La Settimana Santa in mostra, anche se è Natale…
Certo è insolito che a pochi giorni dal Natale venga inaugurata nel cuore di Roma una mostra sulla Settimana Santa. Ma d’altronde è nella Pasqua che il cammino terreno di Cristo, che ha inizio con il Natale, trova il suo pieno compimento. Così fino al 18 gennaio sarà possibile visitare presso la sede dell’Istituto Cervantes a Piazza Navona la mostra fotografica “Plenilunio di primavera: la Settimana Santa rurale”.
“La Settimana Santa – spiega il prof. José Luis Alonso Ponga, direttore della Cátedra de Estudios sobre la Tradición e del Centro de Antropología Aplicada presso l’università di Valladolid, curatore della mostra – è il periodo di maggiore spessore antropologico, perché affonda le radici nel rapporto dell’uomo con la natura: vecchi miti di morte e di risurrezione sui quali il cristianesimo ha innestato la missione salvifica del Redentore”. “Ciascuna società ha interiorizzato questo messaggio a modo suo, inserendolo nella propria cultura – prosegue Ponga –. Ci troviamo così di fronte a un unico messaggio con molteplici espressioni, quindi oggi abbiamo una ricchezza religiosa, culturale e patrimoniale molto variegata che ispira innumerevoli manifestazioni turistiche che attirano l’attenzione di viaggiatori da tutte le parti del mondo”.
Tre sono i modelli presentati in questa mostra: due spagnoli, Bercianos de Aliste (Zamora) e San Vicente de la Sonsierra (La Rioja) e uno americano, con i paesi della Valle di Mora (Nuovo Messico). I loro denominatori comuni sono l’antichità – XVI secolo per le prime due e XVII per la terza – e la fedeltà al rito, perché gli abitanti hanno preservato le tradizioni religiose e culturali che oggi sono punti di riferimento identitari. “Si tratta di un patrimonio culturale immateriale di prim’ordine, risultato della coesione tra i testi letterari, la musica, gli indumenti e l’appropriazione simbolica dello spazio e il tempo dei riti nei giorni centrali della Passione” nota il professor Ponga.
A Bercianos de Aliste i momenti culmine si svolgono il Giovedì Santo, con la processione della Via Crucis in cui gli abitanti del paese salgono fino al Calvario, segnalato da tre croci, e il Venerdì Santo, quando, dopo le funzioni, ha luogo il rito del Desenclavo nella piazza sul retro della Chiesa. Alcuni fratelli della Confraternita della Vera Cruz, a richiesta del predicatore, rimuovono il cartello dalla croce, la corona di spine, i chiodi e depongono Cristo dalla croce per adagiarlo nell’urna.
A San Vicente de la Sonsierra sono tipiche le processioni dei disciplinantes, che indossano un abito bianco che lascia loro la schiena scoperta, che si autoflagellano con una disciplina di cotone. Un accompagnatore punzecchia ogni tanto la schiena con una spugna (in realtà una pallina di cera con delle punte di vetro acuminato), che permette la fuoriuscita del sangue accumulato negli ematomi. Le ragioni per flagellarsi sono varie: voto, devozione, richiesta di grazia, ecc.
Nei paesi della Valle di Mora, nel New Mexico, si tramanda la tradizione delle Moradas, le case di preghiera legate alla confraternita Hermandad Piadosa de Nuestro Padre Jesús Nazareno, che sono luogo di riunione, di ritiro e di preghiera per i fratelli, che vi si riuniscono soprattutto nella Quaresima. In questo periodo si recita il rosario o si ripercorre la Via Crucis, e si ricevono le visite di familiari provenienti da altri Stati, rinsaldando così i legami comunitari. Praticano inoltre il digiuno e l’astinenza, allestiscono veglie funebri presso la Morada, visitano i malati o i bisognosi della zona.
Prossima tappa di questo itinerario di ricerca e di studio religioso, culturale e antropologico sarà Parigi, con una mostra sulla Settimana Santa non più rurale ma urbana, nella quale potrebbero essere ricompresi alcuni centri del Meridione d’Italia, Sicilia, Sardegna e Calabria in particolare, famosi per i loro riti legati alla tradizione del Triduo pasquale.