Il papa a Praga: radici cristiane e democrazia le linee guida della visita
La cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Praga segna l’avvio del tredicesimo viaggio apostolico internazionale di Benedetto XVI, il terzo di quest’anno. Durante il saluto, senza mezzi termini, il papa ribadisce le radici cristiane dell’Europa, come quelle della Repubblica Ceca , fondata sull’opera degli “Apostoli dei popoli slavi e fondatori della loro cultura”, Cirillo e Metodio, e condanna ancora una volta i regimi totalitari e oppressivi. Il papa viene salutato dalle autorit civili e religiose, una coppia offre alcuni simboli tipici, il sale e il pane, insieme ad un pò di terra ceca.
Il Santo Padre dimostra la sua gratitudine a quel “territorio posto nel cuore del continente europeo, al crocevia tra nord e sud, est ed ovest,”, che ” stato un punto d’incontro di popoli, tradizioni e culture diverse”. Un territorio che ha vissuto di “frizioni”, ma molto pi spesso di “incontro fruttuoso”, perché., ribadisce il papa, “significativo” il “ruolo che le terre ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa d’Europa, talora come un campo di battaglia, pi spesso come un ponte.” Da qui una ferma condanna ai regimi totalitari, con il ricordo del prossimo anniversario della “Rivoluzione di Velluto”, “che felicemente pose fine in modo pacifico ad un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca in cui la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata”. “Mi unisco a voi e ai vostri vicini nel rendere grazie per la vostra liberazione da quei regimi oppressivi. – ha continuato Benedetto XVI -Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale, ci ancora pi vero per i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, rendendoli capaci di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle Nazioni, in qualit di attori sovrani.” “Non si deve tuttavia sottovalutare il costo di quarant’anni di repressione politica. – ha spiegato il papa – Una particolare tragedia per questa terra stato il tentativo spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa.”
Sull’esempio di “San Venceslao, di Santa Ludmilla e Sant’Adalberto fino a San Giovanni Nepomuceno,vi sono stati martiri coraggiosi la cui fedelt a Cristo si fatta sentire con voce pi chiara e pi eloquente di quella dei loro uccisori”. Tra questi, anche “il Cardinale František Tomášek, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente”, esempio di “indomita testimonianza cristiana di fronte alla persecuzione”, che come altri “coraggiosi sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne, hanno mantenuto viva la fiamma della fede in questo Paese”. “Ora che stata recuperata la libert religiosa, – ha cocluso il papa – faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perché riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunit cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio”.
Il papa era partito stamattina alle 9:20 dall’aeroporto di Ciampino, a Roma, dove, tra le autorit italiane c’era il premier Silvio Berlusconi.Al centro del colloquio i I temi della politica internazionale, e in particolare gli esiti del vertice di Pittsburgh. Lo ha reso noto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, per il quale non si parlato invece su temi di politica italiana nei pochi minuti del colloquio. Berlusconi ha poi parlato per circa 10 minuti con il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone e infine ha salutato anche il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, e l’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato. Accanto al premier nei diversi incontri c’era sempre il sottosegretario Letta.