Il papa: l’esempio dei santi, uomini controcorrente

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Cinque nuovi santi, cinque esempi di vita per i cristiani di oggi, cinque modelli in contrasto con il materialismo corrente. Questa mattina nella Basilica Vaticana il papa ha canonizzato Zygmunt Szcz Sny FelinskiI, (1822-1895), Vescovo, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria; Francisco Coll Y Guitart, (1812- 1875), sacerdote dell`Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani), fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane dell`Annunciazione della Beata Vergine Maria; Jozef Daamian De Veuster, (1840-1889), sacerdote, della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e dell`Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell`Altare; Rafael Arnaiz Baron (1911-1938), religioso dell`Ordine Cistercense della Stretta Osservanza; Marie de La Croix, (1792-1879).

Un “esempio luminoso” per i fedeli, ha Li ha definiti XVI, perche’ la vita umana diventi “un cantico di lode all’amore di Dio”. “La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile – ha sottolineato il Pontefice – consiste nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo”. Alla cerimonia erano presenti il premier francese Francois Fillon e i reali del Belgio . “Vorrei rivolgere a tutti l’invito a lasciarsi attrarre dagli esempi luminosi di questi Santi, a lasciarsi guidare dai loro insegnamenti perché tutta la nostra esistenza diventi un cantico di lode all’amore di Dio- ha detto il papa nelle sua omelia- Ci ottenga questa grazia la loro celeste intercessione e soprattutto la materna protezione di Maria, Regina dei Santi e Madre dell’umanità”. Gesu’ invita i suoi discepoli al dono totale della loro vita, senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve in Dio”. Aveva spiegato il papa.

”I santi accolgono quest’invito esigente, e si mettono con umile docilita’ alla sequela di Cristo crocifisso e risorto”. ”La loro perfezione – ha proseguito Ratzinger – nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste nel non mettere piu’ al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo.” Per Jozef De Veuster, il santo di origine belga ma vissuto alle Hawaii tra i lebbrosi , è arrivato anche un messaggio al Papa dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Padre Damiano opero’ nelle isole Hawaii dove pure ha trascorso parte della giovinezza il futuro Capo della Casa bianca. Nel suo messaggio Obama ha messo in luce l’instancabile lavoro del missionario in favore dei lebbrosi, un impegno che dovrebbe essere da esempio ancora oggi nella cura dei malati e di quanti soffrono per la pandemia dell’Aids. Il papa ha sottolineato come san Damieen ”ci spinge a scegliere le battaglie giuste, non quelle che portano la divisione, ma quelle che uniscono. Ci invita ad aprire gli occhi sulle lebbre che sfigurano l’umanita’ dei nostri fratelli e sono un appello ancora oggi prima ancora che alla nostra generosita’, alla carita’ della nostra presenza di servizio”.

Poco prima il Papa, rievocando alcuni tratti della sua biografia aveva ricordato che ”La sua attivita’ missionaria, che gli ha dato tanta gioia, raggiunge il suo culmine nella carita’. Non senza paura e ripugnanza, fece la scelta di andare nell’Isola di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano la’, abbandonati da tutti; cosi’ si espose alla malattia della quale essi soffrivano”. ”Con loro – ha aggiunto ancora il Pontefice – si senti’ a casa. Il servitore della Parola divenne cosi’ un servitore sofferente, lebbroso con i lebbrosi, durante gli ultimi quattro anni della sua vita”.”Per seguire Cristo – ha spiegato – il Padre Damiano non ha solo lasciato la sua patria, ma ha anche messo in gioco la sua salute: percio’ egli – come dice la parola di Gesu’ che ci e’ stata annunciata nel Vangelo di oggi – ha ricevuto la vita eterna’.

Al termine della celebrazione eucaristica il papa è uscito sul sagrato della basilica dove erano riuniti migliaia di fedeli e prima di recitare l’ Angelus ha riproposto alcune riflessioni sulla vita e l’ esempio dei nuovi santi. Tra i presenti anche una delegazione di sopravvissuti alla devastazione nucleare e Benedetto XVI ha ricordato le bombe atomiche esplose su Hiroshima e Nagasaki nel 1945: “prego affinche’ il mondo mai piu’ possa essere testimone di una tale distruzione di massa e di vite umane innocenti”.

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