Da Guercino a Caravaggio

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Nelle favolose sale di Palazzo Barberini fino all’8 febbraio 2015 si può visitare la mostra “Da Guercino a Caravaggio” incentrata sul lascito sir Denis Mahon (1910-2011) uno dei grandi studiosi e collezionisti  inglesi dei dipinti del ‘600 italiano. Promossa dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico di Roma diretta da Daniela Porro, è stata realizzata da Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese con il sostegno del “Sir Denis Mahon Charitable Trust”, da Sergey Androsov dell’Hermitage Museum e da Mina Gregori.

Sir Denis Mahon ha dedicato la sua vita al Barocco italiano prima da appassionato, poi da collezionista e, infine, da studioso: le sue scoperte sulla pittura bolognese alle soglie del Seicento, hanno riportato alla luce eccezionali artisti come Guercino, fino ad allora pittore non conosciuto nella sua grandezza. Tra i suoi scritti: “Studies in Seicento art and theory”, 1947 e “Il Guercino. Giovan Francesco Barbieri 1591-1666”, Bologna 1991. Nel 1990, Mahon ha donato l’intera sua collezione d’opere d’arte, composta di 57 pezzi, a vari musei, tra cui la Pinacoteca Nazionale di Bologna e la National Gallery of Ireland di Dublino.  I capolavori della Scuola Emiliana del ‘600 di artisti come Annibale Carracci, Domenichino, Guercino, Guido Reni, Benedetto Gennari – che erano stati destinati alla pinacoteca di Bologna – furono trasferiti definitivamente nella proprietà dello stato italiano grazie ad un provvedimento dello stato britannico che ne concesse l’uscita definitiva dal paese.

Il percorso espositivo si impernia su 45 dipinti di grande bellezza:  alcuni appartenenti alla collezione Mahon, altri provenienti da prestiti museali come le opere di Poussin, Guercino, Carracci e Caravaggio provenienti dall’Hermitage Museum di San Pietroburgo, e consentono di offrire al visitatore un panorama significativo della pittura barocca in Italia. Lungo il percorso della mostra è collocata una stazione video con filmati su Denis Mahon che rivela come lo sguardo del collezionista sia proposto come viatico dello sguardo del visitatore: uniti entrambi dalla passione per un’arte pittorica che acquisisce significati nuovi in ogni nuova epoca.

Frasi emblematiche di Mahon – scritte in alto sulle pareti – danno conto dell’itinerario di studi del mecenate insieme ai capolavori di Guercino, Caravaggio, Guido Reni, Annibale Carracci nonché delle due battaglie di Nicolas Poussin: dipinti che fino ad oggi non era stato possibile vedere insieme.

In esposizione vi è una delle opere del Guercino più amata da Mahon:  “La Madonna del passero”. Il quadro raffigura Maria che fa giocare Gesù con un passerotto tenuto legato da un sottilissimo filo di seta. Sarà possibile ammirare anche numerose opere di Caravaggio come il “Bacchino malato” prestito dalla Galleria Borghese di Roma (titolato “Autoritratto nelle vesti di Bacco”), il “San Francesco in meditazione” prestito del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, la “Giuditta e Oloferne” della stessa Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini e, infine, “Il cavadenti” opera veristica caravaggesca della Galleria Palatina di Firenze.

La mostra – oltre a rappresentare il doveroso omaggio al grande antiquario inglese, amante dell’Italia e della sua arte – alinea dipinti di enorme fascino, di soggetto sacro e profano, che documentano sia momenti di studio storico, sia emozioni sempre nuove che sortiscono dagli inesauribili significati estetici e contenutistici dell’immagine dipinta. Ogni dipinto – pensiamo ad esempio all’ “Et in Arcadia Ego” di Guercino – incarna una categoria dell’iconografia pittorica. Una mostra, quindi, che lascerà profondamente appagata quella fame d’arte che caratterizza i tanti frequentatori odierni della pittura moderna.

Nella foto:  Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, “La Madonna del passero” (1615-1618).

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