Padre Kizito, la prova della calunnia

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Solo adesso è esplosa la campagna di diffamazione ai danni del missionario comboniano che a Nairobi e a Lusaka si dedica da 20 anni ai bambini di strada. Ma da nove mesi subiva già minacce. Immobili e terreni dedicati al riscatto degli ex “chokora” hanno un valore di circa tre milioni di euro: a qualcuno fanno gola, accusa il sito femminile di combonifem.

Succede ogni tanto anche nel mondo missionario: a Gibuti è stato il caso, risoltosi nel marzo scorso, di don Sandro De Pretis. Le ragioni dell’accusa, rivelatasi infondata, erano di chiara impronta politica. Di carattere economico sembra invece la manovra che ora colpisce padre Renato ‘Kizito’ Sesana, un missionario comboniano che da una vita si occupa particolarmente di ragazzi di strada, in Zambia e in Kenya. A loro, grazie alla collaborazione di un gran numero di persone di buona volontà, in Italia e in Europa come nei Paesi africani in cui egli vive, assicura un tetto e un piatto di cibo, scuola, educazione. Nei giorni scorsi è arrivata anche sui mezzi di informazione italiani la notizia dell’accusa di pedofilia a padre Kizito, che è altresì giornalista e direttore responsabile di Nigrizia.

Dell’accusa si è fatta cassa di risonanza l’inchiesta di una tivù keniana, Ktn (in sede giudiziaria non è stata finora sporta alcuna denuncia). Fra gli altri aspetti, alcuni ragazzini che hanno dato la loro ‘testimonianza’ sarebbero stati prezzolati, riferisce il sito della congregazione femminile comboniana. La campagna denigratoria era cominciata già lo scorso ottobre, accompagnata da minacce e tentativi di estorsione. In conferenza stampa a Nairobi, padre Kizito ha dichiarato: “Non ho abusato di nessun bambino. Sono pronto ad affrontare chiunque possa provare il contrario”.

Ancora prima di queste dichiarazioni padre Kizito, appena rientrato a Nairobi, ha depositato un’ampia e dettagliata ricostruzione dei fatti e delle minacce ricevute nei mesi precedenti, sporgendo denuncia all’ufficio della Criminal Investigation Division di Nairobi. Tra i vari episodi denunciati, è stata depositata anche una dichiarazione giurata di un ragazzo che afferma che gli è stata offerta un’importante somma di denaro per accusare il Padre di abusi di natura sessuale e che al suo rifiuto è stato minacciato, precisa l’organizzazione Amani, la onlus che sostiene i progetti di padre Kizito.

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