Turchia: Aziz Paulus anticipa la visita di Papa Francesco

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Nei giorni scorsi sono stati resi noti gli appuntamenti che scandiranno la visita apostolica di papa Francesco in Turchia dal 28 al 30 novembre. Il papa visiterà Ankara ed Istanbul, dove, nella festa di San’Andrea, Patrono della Chiesa di Costantinopoli, sarà presente alla Divina Liturgia nella Chiesa Patriarcale di San Giorgio, conclusa dalla Benedizione ecumenica e dalla firma della Dichiarazione congiunta con il Patriarca Bartolomeo I.

In attesa di tale visita la Fondazione Oasis, con il sostengo di Aiuto alla Chiesa che soffre, ha pubblicato il libro ‘Aziz Pavlus (San Paolo)’, la raccolta delle catechesi che Benedetto XVI dedicò a san Paolo durante l’anno paolino (2008-2009), che offre la traduzione in turco delle 20 catechesi che Benedetto XVI dedicò a San Paolo durante l’anno paolino 2008-2009. Il libro, arricchito da una duplice prefazione del Patriarca ecumenico Bartolomeo I e del Cardinal Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e Presidente di Oasis, si rivolge prima di tutto alla comunità cristiana in Turchia, per andare alle radici della fede comune e favorire il cammino ecumenico.

Esso offre inoltre al lettore non-cristiano una presentazione autorevole della persona di San Paolo e della sua importanza teologica, spirituale e pastorale, in vista del dialogo di culture e religioni a cui papa Francesco esorta tutta la Chiesa. Nelle introduzioni al libro Sua Beatitudine Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, ha affermato: “L’Apostolo Paolo ha messo il suo sigillo indelebile nella storia non solo del Cristianesimo, ma anche di tutta l’umanità. Dal suo insegnamento siamo nutriti tutti noi cristiani di tutti i secoli.

Grazie a lui impariamo a superare la restrizione del pensiero e delle discriminazioni razziali e ad abbracciare l’unità del genere umano e l’ecumenicità del messaggio cristiano. Siamo certi che le venti catechesi del grande teologo Papa Benedetto XVI edificheranno e illumineranno tanti, anche qui nel nostro Paese”.

Nella prefazione mons. Louis Pelâtre, vicario Apostolico d’Istanbul dei latini, ha scritto: “D’altronde, tutti coloro che si interessano, direttamente o indirettamente, di cristianesimo valutano tutta l’importanza di questo personaggio, fino al punto, talvolta, di esagerare, considerandolo vero fondatore al posto di Gesù. Certamente, senza di lui, la dottrina riguardante Gesù Cristo sarebbe privata di buona parte del suo contenuto.

Il luminoso insegnamento di Papa Ratzinger pone bene in evidenza la santità e la teologia di quest’uomo. Ritengo che l’interesse di una tale pubblicazione andrà ben al di là della cerchia dei cristiani. Sarà, inoltre, un gesto ecumenico nei confronti delle altre confessioni cristiane”. Infine il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, si è chiesto il motivo dell’interesse di un mussulmano all’apostolo di Tarso: “Il nesso con la Turchia è immediato e fisico: Paolo nacque a Tarso e nell’odierna Turchia si è svolto il suo primo viaggio, e gran parte del secondo e del terzo.

L’anno paolino poi ha avuto impatti significativi sulla vita in Turchia, dando nuovo impulso al turismo religioso… Tuttavia, che il protagonista di questo libro sia l’apostolo Paolo è prima di tutto provvidenziale per la dimensione ecumenica che questa scelta porta inevitabilmente con sé.

Il testo infatti ci conduce diritti al cuore della fede mostrando una verità importante: i cristiani non si riuniscono prima di tutto per rivendicare meglio e con più forza alcuni diritti, ma per ringraziare il Signore per ‘l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva’…

Se la figura di san Paolo è dunque una sorgente permanente d’ispirazione a cui tutti i cristiani, cattolici, ortodossi ed evangelici, possono continuamente attingere, occorre riconoscere con realismo che essa è invece un motivo di divergenza nel rapporto con i musulmani. Molti di essi guardano con sospetto all’operato di Saulo, non di rado accusato di un radicale travisamento del primitivo annuncio cristiano.

Occorre riconoscere con onestà intellettuale questa divergenza, ma al tempo stesso va anche richiamata la necessità, per un dialogo autentico, di confrontarsi con l’integralità delle diverse esperienze religiose… C’è poi un terzo motivo d’interesse specifico per l’Islam. Dal punto di vista storico infatti, Paolo è stato il primo grande teorizzatore della distinzione tra lettera e spirito di un testo sacro.

Per lui il significato esteriore è insuperabile (non è infatti uno gnostico), ma richiede allo stesso tempo di essere vivificato da un’esperienza interiore, perché ‘la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita’. Com’è noto, una coppia analoga di concetti è stata sviluppata anche dall’esegesi islamica del Corano e secondo molti pensatori musulmani contemporanei, essa è fondamentale per poter coniugare fino in fondo l’Islam con la modernità.

Sono idee spesso ripetute, ma di rado approfondite come meriterebbero. Penso perciò che un confronto serio con la coppia paolina di lettera e spirito potrebbe essere molto utile per il dibattito in corso nell’Islam, in modo particolare in un Paese come la Turchia dove la ricerca scientifica, anche in campo teologico, è molto avanzata”.

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