Il triduo per la festa di San Giuseppe al Trionfale a Roma

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Una figura incredibilmente preziosa da recuperare con urgenza per la profondità degli insegnamenti, che dona all’uomo di oggi, privo spesso di radici e direzione. “Quel che fa sussultare di gioia e suscita la vera devozione a San Giuseppe” sottolinea P. Luigi De Giambattista, guanelliano, che presiederà un triduo di preghiera il 16, 17 e 18 marzo in occasione della festa patronale della Basilica di San Giuseppe al Trionfale “è la sua vocazione e missione di Custode. Custodire i grandi Doni che la Provvidenza gli metteva tra le mani. Doni grandi nascosti nel segno del piccolo del fragile, del vulnerabile, della carne umana.
Prima di tutto il custodire il Dono della fede nel Dio meraviglioso dell’Alleanza che continuamente cammina e guida il suo popolo, stupendolo e talvolta scuotendolo con le sue sorprese. Giuseppe è il Giusto capace di fidarsi e affidarsi al Dio della novità , delle sorprese, un Dio che continuamente si fida e si affida ai suoi figli per portare avanti con loro il suo progetto di salvezza. Custodire la fede per Giuseppe significa aver cura del suo Cuore , custodendolo puro, libero, centrato su Dio, concentrato sul fare il volere di Dio e non i suoi progetti.Da lui impariamo la necessità della custodia del nostro cuore dove nascono tutte le decisioni e le scelte vitali.
Di Giuseppe mi stupiscono la cura, la tenerezza unita al coraggio, la fedeltà, la responsabilità , l’umiltà e totale assenza di protagonismo col quale vive e porta avanti la sua speciale, incomparabile vocazione e missione di custodire i tesori più belli e più grandi che Dio potesse regalare all’umanità: Gesù il Messia tanto atteso; Maria, sua sposa e vera mamma dell’ Emmanuele; e quella famiglia inventata dallo Spirito di Dio, tempio vivo della Trinità tra le case di Nazareth, dentro la sua bottega di povero falegname. Quella piccola sua famiglia destinata a divenire segno e modello della Chiesa universale.
Da lui posso e debbo imparare come custodire quegli stessi Tesori adesso deposti nella mia vita di uomo, di cristiano, di guanelliano, qui, adesso e nelle periferie del mondo.

Infine, il suo essere uomo della Speranza radicata nella fede, uomo impastato di Provvidenza e che vive e muore letteralmente nelle Sue mani. Così l’ha sentito e venerato San Luigi Guanella, nostro Fondatore, che lo ha posto come patrono della nostra Congregazione”.

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