Il vescovo di Tripoli chiede all’Europa aiuto per i rifugiati nei campi in Libia

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Frate francescano, nato ad El Khadra Giovanni Innocenzo Martinelli dal 1985 è vicario apostolico di Tripoli, in Libia. Italiano e libico allo stesso tempo, in questi giorni al Sinodo per l’Africa porta la voce dei tanti clandestini che sul suolo libico attendono il loro futuro. Chi nei campi nel deserto, chi in prigione. Vengono in cerca di lavoro, di pane, dall’ Eritrea, dal Congo e l’ Europa li respinge. I libici fanno del loro meglio, anzi fanno il massimo dice il vescovo, ma la situazione è insostenibile. Un racconto fatto con la fede del francescano e con la lucidità di chi sa che i paesi occidentali spesso scaricano le responsabilità uno sull’ altro del disastro dei rifugiati. Racconta delle visite ai centri dove sono raccolti i clandestini.

“Alcuni centri che ho visto sono buoni, altri non li ho visitati ma e’ chiaro che la Libia non e’ specializzata in questa materia. Tuttavia posso testimoniare che dal punto di vista umanitario i libici hanno una sensibilita’ che noi non abbiamo”. E poi aggiunge :”Mi domando se non sia possibile aiutare questa gente a trovare lavoro in Libia: ho chiesto alle Compagnie italiane di assumere questi immigrati ma mi hanno risposto che non possono perche’ sono privi di documenti. Forse si puo’ trovare il modo di fornirgliene, anche attraverso le autorita’ internazionali”. In Italia e in tutta Europa, ha rilevato il presule, “verso gli immigrati africani c’e’ una paura ingiustificata: sono gente buona che ha voglia di lavorare. Porterebbero un aiuto concreto alla nostra societa’”. Il problema più grave è appunto quello dei documenti , dalla clandestinità. ”C’e’ una massa di africani che giungono in Libia dall’Africa subsahariana, molti dei quali con il desiderio di attraversare il mare. Sono disposti a tutto pur di non tornare ai luoghi d’origine dove li attendono, fame e persecuzioni.
Non c’e’ abbastanza posto per tutti e migliaia di persone in fuga senza documenti vagano per la Libia senza mezzi e senza speranza”.

In compenso però la Chiesa in Libia collabora con il governo “non ci sono mai stati particolari problemi” dice il vescovo che parla bene del leader Gheddafi e del suo operato per la riconciliazione in diversi paesi africani. E aggiunge: ”Sono stato molto felice dell’accordo dall’ Italia raggiunto con Gheddafi: la questione si trascinava da anni e c’era questo neo della riconciliazione ancora non realizzata”, ha spiegato il vescovo francescano, per il quale ”lo stesso va fatto nei confronti di tanti Paesi Africani: con il suo gesto l’Italia interpella anche tutti gli altri paesi ex colonizzatori”. Martinelli parla di dialogo per risolvere le lotte in Africa: “dobbiamo capire quali sono le radici delle guerre, non aver paura del dialogo. Anche il dialogo con Gheddafi che, bisogna riconoscerlo, in Africa ha promosso incontri e negoziati tra paesi contendenti e questo e’ un fatto positivo, che aiuta la pace”.

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