Pentecoste, anno A

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La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Il vento dello Spirito Santo soffia dove e quando vuole e Gesù lo dona ai suoi discepoli ai quali da il “potere” di perdonare i peccati. Tutto rientra nel grande progetto di salvezza del Padre, un progetto pensato fin dall’eternità e la cui realizzazione si dispiega nella storia perché tutta l’umanità possa trovare la strada che conduce verso di Lui.

Lo Spirito Santo questo invisibile “essere” entra dentro il nostro cuore e vive le nostre emozioni orientando i nostri passi nella quotidianità. Lo Spirito di Dio chiede di essere accolto e ascoltato, chiede di avere un posto dal quale aiutarci e sostenerci nel difficile cammino del discernimento. Grazie alla sua costante opera la nostra esistenza può essere sicura di camminare lungo la strada che il Signore ha pensato per ciascuno di noi. Spesso, però, siamo distratti e non cogliamo i sussurri con i quali lo Spirito Santo vuole indirizzarci; molte volte siamo sordi o rifiutiamo di percorrere le vie che ci indica e finiamo per assecondare il male che ci da dolore, sofferenza e che non offre alcuna sicurezza alla nostra esistenza.

Lo Spirito Santo, invece, bussa continuamente alla porta del nostro cuore e ci offre la pace ma il “mondo” ci tenta incessantemente e ci mostra la chimera del successo, del potere e della ricchezza illudendoci che possano appagarci e dare un senso alla vita. Non è difficile cadere in questa trappola e inseguire questi miraggi effimeri e provvisori credendo che possano offrirci stabilità e serenità. Tutto sembra andare bene finché dura anche se avvertiamo sempre un senso di insufficienza e di vuoto. Quando poi non si riesce a raggiungerlo o si perdono gli onori, la ricchezza e il potere pur avendo utilizzato ogni strategia lecita e illecita per conservargli si scopre l’inferno e il non senso. Quando questo accade la persona vive la sofferenza e il dolore e se riesce ad aprire gli occhi sul mistero può scoprire l’unica vera strada che porta alla salvezza e che lo Spirito Santo ci suggerisce di percorrere.

Lo Spirito Santo infonde in noi il coraggio e la forza di compiere questo salto nelle braccia del Padre che ci accoglie  stringendoci fortemente a se per poi ordinare ai servi di organizzare una grande festa in cielo perché eravamo perduti e abbiamo ritrovato la giusta strada.

I discepoli, dopo la crocifissione vivono lo smarrimento e la paura dell’ignoto. Gesù, che tutto conosce, viene in loro aiuto e dopo aver salutato dona loro lo Spirito Santo. Ora i discepoli non hanno più paura e diventano capaci di affrontare con coraggio le avversità della vita avendo riposto la loro fiducia nel Signore.

La discesa dello Spirito Santo, è, quindi, il grande dono che Gesù ha fatto ai discepoli e che continua a fare a ciascuno di noi. Siamo invitati, però, ad accoglierlo dentro di noi riservandoli un posto d’onore. Da Lui riceviamo lo spirito del consiglio, la sapienza, la fortezza, l’intelletto, la pietà, la scienza e il timore di Dio. Con questi doni nel cuore tutta la nostra vita si trasforma e si fa, per davvero, un inno di lode a Dio a cui riconosciamo ogni onore e ogni gloria.

 

 

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