Migranti: una giornata per dire che non esistono frontiere

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Nelle nostre comunità, in questo nostro Paese che soffre per molte crisi (economica, politica, culturale), la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra domenica prossima,  “possa contribuire a diffondere una nuova cultura dell’incontro, una politica capace di mettere sempre al centro la povera gente, un’economia che sappia interpretare l’esigenza della gratuità e della condivisione”. Questo l’auspicio della Chiesa in Italia alla vigilia di questa Giornata nelle parole del neo cardinale Francesco Montenegro, presidente della commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, presentando le iniziative per questo evento che avrà il suo apice a livello nazionale nella messa celebrata a Potenza dall’arcivescovo Agostino Superbo. Per Montenegro “se nel messaggio della Giornata Mondiale della Pace 2015 Papa Francesco ha portato l’attenzione al tema della fraternità, quale categoria fondamentale nella vita della Chiesa e della società, condannando ogni nuova forma di tratta e di schiavitù moderna”, nel messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato di quest’anno, oltre a ricordare ancora le povertà e le schiavitù, “il vergognoso e criminale traffico degli esseri umani” richiama “l’impegno della Chiesa a vivere la propria maternità”, allargando “le sue braccia per accogliere tutti i popoli”.

Dal tema della maternità della Chiesa – spiega il presidente di Migrantes – il Papa deduce come per la Chiesa “non esistono frontiere” e come “nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare”. Letta con lo sguardo ai migranti, il tema di una Chiesa madre, senza frontiere, diventa – ha sottolineato – anzitutto “la necessità per le nostre comunità di condividere il viaggio di molti migranti, oggi anche forzatamente in cammino”. Affermare la maternità della Chiesa – ha spiegato – chiede anche “la capacità di condividere le risorse con i più poveri, e tra essi oggi certamente i migranti forzati”. E questo richiede “allargare gli impegni di solidarietà, di cooperazione allo sviluppo, accompagnati da percorsi di condivisone tra persone di origini e culture differenti”.

La conferenza è stata anche l’occasione per diffondere alcuni dati: nel 2014 sulle coste del Sud dell’Italia, sono sbarcate oltre 170.000 persone, tre volte il numero degli arrivi nei due anni precedenti. Di questo enorme popolo di migranti, oltre 120.000 sono giunti in Sicilia, di cui 15.000 nella sola provincia di Agrigento e oltre 4.000 sull’isola di Lampedusa. Nell’offrire i dati il direttore di Migrantes ha avanzato la richiesta che in ognuno dei tremila Comuni italiani con più di 5.000 abitanti sorga un centro di accoglienza per i richiedenti asilo e l’appello all’Europa per “uno sforzo maggiore non per presidiare le frontiere, ma per superarle a tutela della dignità della persona umana”. Il 2014 ha anche segnato un anno di numerose partenze di giovani italiani, di disoccupati per altri Paesi europei. Le Missioni cattoliche Italiane in Germania, Svizzera, Inghilterra, Belgio, sono state non solo un importante osservatorio di questa mobilità italiana, ma anche un primo luogo di accoglienza per giovani, famiglie in cerca di lavoro e casa e che bussano alle porte.

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