La Comunità di Sant’Egidio celebra le città per la vita
“Saluto con grande soddisfazione il nuovo passo in avanti, che spero decisivo, verso l’abolizione della pena di morte, compiuto dalle Nazioni Unite. 114 Stati su 193 rappresentati nella terza Commissione hanno votato a favore della proposta di moratoria universale presentata da 94 Stati membri fra i quali in prima fila l’Italia. Aumentano le astensioni e mi auguro che la forte spinta abolizionista registratasi in Commissione convinca i paesi che ancora mantengono la pena capitale nel loro ordinamento a cambiare opinione quando, a dicembre, l’Assemblea Generale sarà chiamata a votare la risoluzione”:
così il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha commentato il risultato della votazione notturna dell’Onu, avvenuta venerdì 21 novembre, la quinta in venti anni, che ha dato ulteriore impulso alla campagna internazionale della Comunità di Sant’Egidio per una giustizia più umana.
Il presidente della Comunità di Sant’Egidio ha sottolineato le positive novità del voto: i Paesi che per la prima volta aderiscono alla moratoria, Eritrea, Fiji e Suriname; in 7 anni, dal 2007 ad oggi, i voti contrari sono calati del 30% passando da 52 a 36; l’adesione di paesi africani e asiatici “è anche il frutto di un intensa opera di sensibilizzazione sui temi del rispetto dei diritti e della umanità della pena che la Comunità di Sant’Egidio conduce da anni. Oggi, con ancora più decisione, possiamo dire che non c’è giustizia senza vita”.
Questo risultato positivo è avvenuto pochi giorni prima dell’evento che da alcuni anni la Comunità di Sant’Egidio organizza: ‘città per la vita’. Infatti il 30 novembre 1786 il granduca di Toscana, Pietro Leopoldo, abolisce la pena di morte nel suo Granducato con queste motivazioni: “Con la più grande soddisfazione del Nostro paterno cuore Abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la più esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere spedizione dei Processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri Delinquenti, invece di accrescere il numero del Delitti ha
considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e quindi Siamo venuti nella determinazione di non più lungamente differire la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla Società nella punizione dei Rei, eliminato affatto I’uso della Tortura, la Confiscazione dei beni dei Delinquenti, come tendente per la massima parte al danno delle loro innocenti famiglie che non hanno complicità nel delitto e sbandita dalla Legislazione la moltiplicazione dei delitti impropriamente detti di Lesa Maestà con raffinamento di crudeltà inventati in tempi perversi, e fissando le pene proporzionate ai Delitti, ma inevitabili nei rispettivi casi, ci Siamo determinati a ordinare con la pienezza della Nostra Suprema Autorità quanto appresso”.
Per questo motivo il 30 novembre di ogni anno, anniversario della prima abolizione da parte di uno Stato della pena capitale, la Comunità di Sant’Egidio indice questa importante campagna morale e civile a livello mondiale. Sono più di 1600 le città nel mondo che si sono dichiarate ‘Città per la vita’ e si impegnano per l’abolizione della pena di morte. La Giornata Mondiale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte rappresenta la più grande mobilitazione contemporanea planetaria per indicare una forma più alta e civile di giustizia, capace di rinunciare definitivamente alla pena capitale.
Negli scorsi anni alcuni Sindaci hanno inviato lettere di sostegno ai Governatori di paesi che hanno preso la decisione di abolire la pena di morte. Altri hanno sostenuto finanziariamente la difesa dei condannati a morte o hanno coinvolto i cittadini su progetti di formazione con le scuole e le università. Ogni città che aderisce mette a disposizione come ‘logo vivente’ il monumento principale che diventa ‘parlante’ per illuminazione diversa, perché oggetto di proiezioni che sottolineano l’impegno e il dialogo con i cittadini per un mondo senza pena di morte. La Comunità di Sant’Egidio ha iniziato dalla vicinanza concreta ai condannati a morte, attraverso visite, corrispondenza, difesa legale, l’umanizzazione della condizione di vita carceraria, ed è diventata negli anni un protagonista globale della battaglia per una moratoria universale e l’abolizione della pena capitale nel mondo.
Nel corso degli anni ha promosso corrispondenza e contatti diretti e la difesa di oltre 300 condannati a morte in diverse aree del mondo, ha contribuito alla nascita, nel 2002 a Roma, presso la sede principale della Comunità, della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte, ha promosso il Movimento mondiale delle Città per la Vita, le Città contro la Pena di Morte, diventate oltre 1000 città del mondo in soli 7 anni, ha dato vita all’Appello per una Moratoria Universale che ha raccolto leader religiosi di tutte le principali tradizioni religiose mondiali, credenti e non credenti, in un manifesto morale che ha raccolto oltre 5.000.000 di firme in 153 paesi del mondo e è stato consegnato alle Nazioni Unite alla vigilia del voto della storica Risoluzione dell’Assemblea Generale sul rifiuto della pena di morte come mezzo di giustizia (2007).