Famiglia: 2014 anno di cambiamento

Condividi su...

Nei giorni scorsi il presidente del Forum delle associazioni familiari, prof. Francesco Belletti, ha tracciato la relazione all’assemblea nazionale di questo anno che volge al termine, affermando che è stato un anno di cambiamento:

“In ambito politico-sociale, dal 2011 al 2014 abbiamo dovuto confrontarci con quattro diversi governi, con crisi politiche ed elezioni anticipate di Regioni e Comuni, con le elezioni europee del 2013, con ricorrenti episodi di corruzione e di malaffare nella gestione della cosa pubblica che hanno ulteriormente accentuato il clima di sfiducia nel nostro Paese, con l’emergere di nuovi movimenti politici, con il cambiamento del linguaggio politico.

E in particolare, con il governo Renzi, nel 2014, che oggettivamente ha innescato un drammatico depotenziamento dei corpi intermedi, aumentando la già terribile autoreferenzialità del sistema politico. Anzi, a volte non ci si è limitati semplicemente ad interrompere il dialogo, ma si sono proposti provvedimenti di vero e proprio ‘attacco diretto’ alla soggettività del terzo settore, come ad esempio con la minaccia (poi parzialmente rientrata) del taglio dei fondi per i patronati. Spending review a senso unico, mentre su altri interessi e soggetti (pubblici e privati) non si incide in modo significativo. Intanto la crisi economica ha continuato a mordere, e la famiglia rimane la grande dimenticata”.

Ed ha tracciato una linea anche sulle attività dei Forum locali: “Anche la rete associativa del Forum è oggi in gioco, sia per scelta intenzionale, sia per dinamiche autonome. La scelta (intenzionale) di avviare il lavoro della Conferenza di Programma sta infatti rimettendo in moto preziosi percorsi interni di incontro, di dialogo, di riflessività, ma sta anche raccogliendo (molto opportunamente) vecchie e nuove richieste, nodi organizzativi e progettuali da verificare.

Ad esempio, il ruolo e il lavoro delle commissioni, prezioso strumento sia partecipativo interno che progettuale per l’operatività, si sviluppa oggi in modo eterogeneo, ed esige sicuramente un importante ripensamento. Particolarmente cruciale è poi la ridefinizione del rapporto tra Forum nazionale e presenze locali (Forum regionali e locali), dove situazioni locali di particolare dinamicità e protagonismo propongono modelli molto eterogenei, a volte con tensioni tra singole associazioni e dirigenza locale, e in cui a volte il flusso informativo e comunicativo tra livello nazionale e territoriale è ancora carente.

In gioco è peraltro un’unica soggettività, dal momento che le scelte fatte a livello locale da un Forum territoriale hanno impatto diretto anche sul livello nazionale, sia come ‘discorso pubblico’, sia come reti associative interne”. Ma la vera ‘mission’ per il Forum si gioca sulla sfida per definire la questione antropologica e la questione sociale: “Dal punto di vista antropologico, il nostro Paese ha assistito in questi ultimi anni, e nel 2014 con particolare accelerazione, ad un progressivo processo di radicale messa in discussione dell’identità stessa della persona, del matrimonio e della famiglia, nella politica, nelle amministrazioni locali, nei tribunali e nel sistema giuridico.

Cito solo alcuni esempi: la radicale banalizzazione e privatizzazione del legame matrimoniale, che può essere sciolto con un puro accordo privato, solo comunicato in Comune; la drammatica liberalizzazione dei metodi di fecondazione artificiale eterologa, che rischia di interrompere radicalmente il legame tra generatività e relazione tra uomo e donna, con le possibili derive dell’utero in affitto, della scelta del figlio sul ‘catalogo dei donatori’, dell’eliminazione dei ‘prodotti difettosi’;

l’impressionante e rapidissimo smantellamento del ‘superiore interesse del minore’, nel caso specifico del suo ‘diritto a crescere con i propri genitori’ (un padre e una madre), a favore di un nuovo presunto ‘diritto alla genitorialità’ (addirittura ‘incoercibile’, secondo alcune sentenze della Corte costituzionale) che di fatto asservisce una persona (il figlio) ai bisogni/desideri di un’altra persona (chi pretende di diventare genitore, chi vuole ‘avere un figlio’, non chi è disponibile ad ‘accogliere e donare la vita’); il disegno di legge contro l’omofobia (il cosiddetto ‘Scalfarotto’), già approvato alla Camera, che più che contrastare qualsiasi ingiusta discriminazione verso le persone omosessuali, rischia di introdurre un ‘reato di opinione’ se si difende il valore della famiglia naturale e della differenza sessuale come origine irrinunciabile del progetto familiare (in fondo, il dettato della nostra Costituzione)”.

Tali sfide sono una ‘chiamata alla responsabilità’, che il Forum rilancia con due progetti, il progetto ‘Il Filo e la Rete’ e l’iniziativa dei Gemellaggi solidali con la Grecia: “Il Filo e la Rete è un’iniziativa che tende a collegare persone, famiglie ed associazioni sul grande nodo dell’educazione all’identità sessuale e all’affettività, oggi fortemente sfidata da proposte antropologiche individualistiche, edonistiche e narcisistiche, che tendono a cancellare la differenza sessuale a favore di un ‘umano indistinto’, dove ogni opzione ed orientamento è possibile, anzi, va imposto.

E’ quella che viene sinteticamente definita ideologia del gender. Credo peraltro che su queste espressioni sintetiche e sloganistiche dovremo costruire una riflessione più seria, alla ricerca di un linguaggio e di una riflessione capaci di ‘convincere’… Insomma, con Il Filo e la Rete non ci limitiamo a protestare ‘contro’ (cosa che peraltro dobbiamo continuare a fare, con intelligenza e linguaggio appropriato), ma vogliamo (per tornare alle parole della Evangelii gaudium) sostare (non occupare) nello spazio dell’educazione con il tempo progettuale della formazione ad un’antropologia di relazione e di libertà.

Il progetto ‘Gemellaggi solidali’ Italia-Grecia propone la stessa dinamica in ambito sociale, nell’ipotesi che anche di fronte a macro-fenomeni planetari, come la crisi economica e le tragiche strategie sperimentate in Grecia dai grandi poteri politico-economico-burocratici europei, esista comunque uno spazio di responsabilità personale, di solidarietà, di azione alternativa non violenta, che genera legami e rigenera un popolo. Come Forum, anche in questo caso, con questo progetto, prima ancora che doverosamente protestare contro le politiche, generiamo spazi e tempi di relazioni solidali”.

151.11.48.50