AC: la realtà sorprende l’idea

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Oltre 700 delegati da quasi 200 diocesi d’Italia, in rappresentanza di un’associazione che attraverso i suoi oltre 300.000 iscritti è presente in più di 7.000 parrocchie italiane sono stati i protagonisti del Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica, ‘La realtà sorprende l’idea. La missionarietà dell’Ac alla luce dall’Evangelii gaudium’, svoltosi a Roma, interrogati dall’Esortazione di papa Francesco e dalle ‘consegne’ che il Papa ha affidato all’Ac un anno fa, in occasione dell’incontro del 3 maggio: rimanere con Gesù; andare per le strade e incontrare le persone; gioire ed esultare sempre nel Signore.

Nei tre giorni i delegati hanno cercato ‘nuove strade’ per rendere l’Azione Cattolica più missionaria, affinchè possa contribuire meglio al progetto di Chiesa disegnato da papa Francesco attraverso il suo magistero, declinandolo pienamente come associazione e aiutando tutta la Chiesa a fare altrettanto, perché ciò che sta a cuore all’Azione Cattolica è il primato della vita.

I lavori del Convegno hanno ruotato intorno ad alcune parole chiave dell’Evangelii gaudium: poveri, popolo, misericordia, gioia e dialogo. Il convegno è stato anche l’occasione per sottolineare tre coordinate essenziali della natura e della missione dell’Azione Cattolica: l’importanza della parrocchia come realtà fondamentale per la missionarietà della Chiesa e la consapevolezza della necessità di fare in modo che queste riscoprano e approfondiscano la loro vocazione più autentica;

la riaffermazione del ruolo della Chiesa particolare come soggetto dell’evangelizzazione, da cui consegue la necessità per ogni Chiesa particolare di sentirsi chiamata alla conversione missionaria; il ruolo fondamentale dei laici chiamati ad assumere le proprie responsabilità e offrire il proprio contributo sotto la guida, ma anche al fianco dei Pastori.

Ed ad inizio dei lavori papa Francesco ha inviato un telegramma: “Il Santo Padre Francesco rivolge il suo cordiale e benaugurante pensiero, esortando a rinnovare la scelta missionaria, aprendosi agli orizzonti che lo Spirito indica per una nuova giovinezza dell’apostolato, per arrivare a tutti con il balsamo della misericordia, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione.

Sua Santità auspica che le giornate di studio suscitino nei partecipanti rinnovato slancio apostolico animato da forte passione per la vita della gente per contribuire alla trasformazione della società e orientarla sulla via del bene e, mentre invoca copiosi doni del divino spirito, chiede di pregare a sostegno del suo ministero di successore dell’apostolo Pietro, per intercessione della vergine immacolata, invia di cuore a vostra eccellenza, al presidente nazionale, ai relatori e a tutti i presenti l’implorata benedizione apostolica”.

Anche il coordinatore del Forum Internazionale di Azione Cattolica, Emilio Inzaurraga, ha portato il proprio saluto: “La realtà non si modifica solo con le idee. Può darsi che ci servano per ispirarci, muovere il nostro modo di pensare, però bisogna mettere mano all’azione… Abbiamo moltissimi esempi, abbiamo una storia bellissima, voi stessi in ACI e in ciascuna parrocchia e diocesi, avete esempi di idee in cammino, di idee che camminando modificano e trasformano positivamente la realtà.

Abbiamo in cielo una schiera di Santi che ci stanno dicendo ora: ‘adesso tocca a te, adesso è il tuo turno’ per andare in profondità, per lasciarti guidare da Gesù, per lasciarti inondare dalla sua misericordia in modo da poterla dare a tutti e, in questo dare a tutta, avere come priorità i più poveri (impoveriti), i più lontani, coloro che stanno fuori”.

I lavori sono ruotati intorno a cinque parole: dialogo per promuovere un dialogo intraecclesiale che aiuti a maturare un atteggiamento di vicinanza reale e concreta alla persona nella sua complessità e non come ‘categoria’; gioia per curare la spiritualità, che dia il coraggio di affacciarsi su temi nuovi non ancora esplorati con sguardo profetico e nella concretezza della dimensione umana e laicale; misericordia, tema al centro del prossimo anno santo, per ascoltare senza giudicare, cercando di ‘sostare con le domande senza farsi prendere dalla frenesia delle risposte’, secondo la felice espressione di Franco Vaccari.

Un’altra parola importante esaminata è stata quella di ‘popolo’ per condividere con la chiesa la passione per Gesù e per il popolo sapendo coniugare in modo vissuto e visibile la dimensione ecclesiale e la dimensione sociale e culturale; infine la parola ‘poveri’ per prendere coscienza delle urgenze del territorio, attivando progetti di sensibilizzazione alla cittadinanza attiva e al recupero del senso di comunità. Perciò nel concludere i lavori il presidente nazionale, Matteo Trufelli, ha mostrato la sua competenza da allenatore:

“Non lasciamo rubare la forza missionaria, piuttosto sbilanciamoci in avanti. In termini calcistici, passiamo da un prudente, difensivo e a volte comodo modulo 3-5-2 ad un coraggioso modulo d’attacco 4-3-3, che richiede più estro, più fantasia, maggiore capacità di reazione ai rischi dello sbilanciamento, ma che ci proietta in avanti nella partita della vita”, indicando di seguire ciò che dice il n^ 109 dell’enciclica francescana: ‘Le sfide esistono per essere superate. Siamo realisti, ma senza perdere l’allegria, l’audacia e la dedizione piena di speranza! Non lasciamoci rubare la forza missionaria!’.

Quindi per il presidente nazionale: “Come Ac abbiamo un patrimonio vero da mettere a disposizione della Chiesa. Un patrimonio che vive e respira la centralità di ciascuna realtà parrocchiale. Non servono dunque attendere imput centrali per poter agire da Ac nei propri territori, intensificare e migliorare la propria azione missionaria.

Certo restando in rete e comunicando quello che si sta facendo, come parte e in ragione di un’unica esperienza di Chiesa”, ricordando la ‘nostra’ storia: “Per questo ci prepareremo tutti a celebrare tra poco più di un anno, i 150 anni dell’Azione cattolica italiana, consapevoli dell’importanza che l’Ac ha avuto nella formazione di tante generazioni di questo Paese”.

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