Papa Francesco al Gran Rabbinato: il nostro è un legame che viene dall’alto

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Con un brevissimo e blindatissimo spostamento in auto il Papa si è recato ad incontrare i due Grandi Rabbini di Israele, Yosef Yitzhak e David Lau nel centro “Hechal Shlomo” nella sede del Gran Rabbinato. Un incontro che si ripete come nel 2009 per la visita di Benedetto XVI.Schermata 2014-05-26 a 10.18.08

Papa Francesco ha tenuto a sottolineare la sua vicinanza al mondo ebraico fin dai tempi di Buenos Aires, e ha ricordato che il cammino di amicizia tra ebrei e cristiani è una dei frutti del Concilio e un dono di Dio “che però non avrebbe potuto manifestarsi senza l’impegno di moltissime persone coraggiose e generose, sia ebrei che cristiani. Desidero in particolare fare menzione qui dell’importanza assunta dal dialogo tra il Gran Rabbinato d’Israele e la Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo. Un dialogo che, ispirato dalla visita del santo Papa Giovanni Paolo II in Terra Santa, prese inizio nel 2002 ed è ormai al suo dodicesimo anno di vita. Mi piace pensare, con riferimento al Bar Mitzvah della tradizione ebraica, che esso sia ormai prossimo all’età adulta: sono fiducioso che possa continuare ed abbia un futuro luminoso davanti a sé.”

Non è solo un fatto di rispetto reciproco, dice il Papa, ma siamo chiamati “ad interrogarci in profondità sul significato spirituale del legame che ci unisce. Si tratta di un legame che viene dall’alto, che sorpassa la nostra volontà e che rimane integro, nonostante tutte le difficoltà di rapporti purtroppo vissute nella storia.”

I cattolici hanno l’intenzione, dice il Papa “di considerare appieno il senso delle radici ebraiche della propria fede. Confido, con il vostro aiuto, che anche da parte ebraica si mantenga, e se possibile si accresca, l’interesse per la conoscenza del cristianesimo, anche in questa terra benedetta in cui esso riconosce le proprie origini e specialmente tra le giovani generazioni.”

La conoscenza dunque e “l’apprezzamento per ciò che abbiamo in comune e il rispetto in ciò che ci divide, potranno fare da guida per l’ulteriore futuro sviluppo delle nostre relazioni, che affidiamo alle mani di Dio. Insieme potremo dare un grande contributo per la causa della pace; insieme potremo testimoniare, in un mondo in rapida trasformazione, il significato perenne del piano divino della creazione; insieme potremo contrastare con fermezza ogni forma di antisemitismo e le diverse altre forme di discriminazione.”

Il direttore del Centro ha ricordato il lavoro comune tra Israele e Santa Sede e ha espresso la volontà di un pace duratura solo con il rispetto delle persone. Siamo seduti insieme e vogliamo dare un messaggio di pace che può avere eco in tutto il mondo.

Il Rabbino Sefardita ha ricordato il senso dei dieci comandamenti, come fonte del rispetto verso il prossimo, da parte sua l’askenzita ha ricordato che la violenza non appartiene alla religione. “Spero- ha detto- che possiamo pregare che ci saranno giorni senza odio e senza guerra,  per costruire la pace per i vicini e i lontani tutti possano essere benedetti, con un messaggio per tutto il mondo.”

 

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