Europa: intollerante o accogliente verso i cristiani?

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Ieri è arrivata in Italia con la sua famiglia Meriam Yahia Ibrahim Isha, la giovane madre cristiana condannata a morte in Sudan per apostasia e poi liberata dopo l’assoluzione della Corte d’appello. Dopo l’incontro con le autorità italiane la sua famiglia ha incontrato a Casa Santa Marta papa Francesco, che ha ringraziato per la sua testimonianza.

Anche Amnesty International ha espresso grande soddisfazione, in quanto aveva inviato alle autorità sudanesi oltre 1.000.000 di firme per chiedere il suo rilascio immediato e incondizionato. Per evitare ulteriori casi come quello di Meriam, è necessario per l’organizzazione che le autorità del Sudan aboliscano gli articoli 126 e 146 del codice penale del 1991, che prevedono e puniscono rispettivamente i reati di apostasia e adulterio.

Ma questa liberazione non ci deve far dimenticare tutte le altre donne e uomini cristiani perseguitati dalla loro fede, come aveva sottolineato lo stesso papa il 30 giugno scorso: “Oggi ci sono tanti martiri, nella Chiesa, tanti cristiani perseguitati. Pensiamo al Medio Oriente, cristiani che devono fuggire dalle persecuzioni, cristiani uccisi dai persecutori. Anche i cristiani cacciati via in modo elegante, con i guanti bianchi: anche quella è una persecuzione. Oggi ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli”.

Questa intolleranza succede anche in Europa, come ha sottolineato il Rapporto dell’Osservatorio sull’Intolleranza e la Discriminazione contro i Cristiani nel 2013, pubblicato a Vienna nelle settimane scorse, contenente 241 casi (documentati uno per uno) di intolleranza contro i cristiani in Europa, e alcuni commenti di singoli individui e di istituzioni in proposito. Include anche alcune raccomandazioni ai governi, alle istituzioni internazionali e ai singoli individui in riferimento alle loro diverse professioni.

Gli episodi sono classificati secondo alcuni criteri: intolleranza causata dall’odio, intolleranza nel diritto e nella politica, intolleranza contro i cristiani nel mondo artistico e nei media.  Negli ultimi anni, l’Osservatorio in Europa ha individuato un’enorme quantità di casi di vandalismo contro siti e luoghi di culto cristiani. Tuttavia, quasi non esistono dati statistici comparabili in materia di vandalismo contro i luoghi cristiani. I governi europei in genere non isolano i dati riguardanti il cristianesimo.

I dati limitati disponibili suggeriscono che gli episodi causati dall’odio contro i cristiani in Europa sono in aumento: 133 casi di vandalismo contro luoghi cristiani in 11 Paesi europei.  L’intolleranza contro i cristiani nel diritto e nella politica si verifica soprattutto nell’ambito delle limitazioni all’obiezione di coscienza, del boicottaggio della libertà di parola attraverso misure legislative in materia di discorso dell’odio, delle politiche di discriminazione dell’uguaglianza e di limitazione dei diritti dei genitori in materia di educazione sessuale, nonché nell’area della libertà di riunione.

Il Rapporto dello scorso anno include anche 41 leggi che ostacolano il libero esercizio della fede per i cristiani in 14 Paesi europei. Il mondo artistico e i media, inclusi i social media, sono diventati un nuovo terreno in cui si sviluppa l’intolleranza contro i cristiani. 15 casi verificatisi in 6 Paesi sono stati registrati dall’Osservatorio nel 2013.

Il rispetto è la parola chiave per la comprensione dei diritti umani in generale e in particolare per la libertà di religione o di credenza: un compromesso ragionevole dovrebbe costituire il principio orientativo nel trattare la questione della fede nella sfera pubblica. Commentando i dati la dott.ssa Gudrun Kugler, direttrice dell’Osservatorio, ha spiegato:

“La società europea, sempre più secolarizzata, lascia sempre meno spazio al cristianesimo. Alcuni governi e attori della società civile lavorano nel senso dell’esclusione anziché dell’accoglienza. Ci vengono segnalati innumerevoli casi di intolleranza contro i cristiani. Attraverso la ricerca, la documentazione e la pubblicazione di questi casi, speriamo di creare quella consapevolezza che costituisce il primo passo verso una soluzione”.

L’Italia è la nazione  dove è stato registrato il maggior numero di episodi nel 2013: circa 40. Si va da tentativi di incendi contro le Chiese, ad atti di vandalismo generico, scritte, danneggiamenti, fino a rituali satanici avvenuti all’esterno o dentro  luoghi di culto. I segni lasciati sono inequivocabili e dimostrano un’indifferenza glaciale verso la sacralità cristiana, quando non un vero e proprio fastidio.

Per chi vuole consultare il report in inglese, troverà ogni genere di azione: dai vangeli bruciati ai furti di ostie in cui è chiara l’impronta anticristiana, dalla profanazione a vere e proprie rappresaglie contro sacre statue o contro crocifissi. Da questa raccolta sono esclusi i casi di aggressione personale, le discriminazioni su base religiosa, gli attacchi per parodia o satira, o le strategie ideologiche costruite per indebolire il punto di vista cristiano o cattolico.

Il Rapporto sottolinea che la società civile sta diventando a-cristiana, con molti episodi di satanismo. In Germania le fonti ufficiali della polizia hanno rilevato  41 reati basati su pregiudizi contro la religione, 18 dei quali di natura violenta. Per l’Ungheria, la Santa Sede ha segnalato 10 casi di danni alla proprietà della Chiesa, 89 casi di profanazione di chiese e sette casi di furto ai danni di proprietà della Chiesa.

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