Pax Christi: 70 anni per la pace
Con la lettura di un breve messaggio di Papa Francesco, si è svolta a metà maggio a Betlemme la celebrazione per il 70° anniversario della nascita di Pax Christi international, alla presenza di oltre 150 delegati da 30 Paesi. Nel suo messaggio, trasmesso attraverso il segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin, il papa ha salutato i partecipanti all’evento, dal titolo ‘Pellegrini sul sentiero verso la pace’, auspicando che questo sia ‘un’occasione per aprire il cuore a Dio’ e quindi ‘per servire in Lui le comunità in cui operano’.
Invece attraverso un video è giunto il saluto del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, che non ha potuto partecipare alle manifestazioni, perché era a Roma per partecipare alla canonizzazione, delle due sante palestinesi, le religiose Marie Alphonsine Ghattas e Mariam Bawardi, in cui ha denunciato il pericolo del fanatismo religioso “che sparge morte e violenza in ogni luogo. Abbiamo bisogno di voi per la nostra missione di pace in queste terra”.
Le giornate dei lavori si sono svolte in una serie di incontri dei partecipanti con le diverse realtà locali (israeliane e palestinesi) impegnate nel campo dei diritti umani, dell’educazione alla pace, della giustizia, seguiti da momenti di condivisione e di dibattito. Infine, una marcia lungo il muro di separazione israeliano ha chiuso la celebrazione dell’anniversario.
Nei cinque giorni di lavori, di incontri e di discussioni, si è riaffermato l’impegno delle origini, quando alla fine della Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di francesi e tedeschi decisero di dedicarsi alla preghiera comune, alla ricerca della riconciliazione, della giustizia e della pace. Anche la marcia silenziosa conclusiva lungo il Muro, ha sottolineato la presidenza di Pax Christi International:
“Non è stata una marcia contro Israele, ma contro tutti i conflitti nel mondo, contro le divisioni e le violenze che impediscono a intere popolazioni di vivere in pace e nel diritto… Celebrare questo anniversario in una delle zone più calde del mondo vuole ribadire il nostro impegno per la pace e la speranza in ogni luogo attraverso la non violenza, la verità e la riconciliazione”.
Nell’introdurre i lavori la co-presidente di Pax Christi International, Marie Dennis, ha sottolineato che ‘il circolo vizioso della violenza e dell’ingiustizia può essere spezzato’: “In Terra Santa non c’è pace ma è proprio da qui che intendiamo ribadire solidarietà a coloro che vivono nel conflitto e nell’ingiustizia, che non sono solo i palestinesi ma tutte quelle persone che in ogni parte del mondo non godono di piena dignità a causa delle guerre…
Non ci sono risposte semplici alle crisi in atto in quest’area del mondo ma credo che la risposta non violenta, tesa al dialogo, sia più forte delle armi. In Palestina ci sono esempi di resistenza non violenta che offrono speranza. Più siamo impegnati a trovare strade non armate per la soluzione dei conflitti, più riusciremo a costruire ponti di comprensione, di conoscenza reciproca, e a sradicare le radici dei conflitti.
La paura dell’altro ci fa essere sospettosi, diffidenti, ce lo fa credere un terrorista, preclude la possibilità di ogni tipo di dialogo. In questo ambito credo molto nella presenza delle donne e nella loro creatività da cui spesso scaturiscono importanti iniziative di pace”.
Quindi ricordando ciò che avviene in Siria ed in Irak ha concluso che occorre pensare “ad una strategia di medio e lungo termine per promuovere la pace che preveda investimenti nel campo dell’educazione, della formazione, del dialogo, e non degli armamenti. Le bombe aggravano i problemi come si vede dalla campagna aerea della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico. Meglio sarebbe fare pressione su quei paesi che lo finanziano”.
E nel documento conclusivo per il prossimo quinquennio Pax Christi ha ricordato: “Formato nel corso degli anni da persone di fede che lottavano per la pace in mezzo all’ingiustizia e alla guerra, la violenza e la repressione, il nostro movimento porta in questo momento della storia un rinnovato impegno per rendere reale nella nostra vita e nel nostro lavoro per la pace i valori in cui dichiariamo di credere”. E’ stato anche tracciato un percorso per giungere a festeggiare il 75^ anniversario del Movimento:
“Nei prossimi cinque anni, mentre ci muoviamo verso il nostro 75° anniversario nel 2020, continueremo ad apprezzare e ad imparare dal lavoro di ciascuna organizzazione aderente. In un mondo sempre più interconnesso, dove le sfide alla pace sono così spesso sia globali che locali, anche noi cercheremo strade per approfondire le nostre connessioni e costruire l’esperienza di operatori di pace nella nostra rete per affrontare insieme alcune delle minacce più urgenti e per coltivare insieme alcune delle più grandi possibilità per la pace.
La pace che cerchiamo è una pace sostenibile. E’ l’obiettivo generale del nostro lavoro per la pace, fondata sul rispetto per l’integrità del creato e plasmato da una profonda ricerca della sicurezza inclusiva che è radicata nella giustizia. Il nostro impegno per una pace sostenibile è arricchito dalla fede; la nostra comprensione è approfondita dalla riflessione teologica; e la nostra ferma volontà è rafforzata dalla spiritualità che accompagna il nostro viaggio.
Nei prossimi cinque anni, l’articolazione della spiritualità, dell’educazione alla pace e della politica di pace di Pax Christi diventerà ancora più importante per il nostro movimento. Il percorso che cerchiamo è definito dalla pratica della nonviolenza attiva come una potente alternativa alla violenza estremista e alla militarizzazione…
Mentre ci volgiamo al futuro, affermiamo di nuovo la convinzione che la pace è possibile e che i circoli viziosi di violenza e ingiustizia possono essere rotti. (Dichiarazione di principio di Pax Christi International)”.