LoppianoLab, quando l’economia è dono
Con una ‘Virtual Expo’ di 56 aziende italiane che condividono la medesima esperienza di comunione in economia, si è aperta all’insegna dell’Economia di Comunione (EdC) la prima giornata della quinta edizione di LoppianLab, il laboratorio nazionale dal titolo: “Una mappa per l’Italia tra relazioni, lavoro, cultura”.
Un confronto a tutto campo dei rapporti tra politica ed economia a partire dal percorso dell’AIPEC, realtà di imprenditori che cercano di proporre la prassi dell’EdC all’interno del contesto sociale ed economico italiano. La responsabilità sociale d’impresa è solo un elemento decorativo o è il criterio fondamentale strategico dell’agire economico? Come superare lo svantaggio competitivo nell’azienda virtuosa e rispettosa della legge in uno scenario di crisi che il ministro Padoan definisce peggiore del ’29? Su tali temi si sono confrontati il presidente del Movimento Politico per l’Unità (MPPU) Silvio Minnetti, Antonio Baldaccini, responsabile del Gruppo Umbria Cuscinetti, Giovanni Arletti (Gruppo CHIMAR), leader nel campo degli imballaggi industriali e Gaetano Guzzardi, giovane avvocato catanese e segretario generale AIPEC. Al termine è stato premiato un progetto imprenditoriale d’innovazione e inclusione sociale, “La casa sulla roccia” di Benevento.
Nel pomeriggio Luigino Bruni, economista e coordinatore del progetto EdC ha aperto la Convention nazionale di Economia di Comunione. Ha ribadito la centralità dei “poveri che ne è anche la radice”: “E’ ascoltando il grido dei poveri che 23 anni fa, nel ’91, prese il via la proposta dell’Economia di Comunione, basata sulla volontà di condividere gli utili per creare opportunità a chi è a disagio o emarginato”.
Molte le storie di realtà associative e d’impegno sociale raccontate, che mettono l’uomo, il disagio e la povertà al centro del loro agire: Caritas argentina, Associazione Mondo Unito (AMU), Libera contro le mafie, Caritas Torino, Fondazione di Comunità (Messina), Coop. Sociale L’Arcolaio.
Giovanni Romano presidente dell’Arcolaio racconta il progetto con i carcerati a Siracusa che ha innescato un circolo virtuoso di fiducia: “Cerchiamo di costruire con i detenuti percorsi di riscatto, di dignità. Diamo loro una possibilità di riscatto, producendo pasta di mandorle. In questo modo ci siamo aperti anche al territorio circostante. Il carcere per funzionare ha bisogno di territori solidali dove ci si aiuti. C’è da abbattere muri”.
Tiziana Ciampolini della Caritas di Torino descrive il progetto “Fa bene”: azioni concrete di solidarietà nella quotidiana pratica della spesa alimentare, promuovendo l’acquisto di cibo fresco e di qualità per famiglie in difficoltà.