Papa Francesco, un 19 marzo tra telefonate e telegrammi

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La telefonata al Papa emerito Benedetto XVI per gli auguri di buon onomastico. E il telegramma inviato a suo nome dal Segretario di Stato vaticano per esprimere cordoglio per le vittime dell’attentato di Tunisi. Il giorno di San Giuseppe, custode della Chiesa, è festivo in Vaticano, e il tran tran giornaliero, le udienze, il lavoro degli uffici, è fermo.

Anche l’attività pubblica del Papa riposa – ma in realtà quella privata prosegue incessante e instancabile. In questo 19 marzo, però, non potevano mancare gli auguri del Papa al Papa emerito. Un piccolo segno di continuità: sia per Benedetto XVI che per Papa Francesco il 19 marzo è una doppia festa. Festivo in Vaticano, era anche l’onomastico del Papa (Joseph) Ratzinger quando c’era Benedetto XVI; e ora è l’anniversario della Messa di inizio del Ministero Petrino di Papa Francesco.

Così, Papa Francesco ha chiamato al telefono Benedetto XVI – ha spiegato il vicedirettore della Sala Stampa, padre Ciro Benedettini – e gli ha fatto gli auguri. E allo stesso modo, probabilmente, Benedetto XVI ha ricordato a Francesco l’anniversario dell’inizio del ministero petrino. Non è raro che i due si sentano e si consultino.

Ma il giorno di festa è stato macchiato alla vigilia dagli atti terroristici di Tunisi. Così il Papa ha espresso ancora una volta una forte condanna per tutti gli atti contro la pace e la sacralità della vita umana, contro il terrorismo che ha colpito il popolo tunisino come tutto il mondo.

Il Papa ha espresso il suo dolore per le vittime degli attentati a Tunisi del 18 marzo con un telegramma a firma del Segretario di Stato Pietro Parolin e inviato all’arcivescovo di Tunisi mons. Ilario Antoniazzi.

Papa Francesco – si legge nel telegramma – “si unisce con la preghiera al dolore delle famiglie” delle vittime e “a tutte le persone colpite da questo dramma, così come all’intero popolo tunisino”. Il Papa “chiede al Signore di accogliere nella pace le persone decedute e di confortare quanti sono gravemente feriti”.

In Tunisia le prime pagine dei siti web locali presentano alcune ipotesi di ricostruzione dell’attentato che sarebbe stato rivolto al Parlamento e solo in un secondo momento poi diretto sul Museo del Bardo a Tunisi. Ad oggi tre complici sarebbero stati arrestati, mentre un quarto uomo è ancora ricercato. Il presidente tunisino Essebsi ha ribadito che nei confronti del terrorismo non ci sarà alcuna pietà. Un “atto ripugnante e un grave crimine che non può essere tollerato” ha commentato Rafiq al-Aouni, leader del consiglio consultivo del Fronte della Riforma, partito islamico tunisino di orientamento salafita.

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