveri e incrementano la disgregazione dei legami familiari.”

La Chiesa pertanto deve rimanere in prima linea: “Una Chiesa povera è una Chiesa che pratica una volontaria semplicità nella propria vita – nelle sue stesse istituzioni, nello stile di vita dei suoi membri – per abbattere ogni muro di separazione, soprattutto dai poveri. Ci vogliono la preghiera e l’azione”.

Francesco non dimentica poi l’attualità. Il Papa abbraccia idealmente i lavoratori casertani della Whirpool, il cui posto di lavoro è a rischio. “Auspico che la loro grave congiuntura occupazionale possa trovare una rapida ed equa soluzione nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie. La situazione del Paese è difficile, è importante un incisivo impegno per aprire vie di speranza”.

151.11.48.50