Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II santi. Le messe di ringraziamento

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Sono in migliaia i polacchi che sono tornati in piazza San Pietro per la messa di ringraziamento per la canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II. Numerosi e pieni di gioia i fedeli della diocesi di Bergamo alla messa di ringraziamento per la canonizzazione del loro concittadino Giovanni XXIII nella Chiesa di San Carlo al Corso, dove Angelo Giuseppe Roncalli fu ordinato vescovo.

Il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, presiede la celebrazione in piazza San Pietro. Ricorda l’emozione che si era diffusa alla morte di Giovanni Paolo II, le pagine del Vangelo mosse dal vento al suo funerale. Ed elenca i motivi per cui Giovanni Paolo II può essere considerato un Papa coraggioso.

“Ha avuto il coraggio di dire apertamente la fede in Gesù in un’epoca di apostasia silenziosa da parte dell’uomo sazio, che vive come se Dio non esistesse”. “Giovanni Paolo II ha avuto il coraggio di difendere la famiglia, che è un progetto di Dio scritto a chiare note nel libro della vita. Ha difeso la famiglia mentre si stava diffondendo confusione e pubblica aggressione verso la famiglia, nel tentativo folle di scrivere una anti-genesi, un controprogetto del Creatore”. “Giovanni Paolo II ha avuto il coraggio di difendere la vita umana in un’epoca in cui si sta diffondendo la cultura dello scarto, come più volte si è espresso Papa Francesco”. “Ha avuto il coraggio di difendere la pace mentre soffiavano cupi venti di guerra”. “Ha avuto il coraggio di andare incontro ai giovani per liberarli dalla cultura del vuoto e dell’effimero e per invitarli ad accogliere Cristo, unica luce della vita e unico capace di dare pienezza di gioia al cuore umano”. “Giovanni Paolo II ha avuto il coraggio di vivere davanti al mondo la gioia di essere prete, la gioia di appartenere a Cristo e di spendersi totalmente per la causa del suo Regno”.

La messa di ringraziamento per la canonizzazione di Giovanni XXIII è stata celebrata dal vescovo di Bergamo Beschi, dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, mons. Coter e il nunzio in Libano Gabriele Caccia. Con loro numerosi sacerdoti e seminaristi.

Momento centrale della cerimonia la lettura da parte di monsignor Beschi della lettera che il vescovo ha scritto a Papa Francesco, espressione di gioia e riconoscenza. “Benediciamo il Signore per il dono della santità di Papa Giovanni XXIII e di Papa Giovanni Paolo II. La proclamazione di questo dono davanti alla Chiesa e al mondo alimenta la speranza che scaturisce dal Vangelo e da coloro che lo testimoniano in modo luminoso; nello stesso tempo ci sprona a ricercare, appassionatamente e con intima gioia, di raccogliere la seminagione di Vangelo che avviene attraverso i suoi testimoni e di coltivare quanto è stato seminato nella vita di ciascuno di noi, nella sua specifica vocazione e missione e nella vita di tulle le nostre comunità”.

“Caro Papa Francesco, nel messaggio di questi giorni, mentre condivide la nostra gioia, lei ci affida un’eredità che è per tutte le donne e gli uomini del mondo, ma che desidera abbia una particolare accoglienza nel popolo di questa terra”.

Tre sono gli inviti ai fedeli, secondo il vescovo Beschi: “custodire la memoria dei terreno nel quale essa è germinato, ‘un terreno fatto di profonda fede vissuta nel quotidiano, di famiglia povere, ma unite dall’amore del Signore, di comunità capaci di condivisione nella semplicità’””; “accogliere il cambiamento e le provocazioni che comporta per chi vuoi essere fedele al Vangelo” e a “continuare a camminare con convinzione lungo la strada tracciata dal Concilio”; “e l’invito a tutta la società bergamasca. a perseguire i valori della fraternità e della solidarietà, che in maniera profonda e forte ne hanno disegnato una fisionomia che possiamo continuamente rigenerare se li poniamo come tratti indiscutibili e impegnativi della nostra convivenza civile”.

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