Pakistan. Legge della blasfemia e libertà religiosa.

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“Per la prima volta uno studio interamente dedicato alle leggi della blasfemia”. Giovedì 28 maggio alle ore 16:00 presso la Sala Stampa di Montecitorio – in via della Missione n. 4 – sarà presentato il volume “Legge della blasfemia e libertà religiosa. Il caso della Repubblica Islamica del Pakistan” (APES, Roma, 2015), a cura del Prof. Shahid Mobeen, docente di storia e del pensiero islamico presso la Pontificia Università Lateranense e di Dialogo Islamo-cristiano presso la Pontificia Università Urbaniana. La presentazione è organizzata dall’on. Paola Binetti e dall’Associazione Pakistani Cristiani in Italia.

Interverranno: on. Paola Binetti, UDC; SE Monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, Prof. Antonio Iodice, Presidente Istituto di Studi Politici “San Pio V”; padre Gilbert Gill, assistente ecclesiastico Associazione Pakistani Cristiani in Italia; Marta Petrosillo, ufficio stampa di Aiuto alla Chiesa che Soffre; sen. Maria Pia Garavaglia, PD; on. Fabrizia Giuliani, PD.

Lo studio all’origine del volume ricostruisce il concetto di blasfemia sin dalle sue origini, analizzandolo dapprima nelle religioni abramitiche e poi nel particolare contesto pachistano. La cosiddetta legge anti-blasfemia corrisponde in realtà ad alcuni articoli del codice penale pachistano, alcuni dei quali ereditati dalla legislazione dell’impero britannico. Tuttavia negli anni 80 e 90 l’introduzione di alcune modifiche hanno permesso un’enorme abuso della legge «facendo vittime di tutte le confessioni religiose, incluso l’Islam». Tra queste l’aggiunta dei commi B e C dell’articolo 295 – che puniscono chiunque profani il Corano o insulti il profeta Maometto rispettivamente con l’ergastolo e la pena capitale – che fornendo una descrizione piuttosto ampia del reato di blasfemia, si prestano ad un uso improprio della norma.

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