#StopTheViolenceInNigeria
Nei giorni scorsi in Nigeria si è scatenata un’escalation di violenza: 14 gennaio, rapimento di circa 200 persone tra donne e bambini; 11 gennaio, due donne nello stato nord orientale di Yobe si fanno saltare in aria, causando 4 morti e 20 feriti; 10 gennaio, bimba kamikaze si fa saltare in aria nella città di Maidougouri nello stato di Borno, causando 10 morti; 8 gennaio, strage nella città di Baqa con 2.000 morti su 10.000 abitanti.
Amnesty International, che ha operatori nella zona, ha confermato che si è trattato del ‘peggior massacro nella storia dei Boko Haram’, fornendo alcune immagini satellitari delle stragi (foto): “Una serie di immagini satellitari forniscono la scioccante e inconfutabile prova della dimensione dell’attacco portato da Boko Haram sulle città di Baga, a 160 chilometri di distanza da Maiduguri, e Doron Baga (conosciuta anche come Doro Gowon, a due chilometri e mezzo da Baga)…
Secondo una testimonianza, Boko Haram ha ucciso indiscriminatamente anche bambini in tenera età e una donna che stava partorendo. Boko Haram ha ripetutamente preso di mira comunità sospettate di collaborare con le forze di sicurezza. Le città in cui sono state costituite le milizie della task force civile congiunta, alleate del governo, hanno subito attacchi particolarmente brutali.
Un testimone ha raccontato ad Amnesty International di aver sentito, durante l’attacco a Baga, dei combattenti di Boko Haram dire che stavano cercando i membri della Task force e che, con questo obiettivo, hanno eliminato casa per casa gli uomini in età da combattimento. Dopo l’attacco di Baga, i testimoni hanno raccontato che Boko Haram è andato alla caccia delle persone fuggite nella boscaglia, catturando uomini, donne e bambini”.
Ricordiamo che nel Paese più popoloso dell’Africa, l’avvicinarsi delle elezioni legislative e presidenziali (14 febbraio) è ormai quasi quotidianamente segnato dagli assalti dei fondamentalisti islamici nel nord-est, in quanto la destabilizzazione, in questa fase elettorale, potrebbe portare a gravi conseguenze nazionali ed internazionali e aprire un nuovo fronte nella lotta al terrorismo internazionale.
Molti sono stati gli appelli delle Ong che operano nel Paese per invitare l’Occidente a non ‘chiudere gli occhi’ sui drammatici eventi, come ha detto Apurimac Onlus, ong degli agostiniani che opera da molti anni nella zona, in cui è ‘operativo’ Boko Haram, richiedendo l’attenzione della comunità internazionale affinché si ponga fine al clima di terrore:
“Fermare la violenza per sostenere il processo democratico di pacificazione dal basso è un atto dovuto che la società civile nigeriana merita. Lavoriamo in Nigeria dal 2003 con progetti di peacebuilding. La Nigeria è un Paese difficile. Boko Haram (organizzazione terroristica jihadistica) tiene sotto scacco non solo i tre Stati a nord della Nigeria, ma buona parte dei Paesi dell’area subsahariana (Nigeria, Camerun, Chad e Niger).
Rapimenti di ragazze, bombe, attentati sono all’ordine del giorno sui quotidiani e sui mezzi di comunicazione di massa. E ancora una volta siamo ‘costretti’ a comunicare qualcosa che non vorremmo. Ancora una volta la Nigeria è stata colpita al cuore. I nostri cooperanti sono rientrati in Italia a dicembre, ma le persone con cui lavoriamo, gli amici dei nostri cooperanti, i nostri collaboratori sono lì. Uomini, donne, bambini, spesso vittime innocenti.
Ed oggi come ieri non possiamo che sentirci vicini a loro, alle loro famiglie a quella terra, che conosciamo, troppo spesso insanguinata e colpita. Noi continueremo a lavorare in Nigeria e ad impegnarci nella costruzione della pace. L’impegno di Apurimac nasce dall’ascolto e dal dialogo con le persone, con i beneficiari degli interventi. Utilizziamo un approccio di tipo partecipativo.
Sembra chissà cosa, ma si tratta semplicemente di ascoltare i nostri interlocutori e tradurre in aspetti operativi le loro richieste. Si lavora per combattere il conflitto alla radice. L’esperienza ci insegna che laddove la crisi economica è più elevata, più forte è il rischio di radicalizzazione dei conflitti interetnici e interreligiosi. Per questo motivo il nostro intervento come costruttori di pace si fonda sulla creazione di nuove professionalità da inserire nel mercato del lavoro.
Corsi di formazione in cucina, parrucchiere, informatica, riparazione cellulari, maglieria, lavorazione di pelle e cuoio, sono alla base del nostro intervento. Garantire un futuro è fondamentale per far vivere al meglio il presente. Noi continueremo ad ascoltare i bisogni di questo popolo e ad affiancarlo nel lungo lavoro di costruzione della pace”.
Anche la federazione internazionale ‘Terre des Hommes’ ha chiesto alla comunità internazionale di ‘bloccare’ Boko Haram, come ha commentato il suo presidente Raffaele K. Salinari: “Mancano le parole per descrivere queste atrocità. Questi episodi dimostrano un disumano disprezzo per il valore della vita di chi è più indifeso e non può sottrarsi agli ordini. La comunità internazionale non può stare zitta ma deve spingere il governo nigeriano a proteggere con maggiore determinazione la popolazione civile da Boko Haram.
In maniera particolare vanno protetti tutti i luoghi frequentati dai bambini, prime tra tutte le scuole, dove il gruppo terrorista spesso sequestra i suoi futuri combattenti. Garantire tutti i diritti dei bambini, rafforzare l’educazione e la protezione dell’infanzia, in Nigeria come altrove, è una valida strategia per contrastare il terrorismo”. Terre des Hommes è promotrice della Coalizione Stop all’Uso dei Bambini Soldato e da tre anni, con la sua Campagna ‘Indifesa’, è particolarmente impegnata a difesa delle bambine nel mondo, con progetti concreti per migliorare la loro condizione e azioni di sensibilizzazione per denunciare le violazioni dei loro diritti.
L’ong ‘Porte Aperte’ parla di una guerra ‘vigliacca’ di Boko Haram’: “Le nostre fonti ci parlano di molti corpi al suolo, di persone fuggite via acqua (alcune annegate) e di almeno un migliaio di persone in fuga intrappolate in un isolotto in mezzo al lago Chad, senza viveri e al freddo. Sappiamo che sono morti molti cristiani negli attacchi, impossibile avere cifre, la città rimane sotto il controllo degli estremisti. A nostra memoria questa serie di attacchi è la più atroce e cruenta mai realizzata dai Boko Haram”.