Forum delle Famiglie: la famiglia garantisce i diritti individuali
Alcuni giorni fa il Forum delle Associazioni Familiari ha fatto un’audizione presso la Commissione giustizia del Senato nell’ambito del dibattito sulla regolamentazione delle unioni civili, il cosiddetto ‘testo Cirinnà’, dal nome della senatrice relatrice Monica Cirinnà, che si basa sul modello tedesco: le coppie omosessuali potranno iscriversi all’ufficio dello stato civile in un apposito registro dedicato ai ‘matrimoni’ tra persone dello stesso sesso.
In questo modo potranno usufruire degli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali sposate: reversibilità della pensione, diritto alla successione in caso di morte e la possibilità di assistenza negli ospedali e nelle carceri nonché di partecipare ai bandi per le case popolari. Con una postilla: non potranno chiedere un bambino in adozione, ma un partner potrà adottare il figlio dell’altro per garantire una continuità relazionale.
Nell’incontro la delegazione delle associazioni familiari ha ribadito la convinzione che “i diritti individuali delle persone possono e devono essere garantiti a tutti indipendentemente dallo status personale. Siamo pertanto favorevoli all’esplicito riconoscimento di diritti quali l’assistenza sanitaria o penitenziaria, il diritto ad abitare nella casa comune in caso di decesso di una delle parti dell’unione, il diritto alla prosecuzione del contratto di locazione”.
E sul testo della relatrice ha espresso un giudizio negativo, in quanto presenta alcune illegittimità costituzionali: “Sulla proposta di testo base della relatrice, sen. Cirinnà, non possiamo che esprimere un giudizio fortemente negativo, anche tenuto conto che altri disegni di legge all’esame della Commissione sono molto più equilibrati e corrispondenti sia al dettato costituzionale sia alle reali esigenze delle relazioni affettive che ci si accinge a disciplinare.
La proposta di testo base presenta infatti profili di illegittimità costituzionale perché di fatto introduce il matrimonio tra persone dello stesso sesso equiparando in più disposizioni le unioni tra persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio. Già solo tale piena equiparazione deve comportare la reiezione del testo per manifesta incostituzionalità”.
Secondo il Forum delle Famiglie una legge non può andare contro il dettame del Codice civile e della Carta costituzionale, e precisamente gli articoli 29/31: “Alla famiglia, quale nucleo fondante della società, deve essere riconosciuto il ruolo preminente di formazione delle nuove generazioni e di fattore di coesione sociale. Accanto alla famiglia esistono anche altre formazioni sociali degne di rispetto e considerazione ma che alla famiglia non possono essere accostate né giuridicamente né a livello socio-antropologico.
Tale nostra convinzione è sostenuta, oltre che da ultramillenaria tradizione, innanzitutto dalla Costituzione, che ‘riconosce’, e non disciplina, la famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio (art. 29), cui si attribuiscono diritti e doveri rilevanti nell’ambito del diritto pubblico a testimoniare la sua centralità nella società e l’interesse dello Stato alla sua promozione e sviluppo (artt. 30 e 31 Cost.). Analogamente, il Codice civile presuppone la diversità di sesso dei nubendi per poter contrarre matrimonio sul presupposto della generatività familiare”.
Infatti recentemente anche la Corte costituzionale ha escluso la possibilità di assimilare nell’ordinamento italiano l’unione tra persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna ed ha escluso l’applicazione della disciplina giuridica della famiglia alle coppie di fatto, unioni civili e denominazioni simili. In base al dettato della Corte costituzionale il Forum delle Famiglie è contrario ad alcune regolamentazioni che la legge propone:
“Siamo invece fermamente contrari all’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita da parte di coppie dello stesso sesso, come peraltro già stabilito dalla legislazione vigente, o all’adozione. Così come siamo contrari all’estensione del diritto alla pensione di reversibilità che è strettamente connessa allo status di ex coniuge ed è un diritto strettamente collegato alla stabilità e progettualità di vita comune della famiglia fondata sul matrimoni”.
In sostanza il Forum delle famiglie ha evidenziato la mancanza di concrete politiche familiari, perché è necessario investire sull’istituto familiare come elemento di coesione sociale: “Sono urgenti politiche sociali che prendano in carico la famiglia nel suo ricco insieme di relazioni, non che si rivolgano alla singola persona senza che il suo contesto socio-economico-relazionale sia tenuto in considerazione. Come anche politiche abitative e del lavoro che puntino ad una piena armonizzazione tra vita familiare e vita lavorativa.
Altrettanto urgenti sono politiche fiscali mirate alla famiglia, anche e soprattutto in relazione agli artt. 30, 31 e 53 della Costituzione, quindi doverose da parte dello Stato. Ancor più in una fase come quella degli ultimi anni, in cui aumenta il carico fiscale e diminuisce la ricchezza disponibile delle famiglie”. E conclude esprimendo un giudizio negativo, perché la proposta del testo base presenta profili di illegittimità costituzionale:
“Il testo presenta anche altri profili molto discutibili che attengono alla regolazione dei diritti soggettivi delle persone, ed è gravemente lacunoso sotto il profilo della tutela delle parti deboli, siano esse i conviventi o i figli… Nonostante i citati rilievi sia di ordine costituzionale sia di merito, il Forum delle associazioni familiari sottolinea che i diritti soggettivi di ciascun individuo, indipendentemente dal proprio status familiare, devono avere un pacifico riconoscimento. Diversa è però la disciplina di alcuni diritti peculiari della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna che non possono essere estesi alle convivenze”.