Papa Francesco ai Focolari: contemplare, uscire, fare scuola

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Un cammino rinnovato verso l’unità. Il Papa lo ha ricordato ai circa 500 partecipanti alla Assemblea  generale dei Focolarini che si è appena conclusa. “Fedele al carisma da cui è nato e a cui si alimenta, il Movimento dei Focolari si trova oggi di fronte allo stesso compito che attende tutta la Chiesa: offrire, con responsabilità e creatività, il suo peculiare contributo a questa nuova stagione dell’evangelizzazione. E in questo contesto vorrei consegnare tre parole a voi che appartenete al Movimento dei Focolari e a coloro che, in vari modi, ne condividono lo spirito e gli ideali: contemplare, uscire, fare scuola.”

Tre le linee di azione indicate dal Papa: Contemplare, uscire, fare scuola.

“ Contemplare significa inoltre vivere nella compagnia con i fratelli e le sorelle, spezzare con loro il Pane della comunione e della fraternità, varcare insieme la porta che ci introduce nel seno del Padre”. La contemplazione è “condizione indispensabile per una presenza solidale e un’azione efficace, veramente libera e pura” spiega il Papa.

Uscire, conosciamo bene questa parola che tanto sta a cuore a Papa Francesco: “Occorre diventare esperti in quell’arte che si chiama “dialogo” e che non s’impara a buon mercato. Non possiamo accontentarci di mezze misure, non possiamo indugiare, ma piuttosto, con l’aiuto di Dio, puntare in alto e allargare lo sguardo!” E Dio “ci aspetta nelle prove e nei gemiti dei nostri fratelli, nelle piaghe della società e negli interrogativi della cultura del nostro tempo.”

A braccio il Papa ha aggiunto una frase singolare: “Fa dolore al cuore quando, davanti a una Chiesa, a una umanità … tanto ferita, con tante ferite, ferite morali, ferite esistenziali, ferite di guerra pure … Fa dolore vedere quando i cristiani incominciano a fare bizantinismi filosofici, teologici, spirituali … quello non va. Quello è bizantinismo! Oggi non abbiamo diritto alla riflessione bizantinista. Dobbiamo uscire! Perché – lo ho detto altre volte – la Chiesa sembra un ospedale da campo: e quando si va in un ospedale da campo, il primo lavoro è curare le ferite, non fare il dosaggio del colesterolo… Questo verrà dopo… E’ chiaro?”

Fare scuola, dice il Papa rileggendo Giovanni Paolo II, è un compito di tutta la Chiesa che avete preso sul serio. “Senza una adeguata opera di formazione delle nuove generazioni, è illusorio pensare di poter realizzare un progetto serio e duraturo a servizio di una nuova umanità.” ha aggiunto.

“Chiara Lubich- conclude il Papa- aveva a suo tempo coniato un’espressione che rimane di grande attualità: oggi – diceva – occorre formare “uomini-mondo”, uomini e donne con l’anima, il cuore, la mente di Gesù e per questo capaci di riconoscere e di interpretare i bisogni, le preoccupazioni e le speranze che albergano nel cuore di ogni uomo.”

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