Giustizia e carità per le nullità matrimoniali, cosa ha detto il Papa
Poche parole improvvisate che però hanno avuto un’eco molto vasta. Mercoledì mattina 5 novembre Papa Francesco ha incontrato i partecipanti al Corso che la Rota Romana organizza dal 2011, da quando con il motu proprio Quaerit Semper Papa Benedetto XVI l’ha resa competente nei procedimenti di dispensa del matrimonio rato e non consumato e nelle cause di nullità della Sacra Ordinazione.
“Visto che da diverse Nazioni il ricorso a questa Grazia Pontificia per i matrimoni non consumati è molto ridotto, se non proprio assente- si legge nella nota della Rota Roma- si è pensato di offrire una nuova forma del Corso di formazione, già da molti anni esistente prima presso la Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e poi dal 2011 presso la Rota Romana, condensato nell’arco di una settimana.
Il Corso è destinato agli Officiali di Curia o dei Tribunali Ecclesiastici Regionali e Diocesani, agli studenti delle Facoltà di Diritto Canonico nei cui piani di studio è riconosciuto come disciplina speciale e a coloro che sono impegnati nei consultori Familiari.”
Papa Francesco ha ricordato alcuni punti fondamentali: la necessità di una giustizia certa, rapida ed accessibile a tutti nelle questioni matrimoniali.
Il Papa ha ripreso anche alcune relazioni del Sinodo che chiedevano una semplificazione delle procedure, e del resto ha ricordato di aver appena istituito una commissione a tal scopo. Come sempre Papa Francesco ha usato frasi ad effetto che hanno “guadagnato” i titoli dei giornali con qualche imprecisione da parte dei media.
Il Papa infatti ha ripreso le parole di saluto del Decano puntando sul concetto di giustizia come forma di carità.
In tre anni sono stati circa 800 i partecipanti a questo corso che permette una migliore formazione nelle diverse diocesi del mondo di sacerdoti, vescovi e anche laici che possano essere vicini alle coppie in difficoltà. “Una linea di giustizia, e anche di carità, perché c’è tanta gente che ha bisogno di una parola della Chiesa sulla sua situazione matrimoniale, per il sì e per il no, ma che sia giusta.” ha detto il Papa, ricordando che “alcune procedure sono tanto lunghe o tanto pesanti che non favoriscono, e la gente lascia.”
Il Papa ha fatto un esempio tutto argentino, ma certo non il tutto il mondo la situazione è la stessa. Perdere qualche giorno di lavoro può anche essere un prezzo ragionevole per chi ha un problema di coscienza. In Italia la CEI ha messo delle regole precise e anche un tetto massimo di spesa e il patrocinio gratuito in alcuni casi.
Ma certo la “madre Chiesa deve fare giustizia e dire: “Sì, è vero, il tuo matrimonio è nullo – No, il tuo matrimonio è valido”. Ma giustizia è dirlo. Così loro possono andare avanti senza questo dubbio, questo buio nell’anima.”
Poi il Papa parla dei costi di questi procedimenti. “E bisogna essere anche molto attenti che le procedure non siano entro la cornice degli affari: e non parlo di cose strane. Ci sono stati anche scandali pubblici. Io ho dovuto congedare dal Tribunale una persona, tempo fa, che diceva: “10.000 dollari e ti faccio i due procedimenti, il civile e l’ecclesiastico”. Per favore, questo no! Sempre nel Sinodo alcune proposte hanno parlato di gratuità, si deve vedere… Ma quando sono attaccati l’interesse spirituale all’economico, questo non è di Dio! La madre Chiesa ha tanta generosità per poter fare giustizia gratuitamente, come gratuitamente siamo stati giustificati da Gesù Cristo.”
Dalle parole del Papa sono emersi alcuni equivoci. Il procedimento civile di divorzio ha dei costi. Ovvio che la Chiesa cattolica non è un luogo di affari e di commerci, ma è anche vero che ci sono dei costi nei tribunali ecclesiastici. Un problema da affrontare con attenzione. Perchè è stato proprio Papa Francesco, parlando ai fidanzati, che ha ricordato come spesso si spendano cifre smisurate per una festa di matrimonio, creando dei veri indebitamenti. Allora il richiamo forse va fatto ovviamente a chi tenta di speculare ( non sappiamo se la persona di cui ha parlato il Papa fosse un avvocato o altro e quale parte del 10 mila dollari fosse necessaria per il processo civile e quanta per l’ ecclesiastico), ma soprattutto per una attenzione alla preparazione delle coppie alla vera essenza del sacramento del matrimonio, troppo spesso dimenticata e “scartata” .
Bene ha fatto Papa Francesco ha ricordare che la guida in queste cose è una sola: la salus animarum, “che non necessariamente si deve trovare fuori dalla giustizia, anzi, con giustizia.”