Il Papa: ‘Promuovere una economia dell’onestà’

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‘Il dio-profitto non è affatto una divinità, ma è solo una bussola e un metro di valutazione dell’attività imprenditoriale. Il nostro mondo ha bisogno di un’economia del dono, cioè di un’economia capace di dar vita a imprese ispirate al principio della solidarietà e capaci di creare socialità’. Con queste parole dell’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, Papa Francesco stamane ha salutato i membri della Confcooperative ricevuti in udienza.

L’impresa cooperativa oggi – ha spiegato il Papa – ‘è una vera missione che ci chiede fantasia creativa per trovare forme, metodi, atteggiamenti e strumenti, per combattere la cultura dello scarto coltivata dai poteri che reggono le politiche economico-finanziarie del mondo globalizzato’.

Bisogna globalizzare la solidarietà- ha ancora ricordato il Pontefice – pensando ‘all’aumento vertiginoso dei disoccupati, alle lacrime incessanti dei poveri, alla necessità di riprendere uno sviluppo che sia un vero progresso integrale della persona che ha bisogno certamente di reddito, ma non soltanto del reddito’. Per questo è necessario porre ‘al centro dell’economia mondiale, la dignità della persona umana’.

Alle cooperative Papa Bergoglio ha chiesto di ‘portare la cooperazione sulle nuove frontiere del cambiamento, fino alle periferie esistenziali dove la speranza ha bisogno di emergere e dove, purtroppo, il sistema socio-politico attuale sembra invece fatalmente destinato a soffocare e a rubare la speranza incrementando rischi e minacce. Dovete continuare a inventare nuove forme di cooperazione, perché anche per le cooperative vale il monito: quando l’albero mette nuovi rami, le radici sono vive e il tronco è forte!’.

Francesco ha offerto alcuni ‘incoraggiamenti concreti’ al mondo cooperativo. Siate – ha auspicato – ‘motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle nostre comunità locali e della società civile. Per questo occorre mettere al primo posto la fondazione di nuove imprese cooperative, insieme allo sviluppo ulteriore di quelle esistenti, in modo da creare soprattutto nuove possibilità di lavoro che oggi non ci sono’. Il pensiero del Papa si è rivolto ‘ai giovani, perché sappiamo che la disoccupazione giovanile, drammaticamente elevata, distrugge in loro la speranza. Alle tante donne che hanno bisogno e volontà di inserirsi nel mondo del lavoro. Agli adulti che spesso rimangono prematuramente senza lavoro. Oltre alle nuove imprese, guardiamo anche alle aziende che sono in difficoltà, a quelle che ai vecchi padroni conviene lasciar morire e che invece possono rivivere con le iniziative che voi chiamate “Workers buy out”, aziende salvate. Io sono un tifoso delle aziende salvate!’.

Il Papa ha suggerito inoltre di attuare ‘nuove soluzioni di Welfare, in particolare nel campo della sanità, un campo delicato dove tanta gente povera non trova più risposte adeguate ai propri bisogni. La carità è un dono! Non è un semplice gesto per tranquillizzare il cuore! Un dono senza il quale non si può entrare nella casa di chi soffre. Nel linguaggio della dottrina sociale della Chiesa questo significa fare leva sulla sussidiarietà con forza e coerenza: significa mettere insieme le forze!’. Bisogna pertanto ‘coniugare l’essere impresa e allo stesso tempo non dimenticare che al centro di tutto c’è la persona’.

Secondo Francesco l’economia non deve fare marketing ma deve essere capace ‘di far crescere le persone in tutte le loro potenzialità’. Per rinnovarsi l’economia ha bisogno di una società in grado di crescere. Compito delle cooperative pertanto è anche quello di ‘sostenere, facilitare e anche incoraggiare la vita delle famiglie’ e dunque ‘anche aiutare le donne a realizzarsi pienamente nella propria vocazione e nel mettere a frutto i propri talenti. Donne libere di essere sempre più protagoniste, sia nelle imprese sia nelle famiglie!’.

Per fare tutto ciò – ha ancora detto Bergoglio – è necessario denaro. E per ottenerlo è necessaria maggiore mutua collaborazione. ‘Il denaro è lo sterco del diavolo! Quando il denaro diventa un idolo, comanda le scelte dell’uomo. E allora rovina l’uomo e lo condanna. Lo rende un servo. Il denaro a servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se però è una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale’.

Dal Pontefice monito contro le false cooperative. Chi assume ‘una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni di mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione’ commette ‘è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare’. Promuovete dunque – ha esortato – ‘l’economia dell’onestà! Un’economia risanatrice nel mare insidioso dell’economia globale. Una vera economia promossa da persone che hanno nel cuore e nella mente soltanto il bene comune’.

Di fronte alla globalizzazione ‘le cooperative non possono rimanere chiuse in casa, ma nemmeno uscire di casa come se non fossero cooperative. Occorre avere il coraggio e la fantasia di costruire la strada giusta per integrare, nel mondo, lo sviluppo, la giustizia e la pace’. Bisogna tendere la mano – ha concluso Francesco – a chi vive nelle periferie esistenziali, a chi è svantaggiato, alle persone sole, scartate e non rispettate.

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