Humanum, una nuova affermazione sul matrimonio
“Perché i matrimoni ci commuovono ancora? Noi non ci emozioniamo quando i nostri soci realizzano un accordo commerciale. Non versiamo lacrime quando diamo una stretta di mano amichevole. E non avvertiamo una simile gioia quando sentiamo parlare di un’unione “casuale”.
Il matrimonio è un’altra cosa. Si tratta di un uomo e una donna che entrano insieme una nuova vita.” Si apre con questa frase la dichiarazione finale delle tre giornate dedicate in Vaticano alla complementarietà tra uomo e donna. Promosse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e aperte dal discorso del Papa, le giornate di colloquio interreligioso hanno aperto la strada al dibattito nelle diverse realtà locali. A conclusione ecco il testo della dichiarazione che potrà essere una ottima base perla riflessione in vista della prossima assemblea sinodale di ottobre 2015.
Il matrimonio “è molto più di tutto questo. Essi stanno per entrare nelle generazioni. La loro unione proclama la vita: i loro genitori e i loro nonni vivono ancora dentro di loro. Il genere umano vive in loro. Le culture e le credenze del mondo vivono in loro. Sono là, nel loro sangue. Coloro che offrano la loro testimonianza conoscono questa verità. Anche loro sono nati dall’unione tra un uomo e una donna.
Guardate la nonna, ora fragile, che li osserva. Una volta era lei la sposa, e il ricordo di sua madre e di suo padre abita ancora dentro di lei.
Guardate il fratello che accoglie gli ospiti, un giorno sarà lui lo sposo, e anche lui entrerà in modo nuovo nella lunga storia in cui è nato.
Guardate i loro amici e i loro vicini. Essi sono molto più essenziali di quanto si possa immaginare perché sono loro che aiuteranno questo matrimonio a prosperare e beneficeranno del loro investimento, perché il matrimonio è una coppa che trabocca.
Guardate la madre dello sposo, che abbraccia il figlio tra sorrisi e lacrime. Un tempo egli era un bambino indifeso che ella ha allattato al seno. Ora è più alto di lei, la sua voce è profonda, e le sue spalle ampie. Ella ricorda il giorno in cui nacque. Colui che una volta era il suo bambino, un giorno sarà padre.
Guardate il padre della sposa, che la tiene per mano. Egli ricorda quando sua madre l’ha messa al mondo, e vede in lei una cosa ancora difficile da credere—l’immagine di una futura madre. Ella è portatrice di futuro, è insostituibile.
Guardate l’uomo e la donna insieme. Essi non sono solo due persone. Lui è per lei, e lei per lui; sta iscritto nei loro corpi. La loro unione genererà la vita che unisce e lega le famiglie, spinge la fede a prosperare, e aiuta l’umanità e le diverse culture del mondo a rifiorire.
Entrambi sono desiderosi di assumersi le loro nuove responsabilità – il loro dono di sé all’altro – e non pensano molto a ciò che è loro dovuto. Non sanno nulla ancora delle difficoltà che li aspettano, esiste solo il desiderio di intraprendere questo viaggio insieme.
È difficile oggi parlare di queste cose ovvie e belle, che comunque esistono. Tutti i testimoni lo sanno. Sono la musica dell’uomo e della donna. L’uomo con la donna dà il meglio di sé, convogliando il suo sangue e la sua mente verso ciò che rende possibile la vita; e la donna con l’uomo dà il meglio di sé, indirizzando il suo amore e la sua cura verso ciò che rende dolce la vita.
Oggi, però, le famiglie create dal matrimonio sono esposte ad un esercito di distrazioni, e al ladro e al nemico che vengono a rubare e a distruggere. I matrimoni sono sempre più rari e nel mondo nascono sempre meno bambini. Laddove la povertà consuma, il matrimonio sembra essere irrealizzabile. Laddove la guerra affligge, le famiglie sono schiacciate. Ovunque il matrimonio si debilita, noi perdiamo i beni trascendentali e materiali di cui tutti gli esseri umani dovrebbero godere.
E anche noi siamo colpevoli, quando abbiamo prestato poca attenzione ai matrimoni esposti all’erosione del vento e della pioggia. Quando i bisogni dei bambini soccombono ai desideri degli adulti, spesso siamo rimasti in silenzio. L’amore si riduce ad un oggetto di consumo, ad un’immagine ritoccata, o a uno slogan da esportare. Non funzionerà. Noi non potremo prosperare.
Perché il matrimonio non è semplicemente il simbolo di un successo, ma il fondamento, una base solida da cui partire per costruire una famiglia e, da lì, una comunità. Perché il matrimonio in terra ci lega attraverso i secoli nella carne, attraverso le famiglie nella carne, e attraverso la differenza enorme ma allo stesso tempo meravigliosa dell’uomo e della donna, nella carne. Chi siamo noi per alterare tutto questo? Tocca a noi, però, incoraggiarlo e celebrarlo.
Ed è per questo che ci rallegriamo ai matrimoni.
Questo è quanto affermiamo.”