Il Crocifisso speranza contro l’inaffidabilità dell’uomo
Un uomo «spesso inaffidabile» ma che può sempre alzare lo sguardo verso il Crocifisso per avere con sé la speranza. E’ il ritratto tracciato dall’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nella solennità della Domenica delle Palme, quando il cardinale ha guidato la processione con le palme e gli ulivi, partita dalla chiesa di Santa Maria Annunciata in Camposanto (alle spalle dell’abside della Cattedrale) verso piazza Duomo. Il corteo di mille persone, era formato dai rappresentanti di diverse comunità etniche di Milano, dai volontari che operano per sostenere il “Fondo Famiglia Lavoro”, da centinaia di ragazzi con i loro genitori delle scuole paritarie “La Zolla” di Milano e del “Collegio San Carlo” di Milano. Nella sua omelia, il cardinale Scola ha anzitutto spiegato il senso di questa celebrazione: “Insieme abbiamo vissuto un gesto antico che affonda le proprie radici nella chiesa primitiva di Gerusalemme: la domenica precedente alla Pasqua i fedeli si radunavano sul Monte degli Ulivi dove cantavano inni, antifone e veniva letta la Sacra Scrittura. Poi la processione si metteva in cammino verso la città. Gesù sale a Gerusalemme inoltrandosi nella tappa finale del suo pellegrinaggio sulla terra. Anche noi ci inoltriamo con Lui, Lo vogliamo accompagnare come abbiamo fatto con la processione nei misteri di questa Settimana Santa. Ma poco tempo dopo – lo vedremo accompagnando il Signore nel mistero del Venerdì Santo – la stessa folla, interpellata da Pilato sulla sorte da riservare a Gesù, rispose urlando: «Sia crocifisso!. Ed egli disse: Ma che male ha fatto?. Essi allora gridavano più forte: Sia crocifisso!»”.
Leggendo questo brano evangelico alla luce dell’attualità l’Arcivescovo di Milano ha poi detto che “l’uomo è spesso inaffidabile: quante volte la cronaca ce ne dà prova! Ogni umana acclamazione è volubile. Assai volubili lo siamo anche noi. E così siamo tentati di lasciarci andare allo scoramento, di gettare la spugna. Eppure tale disperante inaffidabilità non è l’ultima parola sulla nostra vita e sulla storia. Contro questa tentazione oggi assai diffusa, che spesso lascia non poco amaro nel nostro cuore, rende opaca la consapevolezza di noi stessi, affatica il nostro rapporto con Dio e con gli altri, il Padre, nel Figlio Crocifisso e risorto per noi, ci offre una speranza affidabile”. Scola si è anche soffermato sullo “stile” con cui vivere la Settimana Santa: “Celebrare i giorni della passione, morte e risurrezione di Gesù significa riconoscere che il criterio della nostra vita è quest’Uomo, il Crocifisso Risorto, che abita sacramentalmente con noi e ci viene quotidianamente incontro. La Chiesa madre e maestra ci ripropone ogni anno, attraverso la liturgia, soprattutto in questa “Settimana Autentica”, i santi misteri della nostra fede, perché sa bene che per comprenderli abbiamo bisogno di essere accompagnati pazientemente ad assumerli e a verificarli nella nostra vita personale e comunitaria”.
Infine ancora uno sguardo ai drammi che sconvolgono il mondo: “La pace è il test di credibilità di ogni autentica missione religiosa. In tanti parti del mondo la pace manca: quante guerre, atti di terrorismo, di violenza sui cristiani, quanti fedeli e uomini delle religioni sono uccisi. La pace è il frutto dell’abbassamento di Gesù sulla croce che trapassa in risurrezione. Il Suo primato su tutte le cose, la Sua potenza proviene dall’impotenza della Sua croce”.