Il papa alla messa di Lisbona: serve “un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone”

Condividi su...

“La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Quindi la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi”. Lo ha detto il papa agli oltre centomila fedeli presenti a Terrerio do Paço, a Lisbona, per la santa messa. Un palco insolito: copertura ad arco ed una grande croce bianca, con il porto e l’insenatura a far da fondale, porta verso l’oceano, da cui “sono partiti in grande numero generazioni e generazioni di cristiani” per portare il Vangelo in tante parti del mondo. Nella prima giornata del quindicesimo viaggio internazionale in Portogallo il papa parla subito di testimonianza e si rivolge ai tanti fedeli, ma soprattutto ai tanti giovani che hanno affollato la piazza, colorando di blu interi settori. Immancabili i saluti al papa, con i “Bento Bento” (“Benedetto, Benedetto”), gli applausi scroscianti e i cori di benvenuto, soprattutto dei tanti ragazzi delle parrocchie, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali.

Visibile l’apprezzamento del papa, che ha invitato, ancora una volta, alla coerenza di vita, soprattutto nella Chiesa.
“Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista – ha detto -. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?”.
“Affinché ciò non accada – ha aggiunto il Santo Padre -, bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano”.

Ma soprattutto, “c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. C’è dunque un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone”, perché “soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”.
Sono tanti gli esempi, anche a Lisbona, di una vita intensa in Cristo, spiega il papa, che cita i tanti santi della Chiesa portoghese.
“Sappiamo che non le mancano figli riottosi e persino ribelli – ha continuato il papa -, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda. Li accomuna tutti la volontà di incarnare il Vangelo nella propria esistenza, sotto la spinta dell’eterno animatore del Popolo di Dio che è lo Spirito Santo. Fissando lo sguardo sui propri Santi, questa Chiesa locale ha giustamente concluso che oggi la priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell’economia, nella politica”.
Il papa ha salutato le tante autorità presenti, ecclesiastiche e civili, ed ha ringraziato per la consegna delle “Chiavi della città”, non prima di aver esortato tutti i portoghesi ad essere testimoni autentici nella società, ed in particolare “oggi – ha ammonito -, partecipando all’edificazione della Comunità europea, portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa”.

“Lisbona amica, porto e riparo di tante speranze che ti venivano affidate da chi partiva e che desiderava chi ti faceva visita, – ha aggiunto – mi piacerebbe oggi servirmi di queste chiavi che mi hai consegnate perché tu possa fondare le tue umane speranze sulla Speranza divina”.
Non sono mancate le parole per i giovani. Parlando di Cristo come “colui che è sempre con noi e cammina sempre con la sua Chiesa” il papa ha esortato: “Non dubitate mai della sua presenza”.
“Cercate sempre il Signore Gesù – ha continuato – crescete nella amicizia con lui, ricevetelo nella comunione. Imparate ad ascoltare la sua parola e anche a riconoscerlo nei poveri. Vivete la vostra esistenza con gioia ed entusiasmo, sicuri della sua presenza e della sua amicizia gratuita, generosa, fedele fino alla morte di croce. Testimoniate a tutti la gioia per questa sua presenza forte e soave, cominciando dai vostri coetanei. Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo”.
“Con il vostro entusiasmo – ha aggiunto – mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici, apparentemente tutti dello stesso livello, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù”.

Al termine della celebrazione il Santo Padre ha letto un suo messaggio per il cinquantesimo anniversario dalla fondazione del Santuario del Cristo Rei di Almada, “sull’altra riva del Tago, dove si erge il Monumento a Cristo Re”. “Nella sua funzione di santuario, – ha detto il papa – diventi sempre più un luogo in cui ogni fedele possa verificare come i criteri del Regno di Cristo siano impressi nella sua vita di consacrazione battesimale, per promuovere l’edificazione dell’amore, della giustizia e della pace con interventi nella società a favore dei poveri e degli oppressi, per focalizzare la spiritualità delle comunità cristiane in Cristo, Signore e Giudice della storia”.
“Su quanti operano e servono nel Santuario di Cristo Re, – ha continuato – sui suoi pellegrini e su tutti i fedeli della diocesi di Setúbal imploro abbondanti benedizioni del Cielo, creatrici di speranza e di pace durature nei cuori, nelle famiglie e nella società”.

 

Free Webcam Girls
151.11.48.50